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L' amore graffia il mondo
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L' amore graffia il mondo - Ugo Riccarelli - copertina
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amore graffia il mondo

Descrizione


È come se portasse il destino nel nome, Signorina: suo padre, capostazione in un piccolo paese di provincia, l'ha chiamata così ispirandosi al soprannome di una locomotiva di straordinaria eleganza. E creare eleganza, grazia, bellezza è il suo talento. Un giorno dal treno sbuca un omino con gli occhi a mandorla e, con pochi semplici gesti, crea un vestitino di carta per la sua bambola. L'omino scompare, ma le lascia un dono, un dono che lei scoprirà di possedere solo quando una sarta assisterà a una delle sue creazioni. Potrebbe essere l'atto di nascita di una grande stilista, ma ci sono il fascismo, la povertà e gli scontri in famiglia, le responsabilità, i divieti e poi la guerra... e Signorina poco a poco rinuncia a parti di se stessa, a desideri e aspirazioni, soffocando anche la propria femminilità, con una generosità istintiva e assoluta. E quando infine anche lei, quasi all'improvviso, si scopre donna e conosce l'amore, il sogno dura comunque troppo poco, sopraffatto da nuovi doveri e nuove fatiche, e dalla prova più difficile: un figlio nato troppo presto e nato malato, costretto a "succhiare aria" intorno a sé come un ciclista in salita. Nonostante i binari della ferrovia siano ormai lontani e la giovinezza lasci il posto a una maturità venata di nostalgia, ancora una volta Signorina sfodera il suo coraggio e la sua determinazione al bene e lotta per far nascere suo figlio una seconda volta, forte e capace di respirare da solo.
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Dettagli

2012
23 ottobre 2012
219 p., Rilegato
9788804616276

Valutazioni e recensioni

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adriana
Recensioni: 3/5

mi è piaciuto, anche se cupo e amaro. la forza di amare della protagonista non è sufficiente ad aprire uno spiraglio di luce nella storia: lascia un bel po' di amaro in bocca

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eloise
Recensioni: 5/5

Bello, profondo, struggente; l'amore in tutte le sue sfaccettature, il sentimento che ci fa andare avanti anche quando la vita si inasprisce in modo inspiegabile e cattivo. Un libro da leggere e su cui riflettere.

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franci68
Recensioni: 5/5

Libro veramente bello che merita di essere letto e regalato per arricchirsi interiormente.

