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Canto eroi e macchine della guerra mussoliniana - Filippo Tommaso Marinetti - copertina
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Canto eroi e macchine della guerra mussoliniana - Filippo Tommaso Marinetti - copertina
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Descrizione


L'aeropoema marinettiano del 1942 è l'elegia della fine: "le sue divinità facevano azzuffare i popoli perché i poeti avessero qualcosa da cantare". I mille marchingegni del futurismo tecnologico ed eroico schiantano sotto i colpi, feroci e decisivi, di una potenza astrale superiore, che potremmo definire fato, oppure sconfitta, o ancor meglio Natura. Infatti, non di rado nelle varie opere, al trionfo dell'Artificiale Marinetti contrappone (sottotraccia, silenziosamente ma costantemente) l'irriducibilità della natura selvatica, della terra inestinguibile, della vegetazione perennemente rigogliosa. Sono i due poli della sua esperienza filosofica, e se nel vortice della vita nel pieno fulgore il feticcio tecnologico è protagonista, l'affacciarsi dell'incomprensibile Morte calcifica ogni cosa, proiettandola nel nulla dell'oscurità primordiale.
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Dettagli

2015
1 gennaio 2015
Brossura
9788899096564

Conosci l'autore

(Alessandria d’Egitto 1876 - Bellagio, Como, 1944) scrittore italiano. Poeta, romanziere, fondatore del futurismo, trascorse la sua giovinezza a Parigi, dove pubblicò le sue prime opere, scritte in francese: I vecchi marinai (Les vieux marins, 1897), La conquista delle stelle (La conquête des étoiles, 1902), Distruzione (Destruction, 1904), Re Baldoria (Le roi Bombance, 1905), satira contro la democrazia. Sul «Figaro» del 20 febbraio 1909 pubblicò il primo manifesto del futurismo, che si scaglia contro i valori tradizionali, esaltando il dinamismo della vita moderna, i miti della macchina e della guerra, la violenza come affermazione di individualità. Nel successivo Manifesto della letteratura futurista (1910) teorizzò poetiche e mezzi espressivi adeguati a rendere la dinamica della sensazione,...

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