un volume in ottime condizioni, come nuovo, copertina rigida con sovracoperta e fascetta, 260 pagine, come nuovo, traduz di s.rosatti
Quando il marito la lascia per unÂ'altra, Lei prende una pausa dal lavoro e decide di intraprendere un viaggio verso il mare con Tumi, un bambino molto speciale affidatole da unÂ'amica in difficoltà. La storia di unÂ'amicizia e della scoperta di una maternità diversa. La conferma di un talento letterario unico e delizioso.
Lei ha trentatrè anni, è sposata, non vuole figli, e ha un amante. Mentre una mattina sta andando a fargli visita, ha un incidente: investe unÂ'oca, la carica in macchina e dice a se stessa che dÂ'ora in avanti si dedicherà solo a suo marito. Rientrata a casa, il marito le confessa di avere unÂ'altra donna, da cui aspetta un figlio, e di volere il divorzio. Lei non sa che pesci prendere. Soprattutto quando la sua migliore amica (la squinternata Audur), le chiede di occuparsi per un poÂ' di suo figlio Tumi: un bambino particolarmente sensibile, con problemi di sordità e vistosi occhiali dalle spesse lenti. Quando Tumi sceglie per Lei il biglietto giusto della lotteria facendole vincere una bella somma, la donna si fa coraggio, prende un congedo dal lavoro e parte con il bambino per raggiungere il mare. Durante il viaggio, tra deviazioni inaspettate, incontri memorabili, momenti di paura e ricordi che riaffiorano, i due diventano amici e complici e Lei, senza accorgersene, si scopre una brava madre, capace persino di innamorarsi ancora. Il nuovo romanzo di Audur Ava Ã"lafsdóttir prende le mosse dal fortunatissimo Rosa candida – di cui mostra la stessa delicatezza nella scrittura e nel disegnare un inaspettato rapporto genitore - figlio – e si spinge in un territorio ancora piú complesso e instabile: la scoperta della maternità. La storia di Lei e Tumi, raccontata in punta di penna, con uno sguardo leggero e mai retorico, rapisce il lettore e lo accompagna in un viaggio memorabile nelle terre dÂ'Islanda fra ricette di cucina e calzettoni di lana sferruzzati a mano. . . . . . . .
un volume in ottime condizioni, come nuovo, copertina rigida con sovracoperta e fascetta, 260 pagine, come nuovo, traduz di s.rosatti
Quando il marito la lascia per unÂ'altra, Lei prende una pausa dal lavoro e decide di intraprendere un viaggio verso il mare con Tumi, un bambino molto speciale affidatole da unÂ'amica in difficoltà. La storia di unÂ'amicizia e della scoperta di una maternità diversa. La conferma di un talento letterario unico e delizioso.
Lei ha trentatrè anni, è sposata, non vuole figli, e ha un amante. Mentre una mattina sta andando a fargli visita, ha un incidente: investe unÂ'oca, la carica in macchina e dice a se stessa che dÂ'ora in avanti si dedicherà solo a suo marito. Rientrata a casa, il marito le confessa di avere unÂ'altra donna, da cui aspetta un figlio, e di volere il divorzio. Lei non sa che pesci prendere. Soprattutto quando la sua migliore amica (la squinternata Audur), le chiede di occuparsi per un poÂ' di suo figlio Tumi: un bambino particolarmente sensibile, con problemi di sordità e vistosi occhiali dalle spesse lenti. Quando Tumi sceglie per Lei il biglietto giusto della lotteria facendole vincere una bella somma, la donna si fa coraggio, prende un congedo dal lavoro e parte con il bambino per raggiungere il mare. Durante il viaggio, tra deviazioni inaspettate, incontri memorabili, momenti di paura e ricordi che riaffiorano, i due diventano amici e complici e Lei, senza accorgersene, si scopre una brava madre, capace persino di innamorarsi ancora. Il nuovo romanzo di Audur Ava Ã"lafsdóttir prende le mosse dal fortunatissimo Rosa candida – di cui mostra la stessa delicatezza nella scrittura e nel disegnare un inaspettato rapporto genitore - figlio – e si spinge in un territorio ancora piú complesso e instabile: la scoperta della maternità. La storia di Lei e Tumi, raccontata in punta di penna, con uno sguardo leggero e mai retorico, rapisce il lettore e lo accompagna in un viaggio memorabile nelle terre dÂ'Islanda fra ricette di cucina e calzettoni di lana sferruzzati a mano. . . . . . . .
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