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Recensioni

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Voce della critica

Ugo Riccarelli, vincitore del premio Strega 2004, nel suo ultimo romanzo L'amore graffia il mondo offre uno spaccato di vita: non solo rende il lettore spettatore della crescita e della costruzione della persona che è Signorina, protagonista del romanzo; ma dipinge anche un quadro dell'Italia durante il fascismo e poi nella devastazione dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. È un ritratto di un piccolo paese del Sud completamente rivoltato e strappato dalla sua quiete monotona: "Corse Signorina, corse in mezzo agli scoppi col sangue che le rigava le gambe e le bombe che cadevano (…) bombe che scendevano a spianare la stazione e a sfondare le case, a distruggere le cucine, i salotti, i bagni, le camere da letto e gli ingressi, ad aprire con maleducazione gli armadi e a gettare all'aria senza alcun ritegno vestiti e cappotti (…) e tutto quanto adesso si mischiava con i mattoni sbrecciati e i calcinacci, in un mucchio di rovine che fino a poco prima erano state le loro vite". In queste poche righe Riccarelli testimonia cos'è stata la guerra in un piccolo paese e, nello stesso tempo, intreccia le sorti della giovane Signorina, che proprio in quella notte era diventata una donna. Il paese dove Signorina e la sua famiglia abitano deve la propria ripresa economica alla stazione, che aveva portato nuovi turisti in visita delle terme per cui era rinomata. Delmo, il padre della protagonista, è il capotreno e decide di dare questo nome alla sua ultima figlia in onore di una locomotiva che per lui possiede l'eleganza e la regalità che vorrebbe per la figlia. Con una voce narrante che riproduce il dialetto e sembra essere un osservatore silenzioso appartenente alla comunità, viene descritta una ragazzina introversa che cerca di ritagliarsi un posto in quell'ambiente culturale e in una situazione familiare oppressiva. Il padre e la madre le fanno pesare sulle spalle la responsabilità di renderli orgogliosi, in quanto la sorella maggiore Ada aveva macchiato la reputazione della famiglia dormendo insieme a Mario, un fascistoide testa calda disprezzato dal padre, prima del matrimonio. Signorina vive insomma in una realtà soffocante e retrograda in cui non ha amici ad eccezione di Armida, un'oca che è diventata la compagna di giochi sua e dei suoi fratelli e che ha un legame speciale con la ragazzina. Due eventi nella vita di Signorina la sconvolgono e fanno emergere una passione che le divorerà l'esistenza, nonostante a un certo punto lei debba rinunciarvi per l'amore del marito e del figlio: in primo luogo si ha l'incontro di Signorina con un uomo strambo e con gli occhi a mandorla che le regala un modellino per un abito per la sua bambola, e in secondo luogo la possibilità che le viene data di frequentare un corso di cucito con la signorina Mei. Questi due eventi le fanno capire di avere una particolare inclinazione per la sartoria e per l'ideazione di modelli di vestiti originali. Purtroppo, però, la sua vita comincia a prendere una piega sempre più difficile e angosciosa; ha luogo una concatenazione di eventi che le faranno crollare addossa la realtà: i problemi economici, all'inizio, la malattia del figlio, alla fine, saranno un carico troppo pesante da poter essere gestito da una persona sola. Riccarelli utilizza spesso un linguaggio lirico che si distacca dalla semplicità e linearità usuale della sua prosa, e abbandona anche i dialettismi, per descrivere alcuni attimi struggenti. Questi sprazzi non sono sempre riusciti e risultano un po' forzati rispetto alla verità corposa della ricostruzione storica e della descrizione psicologica dei personaggi. Talvolta, invece, impreziosiscono la narrazione, nel finale ad esempio si può leggere: "Allora si alzò, finalmente senza pesantezza e fardelli attraversò le mura della stanza e andò a cercarlo. Lo trovò a casa, sul divano che dormiva, e allora gli si mise accanto e cercò inutilmente di ricacciare in gola il boccone d'amore che ancora una volta voleva uscire da lei, per spiegargli col linguaggio assurdo dei sogni quello che aveva appena capito, togliendosi con un gesto lento l'orribile camicia da notte che le avevano messo in ospedale. Per mostrargli il suo corpo nudi, graffiato, sanguinante. Guastato dall'amore".   Maria Cozzupoli  

