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Anno edizione: 2007
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Un Carver irriverente e maleducato.
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David Sedaris deve il vasto successo americano alla sua sardonica verve umoristica e alla satira, sottile e spietata, che egli conduce, abilmente, attraverso un linguaggio limpido, scorrevole, arguto e incredibilmente ironico. Le stesse qualità sono riscontrabili in Diario di un fumatore, diciassette rapide vignette che celebrano altrettanti antieroiamericani, provenienti dai più svariati contesti. Tutti risultano colpiti da un vigliacco malessere di vivere, logorati e incapaci di affrontare le piccole e grandi tragedie quotidiane con la giusta dose di (auto)ironia. In un rutilante caleidoscopio di personaggi, situazioni, ed esperienze di vita, Sedaris dà voce a personaggi eterogenei, frugando (come fa il protagonista del racconto Gialli di famiglia) nei cassetti più segreti delle loro coscienze: un giovane povero sogna di essere il figlio di ricchissimi (e riprovevoli) industriali; un padre è insensibile ai bisogni dei figli; un uomo fa l'esperienza del nudismo per accettare il suo eccesso di adipe; un'aspirante scrittrice senza talento lotta contro l'accademia, accusandola di non comprendere l'essenza della sua arte. L'ironia di Sedaris è cinica e sprezzante e spesso, per enfatizzare le meschinità dei personaggi, egli affonda i suoi artigli linguistici in quelle categorie ingiustamente protette dal "politicamente corretto", spesso travalicando, per qualcuno, il confine (personale e non circoscrivibile) del cattivo gusto. Anche se spesso scomoda e irriverente, tuttavia, la sua critica comporta sempre una sensibile analisi della condizione umana e della sofferenza universale. La sua è la stessa ironia camp del joker e del clown: divertente, acuta e a tratti esilarante, ma anche altrettanto triste, sconsolata e malinconica. Leggendo le sue storie, tutte profondamente impregnate di umanità, il lettore certamente ride, ma di un riso che fa immediatamente scattare una seria riflessione e un'amara consapevolezza dei limiti e delle piccolezze di noi tutti esseri umani. Federico Sabatini
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