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Descrizione


Amsterdam, 1635: siamo in pieno Secolo d'oro e Sara de Vos è una delle pochissime donne che dipinge in esterno. Da quando la sua bambina è stata portata via dalla peste, c'è un'immagine precisa che la ossessiona: una ragazza a piedi nudi nella neve, al crepuscolo, che sul limitare di un bosco di betulle osserva i pattinatori su un lago ghiacciato. New York, 1957: l'unico dipinto sopravvissuto di Sara de Vos è appeso nella camera da letto di un facoltoso avvocato, Marty de Groot. Appartiene alla sua famiglia da oltre tre secoli. Mentre l'avvocato fronteggia la depressione della moglie dando ricevimenti di beneficenza nel loro lussuoso attico dell'Upper East Side, non sa che in uno spoglio appartamento di Brooklyn una talentuosa studentessa di nome Ellie sta per riprodurne una copia pressoché identica. Un gesto non privo di conseguenze che legherà in modo imprevedibile il suo destino a quello di Marty. Sydney, 2000: Ellie è ormai un'affermata storica dell'arte e sta allestendo una mostra sull'argomento che da sempre le sta più a cuore: le pittrici del Secolo d'oro. Quando si accorge che stanno arrivando due copie dello stesso dipinto di Sara de Vos, il passato la investe con una prepotenza inaspettata rischiando di mandare in frantumi la reputazione e la carriera che Ellie ha costruito con tanta devozione.
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Dettagli

A
2017
368 p., Brossura
9788809836532

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Antonella
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L'impatto con questa lettura non è stato dei più felici ma spingendomi avanti ecco che una genuina curiosità e soprattutto un grande interesse per la pittura fiamminga e il secolo d'oro olandese hanno preso il sopravvento. Un romanzo che parla di arte, restauro, case d'aste, che dall'Olanda del seicento ci fa viaggiare fino all'Australia del 2000 passando per gli USA degli anni '50. Questa è la storia di un dipinto e del suo falso. Di due donne, Sara De Vos, una delle poche pittrici ammesse alla Gilda di San Luca, che lungo i canali di Amsterdam vede la sua vita dissolvesi tra morte e miseria e immortala il proprio dolore in un quadro glauco, freddo e allo stesso tempo poetico, ed Ellie, restauratrice dei nostri giorni che da giovane ha commesso un errore copiando proprio quel dipinto e diventando così una falsaria. A unirle, dopo oltre tre secoli, è l'erede del quadro originale, Marty de Groot, un ricco ereditiere che conserva il De Vos, da generazioni di proprietà della sua famiglia, fino a quando, un giorno, esso sparisce dal suo superattico sostituito dal falso. Intreccio e soluzione sono ben costruiti, lo stile è chiaro e ricco di termini artistici. Ho amato molto tutte le parti ambientate nel seicento e riguardanti la storia di Sara, mentre ho sentito meno quelle moderne sebbene anch'esse mi abbiano insegnato più di qualcosa riguardo al mondo della pittura. Adesso so cosa sono le tronie, le vanitas, cos'è il giallolino e molto altro. Ho pensato a Vermeer, Avercamp, Rembrandt e sbirciato i loro meravigliosi dipinti ogni volta che vi trovavo riferimenti. Insomma la mezza stellina in più, per una storia che non si è fatta proprio leggere tutta d'un fiato come speravo, è per aver acceso o forse alimentato il mio interesse verso questo periodo artistico del quale intendo leggere ancora; e perché anche se Sara De Vos non è mai esistita, quest'opera rende omaggio alle pittrici vissute nella sua epoca delle quali pare nessun dipinto è sopravvissuto.

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Rigus68
Recensioni: 4/5

Il racconto si snoda su tre piani temporali e tre località: Amsterdam e le Fiandre nel 1635-1638, New York nel 1957-1959 e Sydney nel 2000. La prosa è limpida, cristallina, non-ridondante: non c’è una frase di troppo, il che è un gran pregio a fronte di romanzi mammut che popolano la narrativa moderna. Il punto focale della trama è un dipinto di Sara de Vos, “al limitare di un bosco”, di cui una talentuosa studentessa di arte, Ellie, produce una copia, un perfetto falso, che viene sostituita all’originale a casa di un facoltoso avvocato, Marty de Groot. In un intrigo di vicende per recuperare l’originale da parte del legittimo possessore, e tra sprazzi sulle dure condizioni femminili nelle fiandre del secolo d’oro, la miseria e la durissima vita di pittori e pittrici sotto il tallone della Gilda di San Luca, il falso riaffiora quarant’anni dopo, assieme all’originale, in una mostra e un’asta in quel di Sydney nel 2000. C’è un dettaglio a smascherare il falso: l’assenza del giallolino (giallo di Napoli), un pigmento ben noto ed usato dai pittori olandesi del diciassettesimo secolo, ma sconosciuto ai giorni nostri. L’autore mostra un’approfondita conoscenza dell’arte e delle vicende associate, in particolare le aste, luoghi in cui non raramente si spacciano per autentici dei clamorosi falsi. Argomento di forte attualità, se si pensa alla notizia sul Salvator Mundi di Leonardo (N.Y. Times, 30 Marzo 2019), acquisito dai Sauditi per 450,3 milioni di dollari, che non verrà esposto nei musei per le celebrazioni leonardiane del 2019 perché in odore di falso! E a quanti musei, nel mondo intero, tremano per la paura di scoprire falsi nelle loro acquisizioni. Sembra un giallo, ma è molto di più. Un racconto che ci fa trattenere il fiato e che si dipana con svolte imprevedibili fino all’inaspettato finale. Ben merita una lettura per l’appassionante trama.

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Attilio Alessandro Bollini
Recensioni: 5/5

Meraviglioso. Sono collezionista di dipinti e restauratore di quadri e quindi per me questo libro è stato una bellissima scoperta ed una fonte di grandissimo piacere. Scritto e tradotto immensamente bene. Speriamo che l'Autore non si perda pwr strada. Consigliatissimo pure ai non addetti ai lavori perché l'intreccio regge benissimo e si legge d'un fiato. Grazie Dominic Smith!

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