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Anno edizione: 2018
Anno edizione: 2018
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Racconti davvero molto interessanti e stimolanti che fanno pensare e riflettere sul lavoro dell' assistente sociale
L'autore racconta il suo lavoro di assistente sociale attraverso le storie di persone che ha aiutato ad uscire da una qualche forma di miseria e di solitudine, materiale o morale che fosse. Racconti che svelano una professione al di fuori degli stereotipi in cui è stata spesso infossata dall'opinione pubblica, che vede l'assistente sociale come un funzionario tutto dedito alla burocrazia, che con freddezza strappa bambini alle braccia dei genitori in difficoltà. Ma l'assistente sociale non è questo: è una persona che tutela altre persone, secondo legge ma anche e soprattutto secondo coscienza, come se fosse un buon padre di famiglia. Questo libro ci restituisce il lato umano e struggente di una professione non facile, da svolgere con delicatezza e sensibilità e non solo per intascare uno stipendio a fine mese; una missione, più che un mestiere. Leggendo i racconti, ne ho ritrovati un paio che avevo letto in anteprima: è stato bello rincontrare il pazzerello della residenza psichiatrica di Villa Orizzonte, così come la vedova anziana decisa a non finire i suoi giorni in ricovero. E mi sono affezionata alla piccola Adele, alla povera Mariuccia, a Tasseni, in queste storie che parlano di disabilità, di disagio economico, di psicosi, di emarginazione; in ogni racconto è sotteso un bisogno di integrazione culturale, razziale, sociale che trovo attualissimo e scottante. Sono storie che definirei deandreiane, narrando l'esistenza e le difficoltà degli ultimi della società: sarebbero davvero nelle corde del cantautore genovese. Mattera scrive di solitudini altrui per fare in modo che il lettore metabolizzi la propria. La scrittura di Mattera, semplice e incisiva come sempre, in questo libro è ancora più personale. Frequenti frasi nominali, elenchi di cose senza virgole, come cataste di roba ammassata senza criterio che rendono bene lo stato psicologico dell'assistente e dei suoi assistiti. Aspetto il seguito...
In realtà, mi ha delusa perché mi aspettavo qualcosa di diverso. Preciso: trovo molto stimolanti le testimonianze di qualsiasi tipo (guerra, anoressia, autismo ecc.), il problema della mia delusione non sono assolutamente i temi trattati, bensì le modalità con cui le storie sono raccontate. Questo è sicuramente un libro, scritto con l'intento di imporre una lezione: tutti soffriamo, non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto, ogni storia ha più versioni e punti di vista, per questo bisogna rispettare tutti, perché non si sa quello che stanno passando e, sopratutto, loro probabilmente vedono le cose diversamente, quindi inutile criticare. Il grande lato positivo di questo libro è che racconta di storie vere, di persone vere, di dolore vero e auspica a una interpretazione personale delle situazioni dei pazienti e sul nostro modo di vedere gli altri. Utilizzo il verbo auspicare e non permettere perché, in realtà, le interpretazione dei racconti non sono immediate. Finivo un capitolo e pensavo "Tutto qui? Un padre non paga gli alimenti e la madre si trova in difficoltà economiche? Un padre è in conflitto col figlio perché lui vuole lasciare la scuola senza il suo permesso? Già sentito, già visto, niente di nuovo". Dovevo io interrompermi e pensare "Mhh... perché Mattera mi sta dicendo questo? Cosa vuole dirmi tra le righe?". Un altro "difetto" è che le storie sono troppo brevi, in media 13 pagine, e per me è stato un impedimento perché non riuscivo a innescare una connessione tra me e il soggetto in difficoltà, che rimaneva una figura piatta non meglio identificata. In conclusione, do tre stelline per il coraggio di queste persone e dell'assistente sociale stesso, che rivendica sovente la difficoltà e l'imprevedibilità del suo lavoro, ma le storie sono brevi e non permettono l'immedesimazione, non sono di comprensione immediata, anche perché apparentemente comuni e poco approfondite, come ad avere la cornice senza il quadro.
Recensioni
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