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Economia del bene comune - Jean Tirole - copertina
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Economia del bene comune

Descrizione


Che fine ha fatto, in questi ultimi decenni, la ricerca del bene comune, che dovrebbe essere il compito e il fine di una società giusta? E in che modo la teoria economica può contribuire al concreto perseguimento di questo obiettivo?

«L'economia non solo documenta e analizza i comportamenti individuali e collettivi, ma ambisce anche, con le sue indicazioni di politica economica, a migliorare il mondo»

Dopo la caduta del Muro di Berlino e il clamoroso fallimento – anche culturale, sociale ed ecologico – del socialismo reale e della pianificazione statale centralizzata, l'economia capitalistica di mercato è diventata il modello dominante, se non esclusivo, di organizzazione delle società contemporanee. Ma, come dimostra la crisi finanziaria globale che da circa un decennio ha drammaticamente peggiorato le condizioni di vita di milioni di persone, la prevalenza del profitto e dell'interesse privato sembra disegnare scenari molto diversi da quello di una comunità fondata sul principio della pari dignità dei cittadini e sul patto sociale della riduzione delle ineguaglianze. Che fine ha fatto, in questi ultimi decenni, la ricerca del bene comune, che dovrebbe essere il compito e il fine di una società giusta? E in che modo la teoria economica può contribuire al concreto perseguimento di questo obiettivo? Per rispondere a queste domande, l'economista premio Nobel Jean Tirole propone al lettore non specialista un singolare percorso all'interno della scienza economica – da lui definita la «finestra sul mondo» che consente di individuare le politiche e le istituzioni che possono promuovere il bene comune – il cui punto d'arrivo è l'acquisizione delle informazioni necessarie per affrontare efficacemente le grandi sfide del nostro tempo. Sotto la sua guida sicura, le tante questioni che interrogano oggi l'umanità – la rivoluzione digitale, con i nuovi modelli economici a cui dà vita, l'innovazione tecnologica, la concorrenza e la regolamentazione settoriale – emergono in una luce inedita e, al contempo, si rivelano potenziali strumenti per superare alcune diffuse criticità del contesto attuale. La crisi finanziaria, la crescita della disoccupazione e delle disuguaglianze, l'inettitudine dei leader alle prese con il cambiamento climatico, la fragilità della costruzione europea, l'instabilità geopolitica e la crisi dei migranti che ne deriva, l'affermazione dei populismi in ogni parte del mondo, sembrano problemi insormontabili, ma le soluzioni, sostiene con forza Tirole, esistono. Prima fra tutte, comprendere a fondo la semplice verità che la somma degli interessi individuali degli agenti economici non si tramuta in benessere collettivo, e quindi in bene comune, grazie alle sole virtù del mercato, ma perché ciò accada è indispensabile l'intervento correttivo di un'istanza pubblica e regolatrice.
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Dettagli

2017
30 maggio 2017
568 p., Rilegato
9788804679943
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Indice

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Premessa

Economia e società

I. Vi piace l'economia?
Che cosa ostacola la nostra comprensione dell'economia - Il mercato e gli altri modelli di gestione della scarsità - Meglio condividere l'economia

II. I limiti morali del mercato
Limiti morali del mercato o disfunzione del mercato? - Il non profit e il sacro - Il mercato, minaccia per il patto sociale? - Le disuguaglianze

Il mestiere di ricercatore in economia

III. L'economista nella comunità
L'economista, intellettuale pubblico - I rischi del coinvolgimento nella comunità - Un'interazione necessaria e alcuni limiti - Dalla teoria alla politica economica

IV. La ricerca nella quotidianità
L'andirivieni fra teoria ed evidenza empirica - Il microcosmo dell'economia universitaria - Gli economisti: volpi o ricci? - Il ruolo della matematica - La teoria dei giochi e la teoria dell'informazione - I contributi metodologici

V. L'economia in movimento
Un attore non sempre razionale: Homo psychologicus - Homo socialis - Homo incitatus: gli effetti controproducenti delle ricompense - Homo juridicus: diritto e norme sociali - Piste più inattese

Il quadro istituzionale dell'economia

Vi. Per uno stato moderno
Il mercato ha molte carenze che bisogna correggere - La complementarietà tra mercato e Stato e i fondamenti del liberismo - Primato della politica o authority indipendenti? - Riformare lo Stato

VII. L'impresa, la sua governance e la sua responsabilità pubblica
Molte organizzazioni possibili... e pochi eletti - E la responsabilità sociale dell'impresa?

