L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Promo attive (0)
In appendice il testo della “Costituzione americana”
A cura di Valeria Ottonelli
Postfazione di Flavio Baroncelli
scheda di Rigotti, F., L'Indice 1998, n. 1
Che l'atto di ingresso in società tramite contratto sia una "fictio" giuridica, un "als ob", ce lo ha fatto capire il ginevrino e ce lo ha ripetuto Rawls. Invece la critica di Spooner alla costituzione americana del 1787 (lodevolmente riportata in appendice) discende tutta da un presupposto "realistico": secondo Spooner un contratto, per essere valido, deve essere stipulato da persone fisiche in rapporto tra loro, messo per iscritto, firmato dalle parti. Senza questa procedura un contratto non ha alcuna autorità e non produce alcun obbligo. Tra le diverse correnti del pensiero anarchico americano, la critica di Spooner è sicuramente affascinante nella sua coerenza e disarmante nella sua ingenuità: nel leggerlo non si può non convenire con le osservazioni del suo autore, che interpretava la costituzione americana come se "il significato di ciò che leggeva fosse quello che appariva immediatamente all'intelletto". In realtà, commentava Spooner in un altro dei "No Treason*, molti governanti ritengono la costituzione come null'altro che una raccolta di belle frasi che nessuno intende davvero realizzare. La questione del consenso che tanto intrigava Spooner rimane comunque centrale anche per la filosofia politica contemporanea: perché le leggi dello stato devono obbligare noi e soprattutto perché dovrebbero obbligare i posteri? Al massimo ci si può augurare, nel piantare un albero come nello scrivere una costituzione, che i discendenti possano usufruire felicemente dei suoi frutti, ma la decisione di ereditare l'uno e l'altra è riservato a loro e solo a loro.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore