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Cd di Modest Petrovich Mussorgsky

Cd di Modest Petrovich Mussorgsky

Modest Petrovich Mussorgsky

1839, Karevo Pskov

Compositore russo.
Gli anni di formazione. Trascorse i primi anni tra i contadini di suo padre, che era un proprietario terriero, e sin dall'infanzia fu molto sensibile ai racconti leggendari e ai canti popolari. Aiutato da una vecchia signora tedesca, che gli impartì le prime lezioni di musica, a nove anni suonava già, in una festa familiare, alcuni Notturni di John Field. Tuttavia il padre aveva deciso di destinarlo alla carriera militare: a tredici anni M. entrò così nella scuola dei cadetti di Pietroburgo; ma poté continuare ugualmente gli studi musicali, prendendo lezioni di pianoforte da A. Herke. Nel 1852 compose una Polka per i camerati della Scuola degli alfieri della guardia, presso la quale era passato; gli studi con Herke proseguirono parallelamente a quelli di tedesco, di latino, di storia e filosofia. Nel 1856, terminati gli studi militari, entrò nel reggimento Préobrajenski. Incontrò Borodin, che era medico militare, e Dargomyzskij, di cui aveva ascoltato l'opera Russalka, allora oggetto di polemiche per la sua originalità. In questo periodo compose un Souvenir d'enfance per pianoforte; dopo averlo ascoltato, Balakirev decise di dargli lezioni di composizione. M. entrò così in contatto anche con Stasov, Turgenev, Grigorovi5 e Lamanski, studioso quest'ultimo del folclore russo come Cui, ingegnere militare, e Rimskij-Korsakov, allievo dell'Accademia navale, entrambi musicisti. In questa atmosfera di ardente nazionalismo culturale e artistico, M. aderì al proposito di affrancare la musica russa dalle influenze occidentali, soprattutto da quelle del romanticismo tedesco. Intensificò gli studi musicali, annotando e trascrivendo canti popolari e, nel contempo, studiando i classici (Mozart, Beethoven ecc.) insieme ai colleghi più anziani; appartengono a questo periodo le sue prime composizioni orchestrali, un movimento di Sinfonia, uno Scherzo in si bemolle minore e un altro in do diesis, entrambi per orchestra, e le musiche di scena per l'Edipo re, da cui fu tratto un coro eseguito nel 1861. Nel 1858 M. si era dimesso dal reggimento per dedicarsi interamente alla musica; ma, morto da tempo il padre (1853), con l'abolizione dei servi della gleba (1861) venne a trovarsi in gravi difficoltà economiche, aggravate dalla salute malferma.
I primi abbozzi teatrali. Solo nel 1863, ottenuto un modesto impiego presso il dipartimento forestale di Pietroburgo, poté tornare alla composizione e riprendere contatto con gli amici Balakirev, Cui, Borodin e Rimskij-Korsakov. Ne nacque una stretta comunità di idee e di lavoro, denominata poi il «gruppo dei Cinque» o Scuola nazionale di Pietroburgo, in netta opposizione con la tendenza occidentalizzante di Mosca, rappresentata soprattutto da P.I. Cajkovskij. Nel 1864 M. decise di affrontare l'opera e cominciò a musicare un libretto tratto dalla Salammbô di Flaubert; ma, poco convinto, ne interruppe la composizione, continuando invece a scrivere con crescente passione pezzi su temi popolari o di impronta folcloristica: alle due liriche Notte e Kallistrata e alla celebre Berceuse du paysan (1864), composta, su testo di Ostrovskij, per la morte della madre, seguirono due squisite pagine per pianoforte, i Ricordi d'infanzia. Affetto da disturbi nervosi e da depressioni, causati da abuso di alcolici, si ritirò in campagna, a Minkino, presso il fratello; vi rimase per tre anni, durante i quali si dedicò con fervore ad alcune delle sue composizioni più importanti; ricordiamo Una notte sul Monte Calvo (1867, riv. nel 1875) per orchestra, e parecchie liriche per canto e pianoforte; Hopak, la Berceuse di Eremu9ka, La gazza ecc. Iniziò anche la composizione di una commedia musicale, Il matrimonio (da Gogol'), della quale completò però solo il 1ºatto per canto e pianoforte.
