Cristo tra i brigatisti. Ediz. italiana e inglese

Complimenti all'editore Capponi per aver pubblicato il famoso articolo di Di Donato apparso su Penthouse. Tutti possono ora leggere (tradotto e in originale) questa enorme panzana che da anni (inutilmente) viene studiata dai morologi. La "FIAT Alfetta 128 bianca", il governo con "ministri e sottosegretari" del PCI, Moro che si ferma all'edicola a prendere i giornali alle 8.55, i proiettili a "centinaia", le macchine dei bierre che svoltano a destra (anzichè a sinistra) in via Stresa, il "grasso" Iozzino steso sopra un tombino, gli "elicotteri armati" che sorvolavano la scena del crimine... e ci fermiamo qui (siamo solo a pagina 7), lasciando stare il "fascista" La Malfa o le auto del commando abbandonate a "un isolato" da via Fani. Impreteribile però una menzione speciale a colui che conduceva gli interrogatori a Moro, che non poteva certo essere il rustico Moretti, ma Zucor, intellettuale raffinato, forse psicologo, che gli rivolgeva domande tipo "Leone si è fregato grandi somme di denaro, vero?", "Sua moglie Vittoria faceva le orge, vero?" (p. 41). Dice: eh, ma Di Donato mica è uno storico! Ce stanno le metafore! Bene, e allora chi decide quali sono le metafore e quali i dati fattuali?