Dispacci. L'orrore del Vietnam. Negli occhi dei soldati americani

ho comprato il libro con grandissime aspettative, ma mi ha deluso fortemente. Probabilmente non l'ho capito, ma, a mio avviso,è un libro senza ne capo ne coda. Non ha una trama, non ha un filo logico, non si capisce mai di cosa sta parlando.Ogni 2 o 3 frasi cambia argomento. Secondo me è un libro pessimo.Se si vuole un libro che parla di battaglie o di come vivevano i soldati si può leggere Matterhorn di Marlantes o Hue di Bowden che rendono molto di più

Un capolavoro del genere di guerra. Se John Le Carrè lo ha definito "il miglior romanzo di guerra mai scritto dopo l'Iliade" un motivo c'è ed è chiaro leggendo il libro. Michael Herr semplicemente racconta la sua esperienza al fronte, due anni al fianco dei Marine americani in una guerra terribile, marcia e maledetta, e lo fa con grandissima onestà e chiarezza. Non usa filtri, non addolcisce la pillola e soprattutto non prende le parti di nessuno. Nel suo racconto non ci sono "buoni o cattivi", c'è solo la testimonianza diretta di un esperienza terribile vista dagli occhi del protagonista e da quella dei giovani americani spediti in Vietnam a combattere una guerra senza senso. Di ciò, però, Michael Herr non parla, non ci sono analisi politiche, non spiega i motivi del conflitto e i perché della guerr; egli semplicemente racconta ciò che vede in due anni al fronte, e lo fa con completa onestà. Questo, assieme alla grane capacità descrittiva dell'autore, fanno sì che il lettore riesca ad immergersi nel racconto e finisca per partire al fronte con Herr, rabbrividendo nel leggere certi avvenimenti e patendo con lui nei momenti più pericolosi del suo viaggio. Non c'è da stupirsi se i Dispacci quando sono usciti diventarono subito un punto di riferimento, e se registi come Coppola e Kubrick hanno voluto lo stesso Herr come sceneggiatore di capolavori del cinema quali "Apocalypse Now" e "Full Metal Jacket". Concludo dicendo che non è un libro adatto solo agli amanti del genere, ma un testo necessario a chiunque abbia voglia di comprendere meglio ciò che davvero hanno vissuto i giovani americani laggiù in Vietnam.