Don't Give Up on Love

Don Bryant è uno degli ultimi soul man rimasti in circolazione, una delle voci più rappresentative e tra i massimi esponenti della scena di Memphis. La sua carriera è iniziata negli anni '60 sotto l'ala protettrice di Willie Mitchell ed è proseguita con successo grazie al lavoro svolto come compositore e arrangiatore per la celebre Hi Records, label che negli anni '70 ha pubblicato i dischi di maggiore successo di Al Green. Grazie a Willie Mitchell Don collaborò con Solomon Burke, Albert King ed Etta James, ma solo dopo l'incontro con la sua futura compagna Ann Peebles la sua carriera fece il salto che meritava. Con Ann scrisse la celeberrima 'I Can't Stan The Rain' e altri successi, iniziando con lei un rapporto professionale e sentimentale che dura ancora oggi.
'Don't Give Up On Love' è il primo album da solista di Don Bryant in 25 anni, il ritorno di uno dei più grandi autori della musica americana. L'album è stato registrato in 5 anni presso i celebri Bomar's Electraphonic Recording Studio di Memphis con una squadra di musicisti che vanta leggende della scena soul come Charles Hodges (organo), Archie “Hubbie” Turner (tastiere), Howard Grimes (batteria), Joe Restivo (chitarra), Scott Bomar (basso) e Marc Franklin e Art Edmaiston ai fiati, entrambi della Gregg Allman Band. L’album è stato prodotto da Scott Bomar e Bruce Watson. L'album è una dedica d'amore ad Ann Peebles, compagna di vita di Don Bryant che ha da poco deciso di lasciare le scene per riposarsi dopo anni passati on the road con il marito. I dieci brani di 'Don't give Up on Love' si dividono tra classici del blues come ‘A Nickel and a Nail’ e inediti scritti appositamente per il nuovo album, tra cui spicca la perfezione soul del primo singolo 'How Do I Get There?'.