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Libro notevole, contagioso, persistente. Ho finito di leggerlo una settimana fa ma ho ancora ben presenti tantissimi elementi, anche i più banali, come gli orecchini della Orlova, le calze bucate di Rubasciov o le risposte piccate e a volte infantili del 402. Rubasciov, un tempo elemento di spicco del partito comunista, è stato arrestato. Già da tempo ha messo in discussione le granitiche certezze su cui ha costruito la sua intera vita e in nome delle quali ha sacrificato anche persone care. Lo ha fatto per convinzione, per codardia? Ed è disposto a seguire la logica dei suoi pensieri fino al punto più estremo, ossia la propria morte? Si riconoscerà colpevole o riuscirà a tenere testa agli inquirenti che vogliono accusarlo di reati assurdi e improponibili? Il tutto mentre è alle prese con un mal di denti che non dà pace...Un interrogatorio interiore ancora più duro di quello tenuto da Gletkin, e che avevo già trovato, fra gli altri, in Krymov, personaggio di "Vita e destino" di Vasilij Grossman. Anche Rubasciov, come Krymov, viene eliminato dagli uomini della generazione successiva, quelli che non hanno idea di cosa sia stata la rivoluzione, e che si limitano a seguire i regolamenti, uomini e donne sottratti a una vita insipida e anonima, improvvisamente dotati di potere di vita e di morte, ignoranti, manichini perfettamente intercambiabili. Gletkin è proprio uno di questi, perfettamente descritto, ricreato in ogni dettaglio della sua divisa frusciante e del volto inespressivo. Immune dall'esame di coscienza che sta lacerando Rubasciov, che avvinghia il lettore e che fa di questo romanzo una lettura imprescindibile per chi voglia capire cosa sia stato il comunismo, in genere e per i tantissimi Rubasciovy morti della morte inflitta agli altri, ruota del destino che...perché non ha girato anche per personaggi ben peggiori?
Un angosciante capolavoro. Ti fa capire meglio di molto saggi quale era la situazione nell'Unione Sovietica durante la dittatura di Stalin. Romanzo psicologico e storico, la mente del protagonista non ha segreti alla fine del libro non avrà più segreti. Parla del pentimento di un uomo politico, deluso dal Partito e pentito di quello che lui aveva fatto in nome dell'ideale della rivoluzione!
Lungi dal criticare il metodo delle "purghe" staliniane, il romanzo è cupo come un incubo ma illuminante come scavo della coscienza del protagonista. All'approssimarsi della morte resta solo il coraggio di analizzare gli sbagli commessi e le opportunità di riscatto perdute...
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