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Cotto - Michael Pollan - copertina
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Cotto

Descrizione


Quanto più invadenti sono i presunti virtuosismi di aspiranti cuochi, tanto meno sappiamo mettere in tavola qualcosa di decente. Michael Pollan, si sa, ama i paradossi, e nel tentativo di sciogliere quello alla base del suo nuovo libro è partito per un viaggio sulle piste dei quattro elementi con cui da tempo immemorabile cuciniamo (acqua, aria, terra, fuoco), e a caccia dei piccoli, affascinanti misteri che i maghi, non tanto della cucina ma della preparazione dei nostri alimenti, rivelano a chi sa ascoltarli. Un'avventura che lo ha portato molto lontano: a vagare nelle immense fornaci del locale nel North Carolina dove si allestisce un barbecue leggendario in tutti gli Stati Uniti o ad apprendere da un grande fornaio per quali vie sottili e imprevedibili acqua e aria trasformino il grano in pane, oppure ancora a curiosare nei laboratori di quegli autentici domatori di germi e batteri che sono i maestri della fermentazione - formaggiai e birrai. Ma altrettanto appassionanti sono gli esperimenti che Pollan compie tutti i giorni al tavolo della sua cucina, e di riflesso della nostra: che dopo aver letto questo libro non riusciremo più a guardare (né a usare) nello stesso modo.
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Dettagli

2014
27 agosto 2014
506 p., Brossura
9788845929144

Valutazioni e recensioni

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Tulipano Nero
Recensioni: 5/5

Un libro che parla di cibo dove storia, filosofia, ricerca scientifica, cultura alimentare e tradizioni, si intrecciano in un racconto autobiografico. Pollan ci coinvolge nelle sue esperienze in cucina affrontandole dal punto di vista dei quattro elementi: terra, fuoco, acqua e aria.

