Christine. La macchina infernale

Indiscutibilmente un capolavoro, tra i migliori romanzi di King ( e base per l'omonimo film di Carpenter..). Estrema cartatterizzazione dei personaggi e trama incalzante, anche se spesso l'autore "anticipa" gli eventi e fa perdere un po' di suspense... Consigliatissimo a nuovi e vecchi estimatori del Re.

Solo King poteva scrivere un romanzo su di un'automobile assassina senza essere banale e grottesco. Non sapevo cosa aspettarmi da questo romanzo e ha saputo sorprendermi anche questa volta. Nella prima parte King definisce i personaggi, i rapporti che li legano e il contesto nel quale vivono la loro vita serena. Finché il giovane Arnie non sceglie Christine. Nella seconda parte tutto cambia e si entra in un susseguirsi di eventi che sembra impossibile da fermare. Il male che continua oltre la vita e non conosce riposo. Il passato che apre vecchie ferite e il futuro incerto dei giovani protagonisti. Il finale riserva delle sorprese nel perfetto stile di questo autore, evitando spettacolari colpi di scena. Senza dubbio tra i migliori romanzi di questo autore che ho letto finora e consigliato anche a chi vuole iniziare a scoprire il Re.

Mi sono avvicinata con circospezione a questo libro, convinta certo come altri prima di me che la trama potesse risultare banale (dopotutto è una macchina che si guida da sola e uccide gente...). Invece mi sono dovuta ricredere perché come al solito sono pochissimi i libri di Stephen King in cui non ci sia un'adeguata caratterizzazione dei personaggi che ti fa immedesimare subito nelle loro circostanze particolari! Il rapporto tra Christine e i suoi proprietari è più complesso di quel che sembra, forse in parte influenzato da Il ritratto di Dorian Gray, e in ogni modo amicizia, lealtà e coraggio vengono rappresentati realisticamente e con totale coinvolgimento del lettore, fino al drammatico epilogo. Il film che ne hanno tratto non rende totale giustizia al libro, avendo dovuto Carpenter ovviamente tagliare molte parti o riassumere in poche battute rapporti piuttosto complessi. Dal regista de La Cosa mi aspettavo di meglio, soprattutto per quanto riguarda il finale.