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L'esperienza "repubblicana" del 1798-99 e il Decennio francese hanno rappresentato uno spartiacque fondamentale per l'Abruzzo e per il Mezzogiorno; la storiografia abruzzese non ha però prodotto finora una riflessione aggiornata su questa convulsa stagione. Con questo lavoro si cerca di colmare tale lacuna, seguendo le vicende delle principali città abruzzesi d'antico regime (Teramo, Chieti, Lanciano e L'Aquila) con particolare attenzione alla conflittualità politica e fazionale all'interno delle élites urbane. Nei mesi "repubblicani", durante la prima restaurazione e nel Decennio francese pare delinearsi una persistenza di schieramenti e gruppi, seppur con nuove valenze politiche e contenuti più generali. Nella "provincia" e nel contado, anch'essi oggetto di attenzione nel volume, il conflitto politico e quello sociale appaiono strettamente legati: si è perciò cercato di superare una lettura esclusivamente "sociale" di fenomeni come l'insorgenza e il brigantaggio e di mostrare come capimassa e briganti agissero perseguendo precisi obiettivi politici, attribuendosi altresì la "rappresentanza" degli interessi popolari.
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