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Dove non mi hai portata. Mia madre, un caso di cronaca
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Dove non mi hai portata. Mia madre, un caso di cronaca - Maria Grazia Calandrone - copertina
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Dove non mi hai portata. Mia madre, un caso di cronaca

Descrizione

Libro vincitore del Premio Elio Vittorini 2023 e incluso nella cinquina finalista del Premio Strega 2023
Libro finalista del Premio Alassio Centolibri, un Autore per l'Europa 2023

Dove non mi hai portata esplora un nodo intimo e complesso. Indagando la storia dei genitori grazie agli articoli di cronaca dell'epoca, Calandrone fa emergere il ritratto di un'Italia stanca di guerra ma non di regole coercitive. Un Paese che ha spinto una donna forte e vitale a sentirsi smarrita e senza vie di fuga.


1965. Un uomo e una donna, dopo aver abbandonato nel parco di Villa Borghese la figlia di otto mesi, compiono un gesto estremo. 2021. Quella bambina abbandonata era Maria Grazia Calandrone. Decisa a scoprire la verità, torna nei luoghi in cui sua madre ha vissuto, sofferto, lavorato e amato. E indagando sul passato illumina di una luce nuova la sua vita. Dove non mi hai portata è un libro intimo eppure pubblico, profondamente emozionante e insieme lucidissimo. Attraversando lo specchio del tempo, racconta una scheggia di storia d'Italia e le vite interrotte delle donne. Ma è anche un'indagine sentimentale che non lascia scampo a nessuno, neppure a chi legge. Quando Lucia e Giuseppe arrivano a Roma è l'estate del 1965. Hanno con sé la figlia di otto mesi, sono innamorati, ma non riescono a liberarsi dall'inquietudine che prova chi è braccato. Perché Lucia è fuggita da un marito violento che era stata costretta a sposare e che la umiliava ogni giorno, e ha tentato di costruirsi una nuova vita proprio insieme a Giuseppe. Per la legge dell'epoca, però, la donna si è macchiata di gravi reati: relazione adulterina e abbandono del tetto coniugale. Prima di scivolare nelle acque del Tevere in circostanze misteriose, la coppia lascia la bambina su un prato di Villa Borghese, confidando nel fatto che qualcuno si prenderà cura di lei. Piú di cinquant'anni dopo quella bambina, a sua volta diventata madre, si mette in viaggio per ricostruire quello che è davvero successo ai suoi genitori. Come una detective, Maria Grazia Calandrone ricostruisce la sequenza dei movimenti di Lucia e Giuseppe, enumera gli oggetti abbandonati dietro di loro, s'informa sul tempo che impiega un corpo per morire in acqua e sul funzionamento delle poste nel 1965, per capire quando e dove i suoi genitori abbiano spedito la lettera a «l'Unità» in cui spiegavano con poche parole il loro gesto. Dopo Splendi come vita, in cui l'autrice affrontava il difficile rapporto con la madre adottiva, Dove non mi hai portata esplora un nodo se possibile ancora piú intimo e complesso. Indagando la storia dei genitori grazie agli articoli di cronaca dell'epoca, Calandrone fa emergere il ritratto di un'Italia stanca di guerra ma non di regole coercitive. Un Paese che ha spinto una donna forte e vitale a sentirsi smarrita e senza vie di fuga. Fino a pagare con la vita la sua scelta d'amore.

Proposto da Franco Buffoni al Premio Strega 2023 con la seguente motivazione:
«Propongo la candidatura del romanzo Dove non mi hai portata di Maria Grazia Calandrone, Einaudi 2022, per il Premio Strega 2023 per due fondamentali motivi: la tenuta stilistica che non viene mai meno nelle 247 pagine del volume; la capacità dell’autrice di coinvolgere il lettore in una vicenda storica e umana al calor bianco. Già due anni fa con Splendi come vita, edito da Ponte alle Grazie, Maria Grazia Calandrone aveva visto pienamente riconosciute le proprie doti di narratrice, ben figurando nella dozzina del Premio Strega. Con questa nuova prova narrativa l’autrice, ben nota da decenni come indiscutibile voce poetica, non solo conferma le qualità di narratrice di razza allora poste in luce, ma le corrobora con una magistrale ricostruzione storica dell’Italia degli anni Cinquanta e Sessanta: riuscendo a ricostruire ambienti e situazioni (il Molise rurale, la periferia milanese in pieno boom economico, Roma magica di altera e sconsolata bellezza) in modo altamente poetico pur se finemente realistico, e dando dei propri genitori biologici tesi verso una tragica fine un ritratto nitido, al contempo profondamente partecipe, ferocemente oggettivo e emblematico nella sua attualità.»

