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Che dire ... le opere di Cesare Pavese non necessitano di recensioni. I suoi romanzi lo descrivono e "La casa in collina" ne è la prova. A mio parere è il migliore scrittore del '900 e mi permetto di aggiungere che ad oggi non v'è stato autore capace di eguagliare le sua abilità letterarie. Ho apprezzato molto la narrazione e lo stile del libro, molto fluido e con frequenti dialoghi ben proposti da Pavese.
Anche quando si cimenta con la cronaca, meglio, con la storia, la scrittura di questo nostro grande autore (e spiacciono certe umiliazioni inflittegli da commentatori in vena di cattiveria) rimane unica nella sua continua ricerca, nel suo sperimentalismo incessante che mescola italiano e dialetto, che aggiunge il necessario e toglie l'inutile. A tal punto è scoperto questo uso quasi scentifico del linguaggio da far sorgere talvolta (ma solo qua e là) il sospetto di letterarietà. Come detto, pur con la grande storia sullo sfondo, scopo dell'autore rimane quello di raccontare prima di tutto le debolezze dell'uomo Pavese: la paura di morire, ma anche quella di trovarsi a vivere una vita disutile, solitaria e vile, fatta di fuga e di ricerca di una felicità impossibile. E mentre la Sua Langa è dilaniata dalla guerra civile che costringe a classificare anche i morti in buoni e cattivi, guardare con nostalgia dolorosa a quella Casa in collina diventa un modo tutto intimo per voltare lo sguardo altrove.
Un capolavoro; (anche se non il capolavoro di pavese), qualcosa di immenso, per come è scritto, per come è sussurrato, per come paesaggi e personaggi sono pennellati. Perchè scrivere un libro non è solo raccontare una storia ma farle prendere forma tramite un uso artistico della lingua. Per amelia (che un po' superficialmente da' i voti come se si trattasse dell'ultimo romanzo di Ken Follett) : è vero, il personaggio di Corrado è scialbo, insignificante (vigliacco?), ma non possiamo giudicare i romanzi in base ai personaggi, ma in base a come essi sono rappresentati e quanto di umano vi è in essi. Corrado è l'uomo nella sua tragica dimensione banale , l'uomo di inazione. L'uomo col mal di vivere...l'uomo (Pavese) che poi si ritirerà dalla vita suicidandosi.
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