Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Cd di Sergej Sergeevic Prokofiev

Cd di Sergej Sergeevic Prokofiev

Sergej Sergeevic Prokofiev

1891, Sonzovka, Ekaterinoslav

Compositore e pianista russo.
Gli studi e la precoce personalità. Il padre, agronomo, aveva una vasta proprietà in Ucraina; la madre, M.G. Zitkpva, era un'ottima pianista. Le innate doti musicali di P. poterono svilupparsi in un ambiente estremamente favorevole: a sei anni era già capace di dare forma a pensieri musicali; due anni dopo si impegnava a scrivere un'opera (Il gigante, Sulle isole deserte, di cui restano abbozzi per pianoforte), ideando da solo soggetto, messa in scena, parole, musica. Col suo primo maestro rivelò una certa avversione alla disciplina scolastica; con il successivo, R.M. Glière, parve invece trovarsi a suo agio. Al conservatorio di Pietroburgo, dove frequentò le classi di A.K. Liadov e N.A. Rimskij-Korsakov, la situazione si fece nuovamente difficile, per la sua ribellione a ogni accademismo e il suo istintivo bisogno di opporsi al mondo della tradizione. P. trovò comprensione e sostegno in N.J. Miaskovskij, suo condiscepolo più anziano e meno ardito; ma fu con N.N. Cerepnin, che l'iniziò alla pratica orchestrale, e poi con l'eccellente insegnante di pianoforte A.N. Essipova, che egli s'impadronì dei mezzi tecnici di cui aveva bisogno per esprimere la propria aggressiva creatività. Le composizioni di questi anni (sonate per pianoforte, Sinfonia in mi minore, Quattro pezzi op. 3 e op. 4 – da cui Suggestion diabolique – e Toccata op. 11 per pianoforte, il noto Primo concerto per pianoforte e orchestra op. 10) rivelano già le caratteristiche salienti della sua musica. Esse nascono dai suggerimenti del pianoforte che il musicista collega a un gusto personale dei timbri orchestrali: vivacità e incisività d'impulsi ritmici, plasticità di temi, nettezza di piani sonori che rimangono in solido equilibrio nonostante le brusche modulazioni e le repentine impennate; infine, riaffermazione quasi violenta della tonalità, rivissuta e impiegata con lucide e sorprendenti soluzioni. La personalità di P. appare già quella di un musicista cordialmente aperto, alieno da cerebralismi ed esibizionismi, anche se talvolta, nel ripiegarsi su se stesso o nel tentare di far sua un'esperienza musicale di altri a lui non congeniale, egli inclina al suggestivo o, per contro, allo speculativo. A Pietroburgo P. collaborò, come pianista e compositore, alle serate di musica contemporanea ideate da S. Diaghilev; conobbe Stravinskij e Debussy. A Mosca, sulla rivista «Muzika», l'apparizione del nuovo astro fu salutata da N. Miaskovskij come «fenomeno luminoso e sano».
I primi viaggi all'estero, l'espatrio, la fama internazionale. Finiti gli studi al conservatorio, P. compì il suo primo viaggio all'estero. A Londra s'arricchì di fresche esperienze (Ravel, Strauss); da Diaghilev ebbe il suggerimento per un balletto su soggetto mitologico russo (sarà Ala e Lolli, poi rielaborato, nel 1916, nella Suite scita, straripante d'energia elementare, sonorità, ritmi selvaggi). Rientrato a Pietroburgo poco prima che scoppiasse la guerra, fu esentato dal servizio militare e si rimise al lavoro (le canzoni Il brutto anatroccolo, Sotto il tetto ecc.); già pensava a Dostoevskij e al suo Giocatore. Chiamato in Italia da Diaghilev, nel marzo 1915 eseguì all'Augusteo di Roma il suo Secondo concerto per pianoforte e orchestra. Con Diaghilev tratteggiò il programma per il balletto Chout (Il buffone). Negli anni di guerra fu in Finlandia, poi a Kijev, a Pietroburgo come direttore d'orchestra e pianista. Di questo periodo è la stesura di Il giocatore. Nel 1917 salutò con gioia la rivoluzione di febbraio. Durante l'estate, nei pressi di Pietroburgo, compose la