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La cura dell'acqua - Percival Everett - copertina
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La cura dell'acqua - Percival Everett - copertina
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Descrizione


La vendetta come risposta alla violenza. La tortura come metodo e soluzione. Il sogno americano fatto a pezzi. Un romanzo ricorsivo, nevrotico, grondante sangue e dolore. Una delle più sofferte e introspettive proteste dei nostri tempi.

Ishmael Kidder è stordito dalla sofferenza: hanno ammazzato la figlia di appena undici anni dopo averla violentata. Incapace di sopportare il dolore, rapisce e segrega nella sua cantina il maggiore indiziato, e inizia a torturarlo. La "cura dell'acqua" è la più atroce delle sevizie a cui lo sottopone: dopo essere stato immobilizzato, Ronnie o W, la vittima, viene incappucciato e gli viene fatta colare acqua sul viso, in modo che abbia costantemente la sensazione di morire annegato. Pubblicato negli Usa nel 2007, arriva in Italia l'ultimo romanzo di Percival Everett. Un esplicito atto d'accusa nei confronti dell'amministrazione Bush.
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Dettagli

2008
3 gennaio 2008
194 p., Brossura
9788888389899

Valutazioni e recensioni

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orlando swinton
Recensioni: 5/5

Mioddìo, ma la recensione di mr. Novaro proveniente da 'L'Indice' vi farebbe venir voglia di leggere questo libro, che è duro, sperimentale, straziante e caustico insieme? Forse no. Duro mestiere quello del critico, che vive di scrittura altrui. Meglio immergersi nelle pieghe (e nelle piaghe) vive del romanzo di Percival Everett, una delle voci letterarie più degne di essere ascoltate negli ultimi tempi. Solo per palati raffinati.

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Voce della critica

Dopo Cancellazione (Instar, 2007; cfr. "L'Indice", 2007, n. 6) e Glifo (Nutrimenti, 2007; cfr. "L'Indice", 2007, n. 9) ecco il terzo libro (su una quindicina) di Percival Everett tradotto in Italia, di nuovo da Nutrimenti per la collana "Greenwich", una delle poche vere collane di progetto presenti sul mercato editoriale italiano, che ha assunto il lavoro e la figura dell'autore a manifesto programmatico della collana, radicandola in un ritorno a sperimentazioni linguistiche che da tempo erano assenti dalle nostre librerie.
In una logica recisamente postmoderna, La cura dell'acqua rende la trama, esile sino alla scomparsa, carsico collante fra materiali diversi, schiacciata sul suo ruolo di funzione coesiva. Ishmael Kidder, separato dalla moglie che ha un nuovo compagno, scrive sotto segretissimo pseudonimo romanzi rosa di grande successo; la loro figlia undicenne viene rapita, violentata e uccisa; Ishmael rapisce il principale sospettato e lo sottopone a tortura, fra le quali la cura dell'acqua, sistema che il suo paese, gli Stati Uniti, usa nei confronti di sospetti terroristi.
Sulla copertina dell'edizione italiana si riporta: "Mi vergogno quando il mio paese stupra il mondo", a orientare l'interpretazione primaria. Il testo è un ragionamento in forma non analitica sull'attuale deriva della politica estera americana. Oltre la metafora di base che vede l'io narrante in una sorta di mimesi ideologica fra il caso individuale (la propria esperienza) e quello pubblico (l'America che reagisce all'11 settembre), il funambolismo strutturale, lessicale, evocativo, che è consueto in Everett, qui è al servizio di un tentativo arduo ma che risulta efficace: essere America, e non descriverla. La quarta di copertina riporta una dichiarazione dell'autore: "Il libro rappresenta la mia reazione ai crimini di guerra commessi dal mio paese. (…) Ho dovuto ritagliare un posto dentro di me dove poter immaginare di trattare una persona in modo così crudele". L'editore dichiara che il libro "È stato scritto e illustrato (…) su vari quaderni ad anelli e fogli sparsi (…). L'autore non aveva intenzione di scrivere il libro in ordine cronologico per poi, letteralmente, mischiare le carte: (…) si presenta infatti nello stesso ordine in cui è stato composto", operando una sovrapposizione fra io narrante e autore. L'io narrante, infatti, in uno dei tanti filoni che percorrono il libro, ribadisce il fatto di stare scrivendo degli appunti, ragiona sulla frammentarietà e sui suoi valori di pratica e comunicativi.
L'uso di questa frammentarietà permette a Everett di agire le pulsioni profonde che gli paiono animare il suo paese: non solo il suo personaggio si comporta metaforicamente come America, ma pensa, e comunica come tale, riuscendo nel difficile intento di consegnarci una comunicazione autistica, interamente immersa nel suo paradosso, molto vicina all'ossessività autointerrogante dell'adolescenza. I fatti – e la trama – sono come svaniti, evaporati a favore di una continua assertività introflessa che può dire l'altro solo annientandolo, e che può annientarlo solo riducendolo a simbolo, privo di ogni soggettività. L'affastellato sovrapporsi di tutti i vari materiali che Everett/Kidder compone hanno come cifra comune la volontà di evitare ogni domanda che non sia fornita di risposta, in una scotomizzazione raggelante del dubbio. Il libro è noioso, irritante, violento, spesso ottuso, è puerile e autocentrato, così come Everett pensa che sia oggi l'America. Federico Novaro

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Conosci l'autore

Percival Everett

1956, Fort Gordon (USA)

Personaggio schivo ma eclettico, è stato chitarrista jazz, addestratore di cavalli, rancher e professore di liceo, oltre che distinguished professor alla University of Southern California, dove le sue lezioni sono diventate leggendarie. La scrittura è indubbiamente l’attività che gli ha riempito di più la vita, anche perché scrive sempre e solo a mano sugli inseparabili quaderni ad anelli. Di libri ne ha sfornati circa uno all'anno, tra romanzi, raccolte di racconti e poesie, saggi, passando in rassegna quasi tutti i generi letterari. La critica lo ha definito “uno dei più coraggiosi scrittori sperimentali degli ultimi anni”. I suoi libri sono tradotti e apprezzati in tutto il mondo.Tra i suoi libri pubblicati in Italia: Glifo (Nutrimenti...

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