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Un cinema che produce emozioni, pensieri e universalità eludendo qualsiasi banalizzazione di atrocità che non avrebbero mai dovuto essere
Trama
Per Claude Lanzmann (Shoah) è la testimonianza la forma privilegiata per dire l'esperienza concentrazionaria e rendere conto del fenomeno genocidario. Il bisogno di raccontare agli altri, di fare gli altri partecipi, fu un "impulso immediato e violento" sorto già all'interno dei lager con lo scopo evidente di liberarsi dall'orrore. Le prime testimonianze, prodotte a ridosso di una guerra che si voleva soprattutto dimenticare, non trovarono ascoltatori sensibili e disposti. Perché era difficile rendere conto dell'inimmaginabile, perché la società voleva fortemente voltare pagina. Bisognerà attendere il 1961 e il processo Eichmann, che sollecitò le testimonianze dentro una prospettiva giudiziaria, per "liberare" finalmente la parola, che divenne insieme imperativo sociale e necessità interiore.
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