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Cosa resta della gratuità? - Jean-Luc Nancy - copertina
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Cosa resta della gratuità?

Descrizione


Che spazio può esserci per la gratuità se a prevalere oggi è l'ethos dell'efficienza? La strada che Nancy ci invita a percorrere consiste nell'andare alla radice di ciò che si deve intendere per "riconoscimento del debito". Un inedito di Nancy che riflette sul concetto di dono, di libertà e sul legame mai scontato che si instaura tra debitore e creditore.
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Dettagli

2018
1 marzo 2018
48 p., Brossura
9788857545349

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alida airaghi
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“Cosa resta della gratuità?” nella società contemporanea dello scambio, in cui ogni individuo è inserito in rapporti di corrispondenza vicendevole con gli altri? Nancy sottolinea “È certo che nessuna forma di scambio può essere gratuita. Le due nozioni si escludono. Lo scambio implica una reciprocità”. Se auguriamo “Buongiorno” incontrando qualcuno, ci aspettiamo di essere salutati allo stesso modo; usando il denaro ci attendiamo un profitto, sia in un acquisto sia in un investimento. La gratuità, quindi, per l’homo oeconomicus non ha senso: a un dono corrisponde un controdono, e forse solo nella natura esiste un dono senza ritorno (George Bataille diceva che “il sole dà senza mai ricevere”). Anche la generosità più disinteressata attende un beneficio perlomeno simbolico, cioè di essere ricambiata in termini di potere, distinzione, riuscita, identità: in termini di “riconoscimento del debito”. Debito che non va circoscritto alla sola sfera finanziaria, ma presuppone comunque il rapporto che intercorre con l’altro in ogni campo dell’esistenza, compreso quello sessuale: un rapporto che è sempre di ostilità o accettazione, di rifiuto o desiderio. Il “do ut des” degli antichi rimane pertanto basilare, perché credito e debito creano in primo luogo un legame, un vincolo tra “animali parlanti”. Secondo Nancy “noi siamo” nel momento in cui “siamo-con”, “co-esistiamo”, pretendendo di essere riconosciuti dagli altri, non solo nei termini dell’avere (dell’appropriazione o dello sfruttamento) ma soprattutto in quelli dell’essere. Nessun gesto, in tale prospettiva, può quindi definirsi gratuito: tuttalpiù “grazioso”, perché crea un debito che può essere saldato o non onorato, ammesso o rifiutato, e necessariamente spalanca un baratro tra chi dà e chi riceve, tra chi desidera essere riconosciuto e chi riconosce (o no): “Anche ciò fa parte della strana grazia che ci è fatta di esistere”, conclude Jean-Luc Nancy, e di esistere-con.

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Jean Luc Nancy

1940, Bordeaux

È uno dei piú importanti filosofi contemporanei. Dopo aver completato gli studi di filosofia a Parigi, ottiene il suo dottorato con un lavoro su Immanuel Kant con Paul Ricoeur. È stato professore di Filosofia nelle Università di Strasburgo e San Diego in California. Ha insegnato anche a Berkeley, Berlino, Irvine e San Diego. Tra i suoi libri tradotti in Italia ricordiamo: Il peso di un pensiero (Mimesis, 2009), Sull’amore (Bollati Boringhieri, 2009) e Corpo teatro (Cronopio, 2010).

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