Le grandi sfide macroeconomiche

VIII. La sfida del clima
Il nodo del clima - Le ragioni dello stallo - Negoziati che non sono all'altezza della posta in gioco - Responsabilizzare gli attori in merito al riscaldamento climatico - Le disuguaglianze e la tassazione del carbonio - Credibilità di un accordo internazionale - In conclusione: riportare i negoziati sulla retta via

IX. Sconfiggere la disoccupazione
Il bilancio - Un'analisi economica del contratto di lavoro - L'incoerenza delle nostre istituzioni - A che cosa può servire una riforma, e come realizzarla? - Gli altri grandi dibattiti riguardo all'occupazione - L'urgenza

X. L'Europa al bivio
La costruzione europea: dalla speranza al dubbio - Le origini della crisi dell'euro - Il caso della Grecia: molta amarezza da entrambe le parti... - Quali opzioni per l'Europa, a questo punto?

XI. A che cosa serve la finanza?
A che cosa serve la finanza? - Come trasformare prodotti utili in prodotti tossici? - I mercati sono efficienti? - Ma, in sostanza, perché regolare

XII. La crisi finanziaria del 2008
La crisi finanziaria - Il nuovo contesto post-crisi - Di chi è la colpa? Gli economisti e le prevenzioni della crisi

La scommessa industriale

XIII. Politica della concorrenza e politica industriale
A che cosa serve la concorrenza? - E la politica industriale, in tutto questo?

XIV. Quando il digitale modifica la catena di valore
Le piattaforme, colonne dell'economia digitale - I mercati bilaterali - Un modello economico diverso: quando le piattaforme regolano - Le sfide dei mercati bilaterali per il diritto della concorrenza

XV. Economia digitale: le sfide sociali
La fiducia - La proprietà dei dati - La salute e la solidarietà - Le nuove forme d'impiego nel XXI secolo -. Economia digitale e lavoro - Il fisco

XVI. L'innovazione e la proprietà intellettuale
L'imperativo dell'innovazione - La proprietà intellettuale - Gestire l'accumulo delle royalty - Le istituzioni dell'innovazione - Lo svulippo cooperativo e il software libero - E molti motivi di discussione...

XVI. La regolazione settoriale
Una quadruplice riforma e la sua razionalità - Lça regolazione incentivante - Le tariffe delle imprese regolate - La regolazione dell'accesso alla rete - Concorrenza e servizio pubblico

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Sergio
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Non conoscevo l'autore. Dal titolo del libro mi aspettavo un economista attento ai problemi sociali, un Amartya Sen per intenderci, e invece ... Le prime 200 pagine sono interessanti per chi non sa nulla di economia. Sono accettabili se si sorvola su alcune falsità (es. pag 65, quando dice che la redistribuzione dei redditi riduce il potere d'acquisto complessivo). Le cose precipitano nei capitoli successivi. Non c'è problema che, dopo apprezzabili dichiarazioni di intenti, non sia seguito da proposte insufficienti, incoerenti o, addirittura, controproducenti. Poiché non ha senso fare qui una critica dettagliata, mi limito ad un esempio. Riguardo alla disoccupazione l'autore dice che è un problema strutturale, non congiunturale, e che bisogna tutelare il lavoratore, non il posto di lavoro. Quando passa alle soluzioni però l'autore propone cose che certo non tutelano i lavoratori (es. precarizzare i contratti di lavoro), cose che sarebbero utili se il problema fosse congiunturale (es. favorire la mobilità dei lavoratori con nuove forme contrattuali che devono anzitutto essere "allettanti" per i datori di lavoro), e addirittura controproducenti (es. favorire l'immigrazione. L'autore ha ragione nel dire che l'immigrazione può aumentare il numero assoluto di occupati ma, purtroppo, dimentica di dire che questo è possibile solo se il reddito dei lavoratori scende, anche sotto al livello di sussistenza). Capitolo dopo capitolo diventa inevitabile 'capire' il libro e l'autore: a Tirole delle questioni sociali non interessa nulla. Si potrebbero dire tante altre cose sul libro, ad es. che è molto francese (es. si dilunga sui dettagli della normativa francese per i contratti di lavoro), il che lo rende noioso per chi non è a appassionato alle questioni tipicamente francesi, ma direi che, visti i vizi strutturali (errori, falsità, incoerenza, ...), tutto il resto è secondario. Si è capito che il libro mi ha molto deluso?

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Jean Tirole

Jean Tirole, vincitore del premio Nobel per l'economia nel 2014, è direttore della fondazione Jean-Jacques Laffont della Toulouse School of Economics, nonché direttore scientifico dell'Istituto di economia industriale di Tolosa. Ha pubblicato oltre 180 articoli su temi economici e finanziari, oltre che diversi libri, tra cui, in Italia, Economia del bene comune (Mondadori, 2017).

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