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Dettagli

2022
18 ottobre 2022
256 p., Rilegato
9788806257477

Valutazioni e recensioni

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aizram
Recensioni: 4/5
Dolore e bellezza

Questo libro affascina a cominciare dalla copertina. La bella foto in b/n di Vivian Maier di una coppia che si tiene per mano e che ben si accorda con la vicenda narrata. La scrittura è fluida, luminosa, estremamente rifinita, pura poesia. L’autrice va alla ricerca delle sue origini e del perché di un abbandono tanto drastico, e ci porta con sé, in un viaggio attraverso il tempo, le fotografie, le lettere ritrovate e la storia di un paese intero. Ho centellinato le pagine perché potesse finire il + lentamente possibile.

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R
Recensioni: 5/5
Calandrone è una poeta

Questo libro è speciale. Lo è perché racconta la vita, la sua ragione prima e il suo senso ultimo. Non è scritto in un modo qualunque, Mariagrazia è, in primis, poeta. Qui troviamo poesia, romanzo, storia. Alcune mie amiche non lo hanno apprezzato completamente, proprio per la scrittura particolare di Mariagrazia (da poeta, qual è). Io l’ho amato.

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Enzo
Recensioni: 5/5
Libro indefinibile

Un libro che trascende i generi letterari. Non è prosa, non è poesia, non è un giallo, non è una biografia. È vita. Pura vita. Un libro da leggere e rileggere.

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Recensioni

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Voce della critica

Recensioni dal Premio BPER Banca per la migliore recensione dei libri del Premio Strega Giovani.

Dove non mi hai portata, Maria Grazia Caladrone - Recensione di Lena Logrieco

Ist. Paritario ”De La Salle”(Benevento)- classe: III AQ

Docente referente: prof.ssa Michela Mercuri

Dove non mi hai portata (Einaudi), di Maria Grazia Calandrone, è un perfetto connubio di poesia e autobiografia, capace di penetrare nei sentimenti intimi del lettore.

In questo libro Calandrone ricostruisce la semisconosciuta vita di Lucia, sua semisconosciuta madre biologica, unendo, come pezzi di un puzzle, fatti reali di cronaca e ripercorrendo i luoghi dove Lucia ha vissuto, amato e sofferto. All’inizio ciò che la scrittrice possiede di sua madre sono due fotografie e la sua stessa vita, ma anche il desiderio di scoprire la verità. Lucia nasce nel 1936 a Palata, nel Molisano, ed è la quarta figlia indesiderata della famiglia Galante, proprietaria di una masseria. Pelle eburnea, riccioli neri, Lucia è bellissima e intelligente, ma costretta a rinunciare agli studi per adempiere i suoi ruoli di donna e mannaia. Poiché obbligata dai genitori a lasciare il suo amore sincero, Tonino, e a sposare Gino Centolire, uomo violento e indolente, la ragazza è destinata a una vita infelice, in balia della volontà altrui. Lucia però desidera vivere, e vede la speranza di farlo con Giuseppe, più grande di lei e “colpevole” di renderla felice. Il sogno d’amore dei due diviene però un incubo quando Lucia, incinta e già vittima delle malelingue, viene denunciata per adulterio e abbandono del tetto coniugale. Ricercati, disprezzati e in gravi difficoltà economiche, Lucia e Giuseppe decidono di affidare la loro figlia alla ”compassione di tutti”, scelta che pagheranno con la loro stessa vita. Roma, estate 1965, sul prato di Villa Borghese viene trovata una neonata di otto mesi, quella bambina abbandonata oggi è Maria Grazia Calandrone.

