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Effetti collaterali di Steven Soderbergh - Blu-ray
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Descrizione


La vita di una rampante coppia newyorkese, Emily e Martin, viene sconvolta quando lo psichiatra di lei le prescrive un nuovo psicofarmaco per curare una forma di depressione. Il medicinale, infatti, avrà presto sulla donna pericolosi effetti collaterali...
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Dettagli

Side Effects
Stati Uniti
2013
Blu-ray
8031179936908

Informazioni aggiuntive

Eagle Pictures, 2013
Eagle Pictures
106 min
Italiano (DTS 5.1 HD);Inglese (DTS 5.1 HD)
Italiano
1,85:1 Wide Screen
featurette; trailers

Valutazioni e recensioni

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Riccardo Alberti
Recensioni: 5/5

Quando l’uomo d’affari Martin Taylor (Tatum) torna in famiglia dopo aver scontato una pena per insider trading, la giovane moglie Emily (Mara) evidenzia preoccupanti segni d’instabilità emotiva che culminano in un tentativo di suicidio e nella presa in carico del suo caso da parte del dottor Banks (Law), uno psichiatra empatico ed inappuntabile. La situazione depressiva assume, tuttavia, connotati sempre più preoccupanti inducendo il medico curante a prescrivere alla paziente un nuovo farmaco che sembra però determinare a sua volta imprevedibili effetti collaterali. La situazione precipita quando Emily, immersa in un apparente stato di sonnambulismo, accoltella a morte il marito e, una volta incriminata, invoca uno stato d’incapacità cagionato dall’antidepressivo, determinando così uno spostamento dell’attenzione della corte giudicante, dei media e dell’opinione pubblica verso il dottor Banks ed innescando un duello psicologico con quest’ultimo destinato ad avere un solo possibile esito: la rovina di uno dei contendenti. Il film di Soderbergh esordisce come un dramma psicologico, sfiorando le spinose tematiche/problematiche (etiche, giuridiche, emotive) connesse all’attività dell’industria farmaceutica, per virare poi verso il thriller in puro stile anni 90 con un chiaro debito verso «Analisi finale» (1992) e molteplici suggestioni mutuate da Hitchcock, De Palma, Cronenberg. Per enfatizzare ambienti e stati emotivi il regista insiste su una fotografia desaturata che fa ampio uso di filtri (con una predominanza di toni aranciati, verde tenue ed azzurrini) e utilizza fuori-fuoco, ralenti e musica ambient-psichedelica per offrire una rappresentazione sensoriale dello stato di alienazione della protagonista. Per una volta algore e sofisticatezza della confezione, pur sottendendo le consuete ambizioni autoriali, non si esauriscono in esse. Il cast, pur privo del carisma di quello di «Analisi finale» (Gere, Basinger, Thurman, E. Roberts), offre una prova convincente.

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Recensioni: 4/5

Oltre la "self-deception" - Sin troppi gl'antecedenti citabili del filone: anzitutto l'ottimo "Killer - Diario di un assassino" del '96, a ritroso "Schegge di paura" sempre del '96, "Analisi finale" del '92 sempre con Gere, e poi qualsiasi De Palma/Hitch o Polanski. Ma qui è interessante il tragitto teorico dello stesso Soderbergh. Nel 2005 con "Bubble" denunciava l'autoinganno e l'autosuggestione psiconevrotici, l'identica self-deception di cui è vittima il Matt Damon di "The Informant!" nel 2009. Il colpo di scena ora, il vero twist nella filmografia del cineasta, consiste nella rinuncia all'inconsapevolezza e all'irresponsabilità per il male compiuto. Ci scusi, Arendt (RIP), però forse esso non è poi così banale. Omicidio a fine di lucro progettato, architettato, costruito con quasi mezzo decennio a disposizione; d'altronde, magari scavando più a fondo nella vita delle due protagoniste (di cui vediamo solo qualche flashback), spunterebbero fuori di nuovo motivazioni non tanto consce, intenzionali e deliberate: patteggiamo allora per un "male non così semplice", come del resto vale per qualunque altra cosa. Soderbergh si sveglia dal proprio sonnambulismo dogmatico, dalla paramnesia buonista, per abbandonare la caccia all'eventuale eziopatologia psichica e focalizzarsi sul danno effettivo, oggettivo, patito da Jude Law, capro espiatorio designato e assai poco consenziente. Mantiene lo stile asettico e distaccato di "Contagion", e lì era enfatico rispetto al tema della pellicola. Invece stavolta l'approccio chirurgico è quello del "freddo gelido che brucia più del fuoco", modo alquanto raffinato sia per identificarsi e disidentificarsi coi vari personaggi prima e dopo la svolta del plot, sia per descrivere la nostra agghiacciante natura.