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La recensione di IBS

Finalista premio Campiello 2013.
Il primo strillo di Signorina alla sua nascita "non fu, come ebbero a credere i presenti, il grido rituale di un essere offeso dall’obbligo di nascere, ma l’espressione di disappunto per l’urlo della locomotiva, che da quel momento l’avrebbe inquietata per tutta la vita". Figlia di ferroviere, Signorina doveva il suo strano nome proprio a un treno, quel treno che le fece capire immediatamente che venire al mondo non era tutto rose e fiori. Del resto la famiglia, umile ma dignitosa, in cui era nata non poteva darle molto.
Due fratellastri (figli della prima moglie del padre morta di parto) Leone e Ada, e due fratelli Severo e Olmo, l'avevano anticipata affacciandosi alla vita prima di lei. Vivevano tutti nella casa in mezzo ai binari della piccola stazione costruita per servire soprattutto le vicine terme "quando queste erano diventate la meta preferita di un onorevole lombardo gottoso e biliare. Le acque puzzolenti del Belvedere fin dai tempi dei Romani avevano fama di toccasana per quei tipi di disturbi, anche se forse i miglioramenti dei villeggianti erano soprattutto dovuti alla buona cucina, alle camminate e a un regime di vita più tranquillo rispetto alle loro abitudini". Ma nel tempo quella stazioncina era diventata snodo importante verso il mare, mentre il padre di Signorina faceva un po' di carriera, troncata in seguito da una scelta d'orgoglio.
Un padre ingombrante come abitualmente lo erano quei padri (siamo negli anni immediatamente antecedenti alla seconda guerra mondiale) un padre-padrone non violento, ma misogino e incapace di comprendere come una bambina così sensibile e intelligente meritasse qualcosa di più nella vita di un semplice diploma elementare. "Signorina ha quanto le serve per essere una buona moglie. Si sposerà, avrà dei figli, penserà a loro e al marito": ecco la condanna inflitta dal padre alla figlia, inutilmente difesa dalla maestra - "Signorina ha qualità per fare buone cose. Ha l’oro nelle mani e una fantasia che è un delitto soffocare". E neppure in punto di morte riuscirà a chiedere scusa alla figlia per quella scelta imposta.
La madre? "La Maria non sapeva né leggere né scrivere e di quelle attività aveva un concetto sospettoso e persino peccaminoso. Le ore, il tempo, tutte le giornate che, incollate insieme, componevano la vita, per lei non erano altro che un susseguirsi di atti necessari". Signorina cresce in questo mondo. Aiuterà la sorella Ada, dopo il suo matrimonio sbagliato; andrà "a bottega" per diventare una grande sarta (un lavoro, a detta del padre, "perfetto per una femmina"); resterà a casa coi genitori durante la guerra mentre tutti i fratelli combatteranno sui vari fronti aperti; vedrà distrutto il suo piccolo mondo antico ("le bombe che cadevano dal cielo se ne infischiavano dei giochi dei bambini e dei balli, del muretto vicino alla chiesa, della discesa prima del canale e dei tavolini di metallo del caffè, non gli importava nulla della chiesa e del municipio, del macellaio, del panettiere, della rotonda dove si fermava la corriera che andava e veniva dal Belvedere, perché stavano facendo a pezzi la stazione e i binari e la sartoria che adesso aveva i muri aperti come una vecchia ciabatta"); riaprirà la sartoria dopo la guerra; si sposerà e andrà a vivere altrove con un figlio da crescere bene.
Riccarelli descrive tutto ciò con un linguaggio contemporaneo, ma verista. Sradica gli elementi più tradizionali facendoli rivivere nel contesto nuovo di una società in crisi, ma anche in grande cambiamento. Non perde di vista tutti i suoi protagonisti, anche se li abbandona per qualche pagina. La famiglia e il suo piccolo mondo restano al centro del racconto, corale e individuale al tempo stesso. Le tragedie si alternano con equilibrio alle buone notizie, come in ogni normale esistenza. E adesso che noi sappiamo cosa la vita ha riservato allo scrittore, sappiamo anche perché ha scelto di creare un personaggio, Ivo, il figlio di Signorina, segnato da un particolare destino che lo avvicina al suo creatore.
L'esistenza è fatta di bene e male, di sollievi e difficoltà, di speranza e di delusioni. L'amore graffia il mondo, ma il mondo ha sempre la meglio.
«"L’amore graffia il mondo" è un romanzo - scrive Riccarelli alla fine -. Personaggi, luoghi, situazioni che a qualche lettore potessero sembrare veri o accaduti sono solo il frutto di una sintesi letteraria tra realtà e fantasia, di quella particolare capacità che appunto la letteratura possiede di fornire una verità altra raccontando storie. In altre parole, come ha scritto Antonio Tabucchi, al cui ricordo questo libro è dedicato, raccontando menzogne.»

A cura di Wuz.it

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Conosci l'autore

Ugo Riccarelli

1954, Ciriè (TO)

Ugo Riccarelli, nato a Ciriè nel 1954, apparteneva a una famiglia toscana e aveva vissuto a lungo a Roma, lavorando nello staff del primo cittadino Veltroni prima e con il Teatro di Roma poi.Aveva studiato Filosofia all'Università di Torino "superando tutti gli esami, ma non sostenendo l'esame di Laurea"."Per molto tempo - scriveva sul suo blog - mi sono occupato di azione e promozione culturale in campo scolastico e teatrale, aprendo un cineclub, fondando un gruppo teatrale, lavorando in biblioteche civiche. Nel 1985 ho iniziato il mio percorso di emigrante al contrario, cominciando a scendere a Sud, verso Pisa dove ho vissuto per 16 anni continuando ad occuparmi di teatro. È di questo periodo la collaborazione con Il Teatro del Tè diretto da Claudio Neri, con...

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