The hunger. Affamati

Da una storia vera è tratto un romanzo godibile e abbastanza ben scritto. L'aggiunta di elementi horror e sovrannaturali hanno reso il libro più interessante, anche se secondo me bisognava spingere di più, osare di più. Comunque bellino

Basandosi su una storia vera, la storica spedizione verso l'ovest degli Stati Uniti conosciuta con il nome di Donner-Reed, Alma Katsu crea un thriller ad alta tensione dalle tinte forti. Un gruppo di pionieri in viaggio per raggiungere la California, questo è il fondamento della trama. Da quest'idea, vera quanto semplice, l'autrice crea un'impalcatura psicologica che si sostiene sulle dinamiche sociali in una ristretta cerchia di persone. Personaggi complessi descritti in tutta la loro mentale fragilità, cattureranno il lettore che li vedrà mutare, giorno dopo giorno, nelle bestie malvagie che troppo spesso si celano negli abissi dell'animo umano.

Nel giugno del 1846 la carovana proveniente dall’Illinois, composta in gran parte dalle famiglie Donner e Reed, si è unita a una più grande, guidata dall’ex militare William Russel, diretta in California. Charles Stanton, negoziante, e Edwin Bryant, giornalista con cognizioni di medicina, sono amici e fra gli uomini più stimati del gruppo, mentre fra George Donner e James Reed sorgono dei dissapori, alimentati dalla morte di un bambino di cui sono trovati i resti straziati. Una guida, Lansford Hastings, afferma di conoscere una scorciatoia, e convince Donner a seguirla attraverso il Great Salt Lake, ma il sentiero è impervio e le provviste diminuiscono. Presenze malvagie sembrano seguire il gruppo e accanirsi su vittime sacrificali. Una tempesta di neve blocca i pionieri ai piedi delle montagne, sulle rive di un lago, i Donner poco più indietro. Il romanzo è ispirato a un fatto vero e molto famoso: la spedizione Donner, sorpresa dall’inverno ai piedi della Sierra Nevada, fu costretta ad accamparsi, e x sopravvivere alcuni commisero atti di cannibalismo. Ispirandosi a quest’avvenimento reale Alma Katsu, come Dan Simmons in “La scomparsa dell’Erebus”, scrive un romanzo di fantasia, in cui intreccia accadimenti storici a eventi immaginari. Fin dall’inizio inventa fatti horror e crea una suspense sovrannaturale, con l’intervento di esseri malvagi che seguono e perseguitano i pionieri. Non manca d’inserire storie rosa e piccanti, inopportune, prolisse e noiose. Non amo la rivisitazione di fatti storici in chiave fantasy, perché è impossibile distinguere la verità dalla finzione. Soprattutto il travisamento degli eventi da parte dell’autore è fastidioso quando la realtà è terribile e sconvolgente, senza bisogno d’invenzioni che screditano anche gli eventi reali. I personaggi sono troppi e il racconto diviene confuso, un polpettone di avventura, storia, horror, splatter, rosa con episodi scabrosi, ma c’è suspense. La parte storica è accurata e molto interessante.