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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2010
Un "piccolo classico" della letteratura partenopea che è anche una straordinaria rappresentazione della natura umana.
Secondo don Gennaro Bellavista, professore partenopeo purosangue, troppe sono le banalità che si dicono e si scrivono su Napoli e sui suoi abitanti, sul suo mare e sul suo Vesuvio col pennacchio. La vita a Napoli è ben altra cosa. È un'arte sottile. «Solo a Napoli ognuno vive in un'inebriata dimenticanza di sé» scriveva Goethe, felicemente sorpreso. Ma non solo a Napoli, scrive Luciano De Crescenzo, il sorriso e il sentimento aiutano l'intelligenza nel mestiere di vivere, sempre seguendo l'infallibile ricetta del professor Bellavista, che «è pure abbastanza facile da ricordare: metà amore e metà libertà».Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una esposizione di meridione colorato di molteplici sfumature che ben ne rappresenta l'identità e la fa apprezzare anche al più coriaceo interlocutore moderno
Rileggere a distanza di alcuni anni “Così parlò Bellavista”, magari in una nuova edizione, lascia nel lettore la stessa gradevole sensazione della prima volta; forse anche questo spiega perché questo libro sia diventato ben presto un best-seller. Non il solito libro con taglio folcloristico su Napoli, fatto di luoghi comuni triti e ritriti, ma un compendio della "napoletanità", una sintesi dello “spirito”, dell’anima di una città dai mille volti, sempre uguale e sempre diversa. Protagonista è il professor Gennaro Bellavista, novello Socrate che, sul modello dei dialoghi platonici, si intrattiene in lunghe “chiacchierate filosofiche” (leggere e divertenti, mai banali) con i suoi improvvisati seguaci (Salvatore, Saverio, etc.), illustrando teorie su grandi temi come l’amore, la libertà e la giustizia e facendone oggetto di discussione da parte dei suoi “allievi”. A ciascun capitolo di contenuto filosofico ne segue uno, svincolato dalla trama, nel quale viene riportato un aneddoto, un piccolo racconto ambientato a Napoli, con la evidente funzione di allentare la “trattazione filosofica” e strappare al lettore un ulteriore sorriso. Solo qui forse De Crescenzo indulge un po’ di più al folklore, allo stereotipo su Napoli, ma sempre con misura e appropriatezza; regalando pillole di saggezza popolare e di filosofia spicciola senza mai scadere nella banalità. La leggerezza della trattazione e la profondità dei temi sono il filo conduttore che accompagna il lettore dalla prima all’ultima pagine di questo libro in cui De Crescenzo sa essere appunto sempre "leggero e profondo" al tempo stesso. A ciò si aggiunge un umorismo, un umorismo sano intelligente che traspira da tutte le pagine. Un libro intramontabile; un best-seller che, a oltre quarant'anni dalla pubblicazione, conserva sempre la freschezza del libro da poco dato alle stampe. Ha quarant'anni questo libro, ma non li dimostra.
Bellissimo. Da leggere e rileggere. Oltre alla rapprentazione di Napoli e dei suoi abitanti, una raccolta di massime e insegnamenti di vita. Filosofia che si accompagna al folklore.
Recensioni
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