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Dei e piante nell'antica Grecia - copertina
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Dei e piante nell'antica Grecia
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Dei e piante nell'antica Grecia - copertina

Dettagli

2018
1 gennaio 2018
416 p., Rilegato
9788866422846

Voce della critica

Uno dei modi in cui si guarda alle piante nell’antichità classica le associa simbolicamente a culti di divinità. È alla scoperta di questa simbologia religiosa delle piante che il lettore è guidato da Giampiera Arrigoni, con contributi suoi e di vari autori e corredato di un ricco apparato illustrativo. Per una precisa scelta metodologica, la simbologia vegetale è collocata in uno scenario a cavallo tra storia delle religioni, storia dell’arte e archeologia e raccontata nell’intreccio tra rappresentazione letteraria e rappresentazione figurativa, tra mito e cultura materiale, in un consapevole “tornare alle fonti e alle immagini in una prospettiva storica”.

Diventa così possibile sfatare miti storiografici come quello sull’esistenza in Grecia antica di un “culto dell’albero”. Vero è invece che gli alberi sono considerati sacri alle divinità e ricevono forme di culto perché alle divinità sono dedicati o associati, oppure perché crescono nel verde circostante i santuari. Storicamente inoltre nessuna pianta è dedicata a una sola divinità. Le piante poste sotto il patrocinio di una divinità possono invece essere molte e cambiare significato simbolico in riferimento alla divinità alla quale sono consacrate. Ne consegue che non si possa parlare di un “simbolismo unico, valido in tutti i casi” e neppure di un “simbolismo atemporale”. Il significato simbolico di una pianta cambia anche in relazione alle circostanze o al suo impiego in determinate occasioni, in conformità del resto con una religiosità politeistica. Si tratta dunque di un simbolismo calato nella storia e perciò non esente da mutamenti.

Lo stesso si può dire del simbolismo funebre (...) che dipende invece dal valore evocativo delle piante e dei fiori in determinate circostanze e contesti (...). Emblematico in questo senso è il caso di Efesto, (...) al dio sono associate piante di costituzione densa e secca, perciò facilmente infiammabili, come in particolare il pino detto nero, “pianta amica del fuoco” per eccellenza, data la sua natura resinosa. Ma in descrizioni di manufatti tecnico-artistici come lo scudo di Achille nell’Iliade, Efesto è raffigurato anche in connessione a grano e vite, quindi alla mietitura e alla vendemmia e alla promozione della vita umana, mentre nella pittura vascolare il dio appare coronato di edera, pianta di natura fredda, usata per placare gli effetti del vino e dell’ubriachezza, di solito; associata al culto di Dioniso (...).

Recensione di Luciana Repici

 

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