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 Critica della ragion criminale -  Michael Gregorio - copertina
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Critica della ragion criminale
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 Critica della ragion criminale -  Michael Gregorio - copertina
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Descrizione


Prussia, 1804. Perché il grande filosofo Immanuel Kant conserva in un laboratorio segreto le teste spiccate delle vittime dei delitti orrendi che da qualche tempo fanno pensare ai buoni cittadini di Koenigsberg che la città è invasa dalle potenze oscure, forse dal Demonio? Che cosa sta cercando Kant? Chi è il vero autore del manoscritto maledetto "Critica della ragione criminale" che sembra avere a che fare con le uccisioni? E perché a indagare sui crimini viene chiamato il giovane procuratore Hanno Stiffeniis che proprio a Kant ha confessato di essere stato affascinato dalla possibilità del delitto gratuito quando a Parigi ha visto ghigliottinare il re?
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Dettagli

2006
24 ottobre 2006
445 p., Brossura
9788806180300

Valutazioni e recensioni

2,83/5
Recensioni: 3/5
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Recensioni: 3/5
Kant & lo Squartatore

Lo pseudonimo dell'autore Michael Giacchino è dovuto al nome di Michael Jacob, insegnante di Inglese, e al cognome di Daniela Di Gregorio, insegnante di Storia e Filosofia, entrambi docenti a Spoleto. A lui/loro si deve la serie di romanzi gialli ambientati in Prussia all'epoca delle guerre napoleoniche e con protagonista Hanno Stiffeniis, magistrato di Lottingen e soprattutto antico allievo del filosofo Immanuel Kant: Critica della ragion criminale (Einaudi Stile Libero Big, 2006) è il primo dei suoi casi. Lo pseudobiblion che dà il titolo al romanzo in questione è scritto dal sommo filosofo Kant che, dopo aver esplorato la "Ragion pura" e la "Ragion Pratica", nella sua ricerca della verità si è lasciato sedurre dal fascino del Male assoluto. Il manoscritto maledetto viene ritrovato a Konigsberg in concomitanza con il susseguirsi di una serie di delitti talmente inspiegabili da chiamare in causa il Diavolo in persona, e il suo Artiglio in particolare. Il grande problema è che non riusciamo ad empatizzare con il personaggio principale, superbo ma gretto, ambizioso ma cieco, dice di seguire il Metodo razionale ma incappa in una falsa pista dopo l'altra che allungano il brodo con la conseguenza di annoiare il lettore. Il lessico è adeguato all'epoca del racconto ma la scrittura si dilunga in aggettivi e descrizioni dei sentimenti, incede in pesanti atmosfere gotiche, come fosse un romanzo a puntate quando invece tutto poteva essere condensato in un thriller con meno parole...

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Mark
Recensioni: 4/5

Un bel romanzo thriller che però va preso per quello che è, opera di fantasia. Non si può chiaramente prenderlo a riferimento per capire davvero Kant. Non un capolavoro ma comunque buono.

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teo
Recensioni: 4/5

Molto appassionante, un bel thriller. All'origine del crimine c'è sempre una critica profonda alla ragione. Molto affascinante lo sviluppo delle pratiche alla base della scienza forense, per come la conosciamo noi oggi.

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Recensioni

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Voce della critica

Un'avvertenza: chi ama Kant potrà patire questo romanzo, dove il filosofo ormai senescente – e se ne vedrà la morte – appare una figura sgradevole se non un rimbambito. Ma, più in generale, la lettura di Critica della ragion criminale lascia un sapore strano: e non solo per il senso di malessere (colpa, orrore, inadeguatezza) che accompagna l'intero corso dell'indagine del giovane magistrato Hanno Stiffeniis, strappato all'autoesilio nella tranquilla Lotingen per una misteriosa convocazione regia e la caccia a un demoniaco assassino nella città di Königsberg. Opera di "Michael Gregorio" (che il tam-tam del web svela per pseudonimo di una coppia di Spoleto, l'inglese Michael Jacob e l'italiana Daniela De Gregorio), il libro può vantare una scrittura fluida e una certa originalità, e nonostante la relativa mole galoppa in un continuo ribollire di sorprese, delitti, mostruosità. Mentre Napoleone minaccia la Prussia e Königsberg sembra travolta dal panico e dalla sragione, Stiffeniis avanza a tentoni nell'indagine, causando nuove vittime con le proprie goffaggini e trovando sostegno solo nel pensiero dei cari lontani, nel buon senso dell'assistente Koch e in un nuovo approccio criminologico varato nientemeno che dal veneratissimo Kant. Dovrà confrontarsi con trame giacobine e stregonerie, omertà militaresche, torbide curatrici e spie, cannibali, profezie, farfugliamenti di morti; non manca neppure un manoscritto favoloso (quello del titolo, appunto), che emerge all'improvviso dalle pieghe più imbarazzanti della vicenda.
In scena è la Germania paleoromantica di Hoffmann, e tuttavia i deliri e le ombre recano qui il peso della carne violata dal delitto o da atrocità esistenziali altrettanto devastanti; ci sono gli sfondi di Caspar David Friedrich, ma la loro serenità crepuscolare lascia il posto a un inverno livido di degradazione, tra la cupa e labirintica fortezza, i boschi innevati percorsi da lupi e una marina maleodorante coi carcerati pronti alla deportazione. In effetti, Critica della ragion criminale è più un convulso, compiaciuto gioco fantastico – l'avrebbero, pare, ispirato i Grimm – che un vero thriller: una storia alla Tim Burton con il solito cast un po' sopra le righe (compreso Christopher Lee nei panni dello swedenborghiano dottor Vigilantius), ma di ironia assente o almeno diversa, metatestuale. Il romanzo avvince per trama e qualità di scrittura: il problema è che, da un certo punto in poi, all'indubbia suggestione d'atmosfera e alle attese accumulate non risponde uno sviluppo convincente. I misteri che costellano la storia (dal principale legato ai delitti alle pagine oscure della vita di Stiffeniis) tendono a sgonfiarsi in soluzioni forzate o assurde, ben oltre il gioco sulla fragilità della ragione e le debolezze delle verità ufficiali, oppure in scoperte un po' deludenti. Il lettore condivide con il protagonista il senso di contaminazione e di male, ma anche perché lo spettacolo tanto insistito e disinvolto della devastazione fisica, all'insegna della necrofania più modaiola, lascia addosso una certa inquietudine sul crescendo necessario a stimolare emozioni. E l'equivoco di scambiare (e magari far scambiare) un onesto prodotto fantastico di genere per un thriller filosofico, finisce con il nuocergli persino immeritatamente – mentre nell'ombra, a quanto pare, già si macchina un sequel.
  Franco Pezzini

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Conosci l'autore

Michael Gregorio

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Michael Gregorio, alias Michael Jacob e Daniela De Gregorio, insegnano - lui Inglese e Storia della fotografia, lei Storia e Filosofia - a Spoleto. Con Einaudi hanno pubblicato Critica della ragion criminale (SuperET, 2008), I giorni dell'espiazione (Stile libero Big, 2007) e Luminosa tenebra (Stile libero Big, 2010).Daniela De Gregorio"Sono nata a Spoleto nel 1950, figlia unica. Mi sono laureata a Perugia in Filosofia. Mio padre Giuseppe De Gregorio, è un pittore abbastanza famoso della così detta corrente astrattista, mentre mia madre fu eletta 'Miss Spoleto' subito dopo la guerra.Avevo solo una possibilità rimasta: scrivere! Ma anche quando i nostri libri sono stati pubblicati non ho smesso di insegnare filosofia in un Liceo classico a Spoleto."

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