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Anno edizione: 2017
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Davvero pochi lettori non sospettano neanche lontanamente cosa rappresentino veramente le storie di Blackwood. Va bene l'invenzione fantastica, l'immaginazione sfrenata, ma in questo caso la fantasia è assolutamente al servizio dell'esperienza e del sapere iniziatico esoterico. Chi non crede (quantomeno razionalmente, perchè ognuno di noi nel proprio profondo sa benissimo che l'uomo, anche in questa vita è una creatura multidimensionale),di essere un involucro biologico governato da un'energia eterna, priva delle illusioni spazio temporali, non può apprezzare sino in fondo le opere di autori come il nostro. Difatti chi ama smodatamente il weird e l'horror moderno, in genere si annoia nell'approcciarsi ad opere come questa, giustamente lo percepisce come estrema pesantezza intellettuale e letteraria. Tutto il corpus narrativo di Blackwood è basato su esperienze esoteriche personali e collettive, e vi assicuro che non si tratta di banali sciocchezze, o di inconsistenti visioni. In fondo chi può mai dire che i sogni ordinari degli uomini o l'immaginazione siano meno reali di ciò che arbitrariamente definiamo realtà? E' la realtà che di per sè è fantastica, basta guardare nel modo giusto, ed anche una montagna, un fiume, un gatto, appariranno ai nostri occhi ricche di sfumature bizzarre che suscitano stupore, come negli occhi dei bambini.
Blackwood è maestro indiscusso dell'orrore soprannaturale. Davvero incantevole l' atmosfera allusiva, evocativa, onirica di questo romanzo breve che non ha bisogno di clamorosi colpi di scena o trame complesse per trascinare il lettore in uno stupefacente incubo spirituale. Mi ha ricordato un fatto di cronaca reale che ha come protagonista il pittore di fate Richard Dadd, anche lui come il protagonista del libro, caduto vittima dell'oscura fascinazione egizia...
Si fa fatica a leggerlo. Prolisso a tratti noioso. Recupera un po' nel finale ma occorre essee proprio appassionti del genere per gradirlo. Per palati fini.
Recensioni
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