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Elogio della follia - Erasmo da Rotterdam - copertina
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Elogio della follia

Descrizione


L'opera più celebre del grande umanista di Rotterdam (1469-1536), una corrosiva satira allegorica sugli errori della filosofia scolastica, in cui egli esprime il paradossale assioma della follia "come elemento essenziale dell'uomo".
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Dettagli

2
1992
Tascabile
16 gennaio 1992
Libro universitario
140 p.
9788804354482

Valutazioni e recensioni

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Maria
Recensioni: 4/5

Parla la Saggezza; Ops, Scusate! La Follia Erasmo da Rotterdam parlando a Tommaso Moro, definisce questo libro come un "esercizio di stile". Se ne sto parlando dopo quasi 5 secoli dalla sua pubblicazione ritengo che più di esercizio si possa parlare di lezione. Usando l'ironia e mascherandosi dietro l'antropomorfizzazione della pazzia, Erasmo spazia toccando aspetti della società del '500 (così simile a quella dei giorni nostri) facendoci scoprire il punto di vista dell'escluso, del diverso, del particolare. È un'arringa difensiva con il ghigno, uno sberleffo tramutato in parole usando come scudo l'inattendibilità di un folle. Ed è proprio quando non abbiamo da perdere nulla e siamo liberi di esprimerci senza subire conseguenze che vengono dette le migliori verità. Divide i capitoli in tematiche; ponendo sotto la lente d'ingrandimento, volta per volta, la nobiltà, la religione, l'arte. Ho trovato difficoltà nel seguire i riferimenti ai nomi dell'epoca. Per il resto è un testo incredibilmente attuale. Sicuramente da leggere.

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Andrea De Santis
Recensioni: 5/5

Un libro che, a mio avviso, andrebbe letto da tutti. Erasmo riesce, in meno di 130 pagine, a criticare tutti i costumi degradati del suo tempo. Parlando a nome della Follia, egli pone sotto accusa chiunque: re, principi, nobili, grammatici, poeti, letterati, filosofi e membri del clero. È proprio nella parte finale che troviamo il vero punto del libro, la follia con la F maiuscola: la follia della chiesa, la presenza della follia sin dall'inizio delle scritture, con tanto di frasi per testimoniarlo. Erasmo termina il libro affermando che a parlare, comunque, è la Follia.

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Davide Baretto
Recensioni: 5/5

C'è poco da aggiungere ai commenti positivi che sono già stati scritti su altre edizioni dell'opera più famosa di Erasmo da Rotterdam. Il libro si apre con una dedica a Thomas More, giocando sull'assonanza More-moria (il titolo originale del pamphlet è Moriae encomium), per poi cominciare la vera e propria dissertazione della Follia, la quale, con molti esempi, dimostra l'assunto "è meglio essere folli che saggi". Sul finire dell'opera emerge l'intento dell'autore, ossia una critica anticlericale del cattolicesimo: infatti Erasmo sottolinea la differenza che separa lo spirito del Vangelo, dove Gesù predilige i folli e scaccia i sapient(on)i, dal comportamento degli ecclesiastici, che fanno l'opposto della parola evangelica. Non è un caso che Erasmo scrisse l'Encomium dopo il viaggio in Italia (1506-08), paese che riassume in sé le contraddizioni della civiltà rinascimentale: cultura e corruzione, coscienza e delirio, sapienza e follia. Infine questa edizione ha il pregio di essere stata curata da Eugenio Garin, che era uno dei massimi esperti di Umanesimo e di Rinascimento.

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(Rotterdam 1466 o ’69 - Basilea 1536) umanista olandese. Figlio illegittimo di un prete, educato da frati agostiniani, studiò teologia in Olanda e a Parigi (ottenendo il dottorato a Torino nel 1506). Precettore privato, cominciò a preparare per i suoi allievi quegli opuscoli pedagogici che diventeranno poi, per secoli, i libri di testo della cultura europea. Discepolo ideale di Lorenzo Valla, entrò in contatto, in Inghilterra e in Italia (dove passò tre anni, 1506-09), con i più eminenti umanisti del suo tempo e cominciò lo studio del greco. Con l’Enchiridion militis christiani (1502) si fece portavoce di una riforma della chiesa ispirata a idee di tolleranza e di pace universale. A Venezia, ospite di Aldo Manuzio, lavorò agli Adagia, una raccolta di proverbi dell’antichità. Tornato in Inghilterra,...

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