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Recensioni La capanna senza steccato. Tre anni tra gli achuar dell'Ecuador

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Per tre anni il giovane José Arnalot vive come missionario laico tra gli achuar dell'Ecuador cercando di comunicare il messaggio del vangelo alla piccola comunità di Wichím. Con l'aiuto di Yánkuam - il salesiano padre Luigi Bolla -, eccezionale maestro, amico e consigliere, fa di tutto per inserirsi tra i nativi senza prevaricazioni culturali, anzi rispettando pienamente i loro miti, i loro costumi e le loro usanze, ma il contatto con il nuovo contesto umano e ambientale è tutt'altro che facile. E così, giorno dopo giorno, con grande spontaneità, Chuínt (questo il nome achuar dell'autore) annota nelle pagine di questo diario le proprie riflessioni, fino ad arrivare a maturare, in un alternarsi di delusioni e speranze, la sofferta decisione di rinunciare al sacerdozio. Ma al di là della vicenda personale, a rendere di grande interesse, anche sul piano antropologico, le pagine del volume è la ricchezza di particolari e notizie etnologiche che Arnalot fornisce sul popolo con cui si trova a condividere la quotidianità. Senza chiudere gli occhi di fronte ai guasti creati dalla modernizzazione e dal contatto con la cosiddetta civiltà, e senza nemmeno risparmiare aspre critiche a quella parte di Chiesa che ancora fatica ad accettare il ruolo essenziale che i valori hanno nel processo di integrazione tra fede e cultura. )
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