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Voce della critica

  Un fantasma si aggira per le cucine del mondo: il mito della cucina mediatica, che sottintende lo spegnimento dei fornelli e l'accensione della televisione. Il cibo come sit-com o dibattito post-sgarbiano spopola nel mondo. Pollan argutamente sottolinea infatti che uno degli scopi del suo libro è cercare di "risolvere un singolare paradosso, che avevo notato guardando la televisione: come mai – nel preciso momento storico in cui stavamo voltando le spalle alla cucina, mettendo la preparazione di gran parte dei nostri pasti nelle mani dell'industria alimentare – noi americani abbiamo cominciato a passare cosi tanto tempo a pensare al cibo e a guardare altra gente che lo cucina in televisione?". I ventisette minuti in cucina al giorno degli americani sono meno di una puntata di un serial culinario, alla hell kitchen! In Italia la situazione è forse un poco migliore, anche per gli insegnamenti di SlowFood e l'impero delle Eatily e affini, ma certo il cibo "a chilometro zero" si deve scontrare con la miriade di programmi televisivi statunitensi, australiani, inglesi e le produzioni italiane, fra bimbi ammaestrati, cuochi sapienti, dame di carità, iperboli disgustose quanto certi piatti impiattati. Come ha ben scritto il "New York Times", nella lista dei libri da leggere almeno una volta nella vita, Il Dilemma dell'onnivoro di Pollan (cfr. "L'Indice" 2014, n. 10) è roba da top ten. In realtà, tutti i libri di questo scrittore elevato al rango di profeta del mangiar bene, sono letture imprescindibili. Il nuovo Cotto, Storia naturale della trasformazione, già allettante dal titolo, è stato un buon successo internazione. Il libro parla dei quattro metodi per trasformare il cibo crudo in alimenti nutrienti e commestibili: fuoco / grigliare, acqua / bollire, aria / panificare, terra / fermentare. Tra aneddoti personali, dati scientifici e percorsi storici, Pollan, grande affabulatore e grande reporter della contemporaneità, spiega come cucinare sia il principale collante dell'umanità, il solo modo per ridurre la dipendenza dalle grandi multinazionali del cibo. Certo non manca un poco di retorica (il sapore della lingua e quello sulla mano), ma è di quella "buona". Pollan, oltre a scrivere bene, è avventuroso: si cimenta in esperienze dirette e in tutte ci mette un poco di gargantuesca cucina estrema (vedi la parte prima, Fuoco, e le descrizioni dei "re del barbecue", i titanici pitmasters), mescolata con aneddoti, antropologia contemporanea, storia sociale. È interessante notare come Pollan sia realmente onnivoro anche sul piano delle citazioni e delle fonti di ispirazione. Il suo accenno alle teorie recenti sul ruolo del cibo e della sua preparazione nell'antropogenesi e nello sviluppo del cervello è molto aggiornato e stimolante, proponendo ad esempio le ipotesi del primatologo Richard Wrangham che, nel suo libro Catching Fire, ha ipotizzato che il successo evolutivo di homo sia legato alla capacità di cuocere il cibo. QQuesta tesi è stata riaffermata di recente da una brillante neurobiologa brasiliana, Suzana Herculano-Houzel, che ha valutato in 86 miliardi il numero di neuroni nel cervello dell'uomo e si è subito domandata: ma come possiamo "permettercene" tanti? La risposta data da Suzana Herculano-Houzel e da vari altri antropologi pone effettivamente l'accento sulla cottura del cibo. Homo erectus fu il primo dei nostri antenati a cuocere i cibi: questa pratica consentì di ricavare più calorie dalle sostanze consumate e di diminuire di conseguenza le ore dedicate alla ricerca del cibo. Come avrete capito, Cotto non è un libro di cucina, ma un'opera a tanti strati e tanti livelli, molto godibile. In qualche modo tuttavia, il nostro grande giornalista-esploratore cade anche lui nella trappola di proporre ricette, forse su spinta dell'editore o forse su spinta della vanità. Le quattro ricette, ad esempio Barbecue di spalla di maiale son gloriose avventure, che consiglierei con cautela ai quieti marcovaldi italiani. Le conclusioni di Pollan sono in realtà utili e significative: "Forse la cosa più importante che ho imparato tra i fornelli è che la cucina ci coinvolge in un'intera rete di relazioni sociali ed ecologiche: con le piante e gli animali, con il suolo, con gli agricoltori, con i microbi all'interno e all'esterno del nostro corpo e, naturalmente, con le persone che traggono nutrimento e piacere da ciò che cuciniamo. Più di qualsiasi altra cosa, quello che ho scoperto in cucina è che cucinare crea legami. La cucina — di qualsiasi genere, quotidiana o estrema che sia — ci colloca in una posizione molto speciale di confine, tra il mondo naturale da un lato e il mondo sociale dall'altro. Il cuoco sta esattamente fra natura e cultura, e guida un processo di traduzione e negoziato; dal suo lavoro, tanto la natura quanto la cultura emergono trasformate. E ho scoperto che, nel processo, si trasforma anche il cuoco". Insomma, lo zen e l'arte della cucina.   Aldo Fasolo

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Conosci l'autore

Michael Pollan

1955, Long Island (New York)

Docente universitario all'Università di Berkley e collaboratore con numerosi giornali e riviste americane. Rappresenta una voce viva e poco ortodossa all'interno del dibattito globale sull'alimentazione. Tra i libri pubblicati in Italia ricordiamo La botanica del desiderio. Il mondo visto dalle piante (Il Saggiatore 2005), Il dilemma dell'onnivoro (Adelphi 2008), In difesa del cibo (Adelphi 2009), Cotto (Adelphi 2014).Nel 2014 vince il Premio Nonio Risit d'Aur 2013 con la seguente motivazione: "Con profonda cultura e attenzione, ci porta nel mondo dei cicli naturali dell’agricoltura e dell’allevamento, legati da armonie ancestrali. Attento e implacabile analista dell’alimentazione, attraverso saggi scientifici e storicamente ineccepibili, ci illumina con uno stile...

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