Nel testo gli aspetti biografici sono inseriti nella cornice più ampia dell’Italia novecentesca: le condizioni postbelliche delle famiglie italiane, le guerre d’Africa nazifasciste, l’immigrazione interna verso il nord e le prime ribellioni a una legislazione patriarcale. Gli eventi storici sono ripetutamente evocati anche attraverso numerosi riferimenti alle opere di Pier Paolo Pasolini. Lo stile è poetico, evocativo, struggente, il lettore non può restarne indifferente. Allo stesso tempo però il romanzo è incisivo e diretto, quasi psicologico, poiché guida la riflessione su temi complessi, come il ruolo dell’infanzia nel forgiare l’identità di una persona. Le straordinarie capacità descrittive dell’autrice creano un ritratto esaustivo dei protagonisti e degli eventi della vita di Lucia, narrati così minuziosamente da sembrare vissuti in prima persona da Maria Grazia. La prosa, lucida e coinvolgente, ci rende pellegrini in un viaggio verso la scoperta personale della scrittrice. Nella prima pagina Calandrone afferma di voler scrivere questo libro affinché sua madre diventi reale, e così è stato.

 

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Recensioni dal Premio BPER Banca per la migliore recensione dei libri del Premio Strega Giovani.

Recensione di Dove non mi hai portata – Maria Grazia Calandrone

“Ma non era finita la tua pagina, Lucia, e adesso scrivi, con le mani mie, la vita che hai già scritto col tuo sangue in me.”

Una donna forte e coraggiosa, che ha perso però le speranze. Una donna che voleva solamente vivere, ma che non ha potuto farlo a causa della società in cui viveva. Una donna piena di vitalità, che non ha trovato altra soluzione che quella di suicidarsi, per permettere alla figlia di avere una vita migliore della sua. 

Questa è Lucia; una persona che ha sofferto molto durante tutto il corso della sua breve vita. Lucia è fuggita da suo marito, un uomo che non amava e che la picchiava tutti i giorni. Ha avuto il coraggio di scappare e di seguire il suo amore, Giuseppe, a Milano. Da questo amore nasce Maria Grazia. La fortuna sembra finalmente sorriderle, ma la vita ha in serbo ancora tanto dolore per lei. Lucia ha commesso adulterio, un reato molto grave all’epoca, punibile con la reclusione e questo le porta una forte sensazione di inquietudine. I due amanti non riescono a trovare un lavoro che permetta loro di sostentare la figlia, non riescono a crearsi una vita degna di essere vissuta; perciò, compiono una scelta drastica, ma vogliono garantire alla figlia un futuro; quindi, non la portano con loro nella morte, ma decidono di abbandonarla, con la speranza che qualcuno possa crescerla degnamente.

“Vengo con te dove non mi hai portata: nella morte.”

Maria Grazia Calandrone compie un viaggio per l’Italia e visita i luoghi in cui sua madre è nata, è vissuta ed ha amato e ci porta con sé in un intimo viaggio attraverso la storia dei suoi genitori biologici, in un cammino struggente, drammatico ed emozionante. L’autrice fa emergere il ritratto di una società che porta ancora le cicatrici della guerra e di un paese che ha spinto una donna forte e coraggiosa a sentirsi completamente sola e persa. La storia di Lucia è il racconto di una donna abbandonata dalla propria famiglia e ripudiata dalla società, per il solo fatto di aver amato. Una donna che, per aver cercato di vivere degnamente, è stata svilita tanto da decidere di compiere l’unico atto di libertà che le era rimasto: togliersi la vita.

“A volte è così amara, l’ironia del vivere.” 

Annika Puzio

Scuola Claudio Varalli, Milano

Classe 4^CL

Insegnante referente: prof.ssa Maria Palo

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Conosci l'autore

Maria Grazia Calandrone

1964, Milano

Maria Grazia Calandrone è poetessa, scrittrice, giornalista, drammaturga, artista visiva, autrice e conduttrice Rai, scrive per «Corriere della Sera» e tiene laboratori di poesia nelle scuole e nelle carceri. Ha pubblicato numerosi libri di poesia tra cui: La scimmia randagia (Crocetti 2003 – premio Pasolini Opera Prima), Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier 2005), La macchina responsabile (Crocetti 2007), Sulla bocca di tutti (Crocetti 2010 – premio Napoli), Atto di vita nascente (LietoColle 2010), La vita chiara (transeuropa 2011), Serie fossile (Crocetti 2015 – premi Marazza e Tassoni, rosa Viareggio), Gli Scomparsi (pordenonelegge 2016 – premio Dessì), Il bene morale (Crocetti 2017 – premi Europa e Trivio), Giardino...

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