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Contro l'arte romanica? Saggio su un passato reinventato
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Contro l'arte romanica? Saggio su un passato reinventato - Xavier Barral i Altet - copertina
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Contro l'arte romanica? Saggio su un passato reinventato

Descrizione


Da qualche decennio l'arte romanica è alla moda. La si osserva archeologicamente, la si studia con moderni metodi filologici, la si visita persino nei viaggi organizzati. Piace la sua austerità imponente, la sua essenzialità percepita come segno di una forte religiosità, la sua facies nuda, spoglia, sobria. Ma la basilica di Ripoll o il Fondaco dei Turchi a Venezia sono veramente edifici romanici? Le cupole della cattedrale di Périgueux o la facciata di quella di Le Puy sono davvero medievali? Le statue lignee raffiguranti la Madonna e Cristo con il volto nero erano proprio così brutte e scarnificate? Ma l'arte romanica che oggi abbiamo davanti ai nostri occhi corrisponde davvero a quella medievale? In questo libro si mette in discussione il concetto stesso di romanico e di arte romanica, ne si indagano le origini, e soprattutto si contestualizza la sua genesi storiografica nel particolare contesto culturale della prima metà dell'Ottocento, quando in tutta Europa per la prima volta si scoprì, come d'improvviso, la produzione artistica anteriore all'avvento di quella maniera di costruire che Vasari definì come tedesca o portata dai Goti. In quei decenni segnati dalle campagne napoleoniche e dal Congresso di Vienna, tra Neoclassicismo e Romanticismo, i paesi dell'Europa decisero di riappropriarsi del proprio passato nazionale, catalogando, restaurando, studiando e anche ricostruendo l'arte costitutiva di ciascuna nazione: il romanico.
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Dettagli

2009
1 aprile 2009
Libro universitario
X-345 p., ill. , Brossura
9788816408685

Valutazioni e recensioni

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Gaetano
Recensioni: 5/5

Ho studiato ed apprezzato “Contro l'arte romanica? Saggio su un passato reinventato” in occasione di un esame all’università, ciò non implica che non possa essere letto per semplice curiosità anche da profani dell’argomento, infatti a differenza di un classico manuale necessario a chi vuole fare della materia il proprio lavoro ma che ad altri possa presentarsi pesante da seguire, “Contro l'arte romanica? …” si presenta come un libro molto scorrevole in cui il professor Barral ci guida, mettendo a volte anche in discussione concetti ormai entrati stabilmente nei famosi manuali, proponendoci determinate questioni da altri interessanti punti di vista, mostrandoci del romanico non solo chiese, ma esplorando il romanico a 360° dalle architettura ai capolavori di oreficeria, dalla miniature agli arazzi etc. , inoltre dedicando interessanti paragrafi a come siano nate determinate raffigurazioni. Concludendo come si è già capito è un libro che consiglio vivamente.

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roberta
Recensioni: 5/5

L’ho usato per preparare arte medievale all’università. A parer mio molto tecnico, incentrato sull’architettura in Francia e in Spagna . Consigliato a chi ha un minimo di infarinatura di arte o di architettura. Libro davvero bello e interessante

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n.d.
Recensioni: 5/5

Sguardo originale e competente sul romanico

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Voce della critica

A partire dalla consapevolezza del peso storico-culturale e dei condizionamenti esterni che le hanno caratterizzate, Xavier Barral i Altet riflette sulle dinamiche dell'individuazione e della narrazione del romanico. L'"impresa di decostruzione" dell'identificazione stilistica mette a frutto le esperienze di studio e la vasta cultura storiografica per fornirci, anzitutto, un panorama degli aspetti meno noti e fortunati dell'arte dell'XI e del XII secolo. Più che "contro" di essa, il volume si concentra "contro" i luoghi comuni che hanno caratterizzato le vicende critiche di uno stile "inventato": ovvero, non di antica tradizione come il gotico, ma di definizione ottocentesca, e soprattutto valutato per l'affermarsi delle identità regionali e nazionali. La trattazione si concentra sugli "errori storiografici" per evidenziare, ad esempio, quanto fosse ideologico il riconoscimento di una comunità nella cattedrale cittadina o sia stato sopravvalutato il ruolo delle vie di pellegrinaggio, e in particolare di quella per Santiago de Compostela; oppure anche quanto fossero orientati i restauri integrativi o i (de)restauri novecenteschi, con gli inevitabili condizionamenti sulla percezione di un'arte che è stata illustrata in bianco e nero e per branche distinte pur avendo nel colore e nell'interdipendenza fra le tecniche i suoi tratti distintivi. Indicatori sensibili delle tendenze interpretative sono riconosciuti negli aspetti terminologici e nelle scelte delimitative, cronologiche e geografiche. In quest'ottica si riflette su come il romanico inizi e finisca in momenti diversi in ogni paese e se ne discute l'internazionalismo a favore di una visione regionalistica, che a sua volta asseconda una tendenza critica attuale nel ridimensionare le testimonianze del movimento di persone e opere. Le Fonti storiche, tecniche e descrittive e le Letture storiografiche che chiudono il volume contribuiscono a evidenziare come gli storici dell'arte possano usare categorie e strumenti di indagine connotati, anche inconsapevolmente e senza conoscerne la genesi storica: troppo spesso – anche per i non storici dell'arte – per non prestare attenzione ai problemi apparentemente specialistici discussi in questo libro.
Alessio Monciatti

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