I grandi capolavori. Nel 1868 ritornò a Pietroburgo; ottenuto un posto al ministero degli interni, si stabilì presso gli amici Opochinine; lì, dove rimase per due anni, nacque la prima stesura del Boris Godunov (dal dramma di Puskin), terminata in meno di un anno e strumentata nell'inverno 1869-70. Nell'autunno dello stesso anno presentò la partitura alla direzione del Teatro imperiale, che la rifiutò senza alcuna esitazione. M. si rimise al lavoro, e nel 1872 aveva pronta una seconda versione dell'opera. Per interessamento di amici, nel febbraio 1873 il Teatro Maria ne presentò con successo alcune parti; si decise allora di rappresentare integralmente l'opera (4 atti e 1 prologo), che andò in scena il 24 gennaio 1874 sotto la direzione di Napravnik. L'opera suscitò interesse e commozione nel pubblico e piacque ai fratelli Stasov, ma lasciò perplessi, se non irritati, i musicisti, persino gli amici Balakirev e Rimskij-Korsakov, colpiti dall'«imperizia» tecnica e dall'assenza di qualsiasi conformismo teatrale. In realtà, Boris Godunov affermava per la prima volta, con estremo coraggio, quei principi che i Cinque erano andati definendo, ma che non avevano ancora trovato la loro piena realizzazione; inoltre, M. accentuava, nell'opera, ancor più di Puskin nel dramma, l'immagine del popolo oppresso e sfruttato, vittima degli intrighi e delle lotte dei potenti, e lo elevava a protagonista corale, sviluppando polifonicamente (ma in senso sempre aderente al testo e con forte evidenza melodica) i suoi canti popolari. L'opera si sforza di rendere musicalmente il carattere e il tipo dei personaggi col maggior rilievo possibile; di modellare ogni parte su uno stampo individuale e non generale; di caratterizzare infine, con verità storica, l'epoca del dramma e rendere nel suo significato poetico il vero colore locale, lasciando tuttavia ai cantanti la supremazia musicale. Il Boris è l'opera più audace che la scuola russa abbia prodotto e al tempo stesso la più vicina al tipo ideale di un dramma lirico sognato dai riformatori. Ancora nel 1874 M. fu ospite del conte Golenitchev-Koutusof, autore di Canti e danze della morte e altre poesie musicate da M. Nei due anni di permanenza presso l'amico egli scrisse anche la famosa suite per pianoforte Tableaux d'une exposition (Quadri di un'esposizione), dedicata alla memoria dell'architetto Hartmann e destinata ad avere una particolare fortuna per la ricchezza ritmica e la novità di timbri (tale da indurre Ravel a una magistrale versione orchestrale). Nel 1872 M. aveva iniziato anche la composizione di Kovàncina, 5 atti su testo proprio. Nel 1880 la partitura per canto e pianoforte era compiuta: si tratta di un altro capolavoro, che tuttavia fu rappresentato al Teatro Kononov di Pietroburgo (1886) solo dopo la morte di M., nella revisione di Rimskij-Korsakov. Una nuova revisione e orchestrazione dell'opera, condotta sulla stesura originale pubblicata dal Lamm, sarà prodotta da D. Sostakovic nel 1960. Nel 1877 M. si accinse a scrivere una nuova opera, La fiera di Sorocinski, tratta da un racconto di Gogol'; e intraprese un giro di concerti nella Russia meridionale con la cantante Leonova, accolto ovunque con entusiasmo. Ma le precarie condizioni di salute, insieme al vizio del bere contratto durante la vita militare e dal quale non era mai riuscito a liberarsi, gli provocarono un grave collasso; ricoverato d'urgenza, agli inizi del 1881, nell'ospedale militare Nicola di Pietroburgo, vi morì il 28 marzo, assistito dai suoi fedeli amici musicisti che provvidero a farlo tumulare nel convento Aleksandr Nevskij e a fargli innalzare, nel 1885, un monumento.