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marco
Recensioni: 4/5

Film sulla drpressione ,con risvolti imprevedibili,un film con qualche scena hot,da vedere ,interessante.

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Recensioni

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Steven Soderbergh

1963, Atlanta, Georgia

"Propr. S. Andrew S., regista statunitense. Autore di punta dell'ultima generazione di cineasti americani, ottiene grande popolarità con il suo esordio alla regia: Sesso, bugie e videotape (1989), film indipendente che racconta in maniera eccentrica la crisi della famiglia americana, ottenendo la Palma d'oro al Festival di Cannes e un notevole riscontro critico anche grazie alle riflessioni metalinguistiche di cui è disseminato. Il successivo Delitti e segreti (1991) recupera esplicitamente atmosfere kafkiane e unisce un solido senso della narrazione ad alcuni esperimenti visivi di sicuro effetto; l'insuccesso di questo ambizioso progetto toglie visibilità ai suoi (peraltro trascurabili) film seguenti e il suo nome torna alla ribalta solo nel 1998 grazie alla commedia d'azione Out of Sight....

Jude Law

1972, Londra

"Propr. David J. L., attore inglese. Attore televisivo e teatrale di successo, debutta nel cinema negli anni ’90. Nel 1997 interpreta l’indecifrabile Mezzanotte nel giardino del bene e del male di C. Eastwood e Gattaca - La porta dell’universo di A. Niccol. Acquista visibilità grazie ai ruoli da protagonista in eXistenZ (1999) di D. Cronenberg e nelle mastodontiche produzioni Il talento di Mr. Ripley (1999) di A. Minghella e Il nemico alle porte (2001) di J.-J. Annaud. Si distingue poi nei ruoli di un gigolò meccanico in A.I. Intelligenza artificiale (2001) di S. Spielberg, del fotografo-killer che dà la caccia a T. Hanks in Road to Perdition (2002) di S. Mendes, di Errol Flynn in The Aviator (2004) di M. Scorsese e dell’affascinante redattore di necrologi che si innamora di J. Roberts nella...

Catherine Zeta Jones

1969, Swansea, Galles

"Attrice inglese. Attiva sin da giovanissima in teatro e in televisione, ricopre una piccola parte in Le mille e una notte (1990) di P. de Broca e in altri film (tra i quali 1492 - La scoperta del Paradiso, 1992, di R. Scott) prima del successo ottenuto con il ruolo della bella Elena in La maschera di Zorro (1998) di M. Campbell. I suoi lineamenti latini, uniti a una dirompente sensualità, brillano ancora nell'interessante Entrapment (1999) di J. Amiel e nel banale Haunting - Presenze (1999) di J. De Bont. Nel 2000 sposa l'attore M. Douglas con cui recita, lo stesso anno, in Traffic di S. Soderbergh; mostra di essere a suo agio anche con i toni interpretativi della commedia in I perfetti innnamorati (2001) di J. Roth. Nel 2003 vince l'Oscar come migliore attrice non protagonista per il ruolo...

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