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A fuoco - Arthur Miller - copertina
A fuoco - Arthur Miller - 2
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A fuoco

Descrizione


Lawrence Newman fa quasi tenerezza nella sua goffaggine: pavido e abitudinario, vive con la madre in una tranquilla zona residenziale cullandosi in illusioni stantie. Dietro la facciata perbene nasconde però un aspetto del quale è più difficile sorridere: quando vede una scritta antisemita, legge di atti di vandalismo o sente i vicini scagliarsi contro il negoziante ebreo del quartiere, è percorso da un brivido di eccitazione. Ma la sorte ha un brutto tiro in serbo per lui. Da qualche tempo non ci vede più bene e questa défaillance gli causa non pochi imbarazzi sul lavoro. Quando viene obbligato a mettersi gli occhiali, si trova a fare i conti con le tragiche conseguenze della nuova condizione: la sua faccia, diventata a poco a poco nitida nello specchio del bagno, è ora quella di un ebreo. E negli Stati Uniti i primi anni Quaranta non sono un bel momento per avere quell'aspetto. È questione di un attimo prima che la violenza che sotto sotto tanto lo eccitava cominci a fargli paura. Pagina dopo pagina, "A fuoco" mostra il progressivo cambiamento di un uomo costretto dalle circostanze a rivedere le proprie stereotipate certezze, a fare i conti con il pregiudizio e a inquadrare la realtà da un'altra angolazione.
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Dettagli

2015
27 ottobre 2015
IX-186 p., Brossura
9788806209711

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Cristiano Cant
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Mister Monroe non manca nulla in questo romanzo, contrappunto riuscitissimo a tutto il suo teatro sociale, inquieto, alle confusioni e agli smarrimenti dell'americano medio travolto dalla follia del vivere, della storia, degli uomini. Qualcosa nelle trame di Miller viene di colpo a indebolire la fiducia nella vita, a slittare tragicamente verso precipizi senza ritorno; il lavoro peduto(nel Commesso viaggiatore), l'enorme masso della colpa per aver scelto e voluto il male(in Erano tutti miei figli), la miseria e la difficoltà del barcamenarsi e dell'integrazione(in Uno sguardo dal ponte). Stavolta è il soffio ebraico a costruire i suoi archi nell'edificio della storia, rompendo abitudini e meticolosità tranquille col lento brusio di una negatività che si approssima. La miopia del protagonista è come una scalinata verso le porte di un durissimo e inaspettato inferno sociale, umano, dove ogni tenerezza diventa subito spigolo e dolore, dove le corde che prima tenevano stretta ogni condizione sensibile via via si torcono nell'estraneità più buia. Lawrence subisce le storte della storia (l'ebraismo disprezzato) e le ritrova nelle piccolezze più prossime, nei contatti più diretti, fino ai momenti più accesi nei quali lo scrupolo e i richiami alla sua autenticità di dentro scavano fosse enormi nel su tormento di uomo: vendersi ai razzisti, collaborare? Dal nulla si accosta la minaccia, dall'equilibrio il brusco delle incertezze, e affrontare il tutto è impresa durissima. Forse l'amore, soltanto l'amore, potrebbe alzare questa violenza oltre le strette giunture del pathos continuo, ma Lawrence sa e sente attorno a sé le debolezze morali, la fragile verità che abita i caratteri umani, le certezze incrinate, il potere sordo. tuttavia questa somma di soprusi saprà pian piano essere domata, e sarà sempre l'ebraismo a installare nel suo animo una forza più dignitosamente nuova, pulita, una rinascita, un sentirsi migliorato e sereno nella sua lacerata ma sana coerenza.

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Arthur Miller

1915, New York

Drammaturgo statunitense di famiglia ebraica (padre commerciante di abiti, un fratello - Kermit - e una sorella attrice - Joan Maxime - nota con lo pseudonimo di Joan Copeland) s’impone all’attenzione della critica e del pubblico con il romanzo Focus (1945), sul tema dell’antisemitismo; del 1947 è Erano tutti miei figli (All my sons), dramma incentrato sul conflitto padre/figlio; del 1949 è il successo internazionale di Morte di un commesso viaggiatore (Death of a salesman), il cui protagonista, Willy Loman, stigmatizza con la propria morte la pochezza e l’ambiguità del «sogno americano». Memorabile la versione cinematografica del dramma del 1951 per la regia di László Benedek, con l'interpretazione straordinaria di Fredric...

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