La fortuna e le revisioni postume. Dopo la morte di M., Rimskij-Korsakov si prodigò per diffonderne le opere; egli le propose in una propria revisione e ristrumentazione secondo il gusto dell'epoca, imprimendovi una sontuosità del tutto estranea agli originali, nell'ostinata convinzione che M. fosse sempre rimasto, dal punto di vista tecnico della strumentazione, carente e immaturo. Ma è anche probabile che Rimskij-Korsakov si sia reso conto che le opere teatrali di M. non rispondevano alle convenzioni del grand-opéra, allora dominante anche in Russia; ed è dunque giusto riconoscergli il merito di aver contribuito in modo determinante, con la sua revisione, a rendere popolari il Boris e la Kovàncina, subito proclamate, in effetti, opere nazionali e massima espressione dello spirito russo. Il successo in patria rese possibile la diffusione delle due opere anche all'estero, dove esercitarono (soprattutto in Francia) una grande influenza. Nel 1925 il governo sovietico acconsentì alla richiesta, che perveniva da più parti, di ripristinare le originali versioni teatrali e strumentali di M., e incaricò Paul Lamm di curare un'edizione filologica degli opera omnia. Il Boris originale, pubblicato nel 1928, nelle due distinte versioni del 1869 e del 1872, fu un'autentica rivelazione: quelle che erano state ritenute deficienze tecniche o stranezze o addirittura errori si rivelarono come geniali, istintive anticipazioni delle conquiste moderne del linguaggio musicale più avanzato. Già Debussy, che aveva esaminato il Boris nella revisione di Rimskij-Korsakov, lo aveva intuito; e ora gli elementi modali, ritmici e melodici dei materiali etnici russi, trasfusi nella partitura originale di M., si presentavano nella loro cruda genuinità, che Rimskij-Korsakov aveva distorta e ovattata. Il Boris venne da allora rappresentato in Russia e all'estero nella versione originale definitiva ripristinata da Lamm; tuttavia anche la versione di Rimskij-Korsakov continuò più spesso a figurare (e figura tuttora) nel repertorio dei teatri lirici. Il primo atto del Matrimonio fu dapprima eseguito al Teatro Suborin di Pietroburgo nel 1909, con accompagnamento originale per pianoforte, poi, sempre a Pietroburgo, nell'orchestrazione di Hank; successivamente M.M. Ippolitov-Ivanov, M. Béchard d'Arcourt e N.N. Cerepnin dettero ognuno altra versione dell'opera musicando anche gli atti mancanti. La fiera di Sorocinski , di cui rimanevano ampi frammenti, fu strumentata da A. Ljadov (1911) e V.G. Karatygin (1913), quindi orchestrata e completata da C.A. Cui nel 1917, Cerepnin nel 1923 e V.J. Sebalin nel 1931 (sulla ricostruzione del manoscritto autografo effettuata dal Lamm).
I lavori minori. M. scrisse ancora alcune composizioni corali, come La marcia di Shamil (con soli e orchestra), La disfatta di Sennacherib (con orchestra), Jesus Navin (con soli e pianoforte) e 5 canti popolari russi; vari pezzi pianistici, fra i quali Sulle rive meridionali di Crimea; numerose liriche per canto e pianoforte (oltre alle citate), molte delle quali su testo proprio, come Savisna, Tu, vecchio ubriacone, Il seminarista, Il pezzente, Il montone, Il classico, L'orfano, Il teatrino della fiera, La sfinge; ma giustamente famose sono, più di tutte, le liriche raccolte nei cicli di La camera dei bambini (6, su testi propri), Senza sole e i citati Canti e danze della morte (6 e 4, entrambi su poesie di Golenitchev-Koutusof), Cinque canti (Tolstoj); alquanto conosciuta è anche la lirica La canzone della pulce (dal Faust di Goethe).

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