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Dettagli

2021
14 ottobre 2021
272 p., Rilegato
9788834604694

Descrizione

Paola Mastrocola e Luca Ricolfi per la prima volta insieme in un libro per denunciare a due voci il paradossale e tragico abbaglio della scuola democratica, che, nata per salvare i più deboli, oggi di fatto ne annega le speranze. Due voci, di cui una lancia un'ipotesi e l'altra la raccoglie, provandola con la forza dei dati, testandola con modelli matematici e arrivando alla conferma. Sì, è così: una scuola facile e di bassa qualità allarga il solco fra ceti alti e ceti bassi. Un disastro, di cui rendere conto e chiedere scusa, ai ragazzi e alle loro famiglie. Questo libro è un j'accuse, spietato e dolente, e al tempo stesso un atto d'amore verso il mondo della scuola e dell'università, i docenti, gli studenti. È un grido d'allarme che i due autori hanno lanciato più volte nei loro libri, in questi anni. Un grido sempre andato perso, ma doveroso, e ora più che mai disperato. Perché non c'è più tempo. Ma anche perché proprio questo tempo sospeso e minaccioso, in cui ci troviamo ora a navigare, è forse il più adatto per scardinare vecchi schemi ideologici e provare a cambiare tutto.

Valutazioni e recensioni

4,3/5
Recensioni: 4/5
(9)

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.

Recensioni: 5/5

L'ipotesi dei due autori (l'abbassamento del livello didattico aumenta le disuguaglianze nella società) è ampiamente verificata sia dall'enucleazione del meccanismo alla base del fenomeno sia dalla loro indagine statistica. Tra l'altro, è stata una buona idea ricercare nei dati una conferma che altrimenti sarebbe rimasta lettera morta, per quanto fosse evidente. Gli unici difetti del libro sono: l'analisi complessiva descritta è troppo sbilanciata sulle materie letterarie (è il campo della Mastrocola) senza commenti di rilievo sulla matematica o su altre materie; il tono quasi autobiografico di alcuni capitoli a qualcuno può non piacere (ma forse è un mio limite). Comunque, in definitiva, ve lo consiglio, e la sua lettura è piacevole e scorrevole.

Recensioni: 5/5

Un libro che inquadra e denuncia perfettamente lo scempio scolastico. Un raggio di speranza in un orizzonte che appare sempre meno confortante.

Recensioni: 5/5

Paola Mastrocola, celebre autrice di romanzi, è divenuta assai nota, nel corso degli anni, per la sua vis polemica nei confronti della deriva che la scuola italiana ha intrapreso nel corso di questi ultimi vent'anni: da istituzione che, con la trasmissione della cultura, cercava di diffondere il sapere anche agli strati sociali più bassi, a un ente che ha perso la sua missione originaria e che si è riempita di espressione fatue e vuote come "successo scolastico", "inclusività" e "metodologie d'insegnamento originali", ecc,.,. L'autrice si è avvalsa dell'ausilio del marito Luca Ricolfi, nonché docente universitario di statistica, per descrivere attraverso dati statistici la degenerazione che ha colpito sia la scuola, in particolare il liceo, che l'università: per quanta riguarda quest'ultimo punto, Ricolfi descrive le interrogazioni che sottopone alle sue studentesse al limite dell'imbarazzante (totale afasia nel descrivere un concetto o un capitolo di un libro da studiare, fino all'istituzione di simulazioni di esame!). Toccante la parte biografica della Mastrocola che descrive come la scuola di un tempo (insegnamento delle materie e dei programmi e insufficienze a chi non ha studiato, cose che oggi sembrano degne del peggior gerarca nazista) sia riuscita ad infondere la passione per il sapere e la lettura a lei, figlia di gente molto umile (a dispetto della solita manfrina che la parafrasi di Dante la possono capire solo i figli dei ricchi), spassosa la parte anedottica di Ricolfi che vede protagoniste le severe zia Ebe, preside di un istituto comprensivo della provincia di Torino, e la professoressa di lettere del liceo, la mitica Peretti. Straziante la lettere conclusiva che l'autrice rivolge ai genitori: solo quest'ultima vale il punteggio massimo che attribuisco la libro.

Recensioni: 5/5

Anche voi avete l'impressione che in questi ultimi decenni la scuola italiana abbia abbassato in modo drammatico la sua qualità e finisca per diplomare o addirittura laureare persone dalla preparazione scarsa, dall'erudizione inesistente e dalla capacità di ragionare in modo personale e critico pericolosamente tendente allo zero? Per non parlare di una tragica incapacità di scrivere in un italiano e corretto... Anche voi credete che questo abbassamento drastico dei requisiti minimi e le amnistie continue di situazioni scolastiche catastrofiche siano un danno enorme sia per i ragazzi sia per la stessa società italiana? Inoltre: anche voi condividete l'impressione che questa scuola facile e superficiale sia particolarmente deleteria in un'epoca come la nostra dove la rete e i social possono offrire scorciatoie mentali e acciecamenti razionali di massa? Anche voi vi siete convinti che questa scuola senza quasi insufficienze e bocciature e con i 100 alla maturità regalati con generosità non sia in realtà una scuola che offra opportunità agli svantaggiati ma sia invece uno strumento per cancellare l'ascensore sociale e per confermare i privilegi di chi i privilegi ce li ha già in ogni caso e può recuperare in un altro modo le lacune nel frattempo createsi (cfr. master costosissimi)?