scintillante, ironica Sinfonia classica, nello stile di Haydn, destinata a diventare una delle sue opere più popolari. Nel maggio del 1918 ottenne il permesso di partire per gli Stati Uniti. Nei quindici anni di volontario esilio (trascorsi parte in America, parte in Europa) la sua intensa attività di compositore e di esecutore lo rese famoso in tutto il mondo. Compose opere (L'amore delle tre melarance, rappresentata nel 1921, da cui trasse poi una fortunata suite; L'angelo di fuoco, 1922-27), balletti (oltre a Chout, Le pas d'acier, 1925; L'enfant prodigue, Il figliol prodigo, 1928; Sur le Borysthène, 1830), musica sinfonica e concertante (Ouverture su temi ebraici; Terzo concerto per pianoforte e orchestra, 1918, uno degli apici della sua attività creativa; Primo concerto per violino e orchestra; Terza sinfonia, su materiale tratto dall'Angelo di fuoco, 1928-29; Quarta sinfonia, con elementi tratti dalla Suite scita, 1930; Quarto e Quinto concerto per pianoforte e orchestra; Concerto per violoncello op. 58 ecc.), musica da camera (Racconti della vecchia nonna per pianoforte; Sonata per pianoforte; Quintetto per oboe, clarinetto, violino, viola e contrabbasso; Sei pezzi per pianoforte op. 52, tratti dalla Suite scita; Quartetto op. 50; Sonata per due violini op. 56).
Il ritorno in russia e l'ultimo periodo creativo. Nel 1927 P. tornò in patria, dove effettuò con esito trionfale un giro di concerti; nell'aprile 1933 decise di ritornarvi definitivamente. Nei vent'anni successivi subì rozze stroncature e dovette piegarsi a umilianti autocritiche, ma ottenne anche riconoscimenti ufficiali (Premio Stalin, Medaglia della bandiera rossa del lavoro e di artista emerito della Repubblica), lavorando instancabilmente come compositore, esecutore e direttore d'orchestra, da quello scrupoloso professionista che era sempre stato. Fra le numerose composizioni di quegli anni, alcune sono veri capolavori: le opere teatrali Semion Kotko (1940), Matrimonio al convento (1940-46), forse il momento più felice dell'attività operistica di P., Guerra e pace (1941-43; nuova versione 1952), che contiene pagine di grande bellezza, La storia di un vero uomo (1947-48); i balletti Romeo e Giulietta (1935-38) e Cenerentola (1940-45), e la favola Il fiore di pietra su musiche di Mendelssohn (1948-50), le musiche di scena per Le notti egiziane (1933-34), le musiche per i film Il tenente Kije (1933) e Aleksandr Nevskij (di S.M. Ejzenstein); varia musica orchestrale ( Il canto sinfonico, 1935; l'incantevole Pierino e il lupo con voce recitante, 1936; la Quinta sinfonia, 1944) e per strumenti solisti e orchestra (Secondo concerto in sol minore per violino, 1935); l'oratorio A guardia della pace, op. 124 e le ultime quattro Sonate per pianoforte (1933-53 che con le cinque precedenti fanno nove). Della sua vasta produzione strumentale occorre ancora citare, per orchestra: le ultime due sinfonie (la sesta, op. 111, e la settima, op. 131), le due ouvertures op. 42 e op. 72 (detta russa), la suite infantile Giornata estiva, op. 65 bis, un secondo concerto per violoncello, op. 125; e da camera: un secondo quartetto per archi, op. 92, Sarcasmi, op. 17, e Visioni fuggitive, op. 22, per pianoforte. Scrisse inoltre diverse raccolte di liriche, canti popolari e infantili per voce e pianoforte.

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi
0 risultato

Informazioni sull’ordinamento

Vengono mostrati per primi i prodotti che rispondono a questi criteri: rilevanza rispetto alla ricerca, dati di venduto, disponibilità, data di pubblicazione, tipologia di prodotto, personalizzazione ad eccezione delle sponsorizzazioni.

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Inserisci la tua mail

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore

Chiudi