Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Shopper rossa
Elogio della polemica - Luigi Russo - copertina
Elogio della polemica - Luigi Russo - copertina
Dati e Statistiche
Wishlist Salvato in 2 liste dei desideri
Elogio della polemica
Attualmente non disponibile
20,90 €
-5% 22,00 €
20,90 € 22,00 € -5%
Attualmente non disp.
Chiudi
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
20,90 € Spedizione gratuita
disponibile in 7 settimane Non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
ibs
20,90 € Spedizione gratuita
disponibile in 7 settimane Non disponibile
Info
Nuovo
Altri venditori
Prezzo e spese di spedizione
Chiudi

Tutti i formati ed edizioni

Chiudi
Elogio della polemica - Luigi Russo - copertina

Dettagli

2010
1 agosto 2010
9788884194466

Voce della critica

L'ultima sezione di questo libro famoso del 1933, che ora si ristampa, tiene fede al suo titolo e raccoglie una serie di controversie. La più feroce è quella con padre Gemelli, fondatore dell'Università Cattolica, non considerato un "umanista", ma piuttosto un manager, ovvero l'"impresario di una grossa azienda". L'accusa rientra in una diagnosi più generale sui sistemi educativi, poiché tutte le polemiche del grande "moralista" Luigi Russo hanno un orizzonte culturale e politico ampio: le sue pagine appassionano ancora i lettori di oggi, che possono attualizzarle e proiettarle sull'Italia che hanno sotto gli occhi. In letteratura il critico rifiuta il magistero di D'Annunzio, considerandolo responsabile di una pericolosa superficialità e perdita di "sostanza" nella vita civile. Antidoto a D'Annunzio è Verga, esempio di "arte totale" e "nuovo classicismo", che possono contrapporsi all'"impotenza del letterato italiano moderno". Con questa diagnosi Russo riconosce agli Indifferenti di Moravia il valore di un documento spirituale, ma condanna la letteratura contemporanea e liquida in blocco la "farsa" dei futuristi giudicandola un narcisistico opportunismo. Analogamente, in politica, egli rifiuta le "mitologie" clericali e massoniche, ma anche l'"estetismo bolscevico". Alla sinistra democratica, sempre tentata dal corporativismo burocratico e dal "pedagogismo mistico", Russo preferisce i moderati come garanti del liberalismo, che egli considera quasi una categoria dell'esistenza. Il dibattito è ispirato a un idealismo ricco di suggerimenti morali: non l'"estemporaneità", ma un "sentimento aristocratico del lavoro"; non una pedagogia "esteriore" o "informativa", ma un'educazione morale e "formativa" che trasformi la scuola da "fabbrica di diplomi" in "grande palestra della nazione"; non un intellettuale travestito da giullare di corte, ma un "uomo di religione" capace di entrare in relazione dialettica con la politica. Anche il giudizio sul fascismo, pur velato dall'autocensura, si gioca sul piano etico e intellettuale. Il disprezzo per il "mondo degli studiosi" e il "mito dell'ignoranza" o peggio la "mezza cultura", il fanatismo "di un'Italietta paesana e dialettale" buona "per i pigri e per gli ignoranti": tutto ciò è frutto della "barbarie dei reggitori" o di una "torbida fede" nei "fatti" che fa a meno del "pensiero", grazie alla quale "oggi qualsiasi sagomato imbecille" può "vantarsi di possedere una mente storica, una mente di pensatore, di legislatore, di riformatore". Non è allora casuale se una delle pagine più esplicite polemizza con la propaganda ovvero l'"imperialismo" culturale fascista, contro "i così detti pratici" o "venditori al minuto" che con brutale "mancanza di galateo e di tatto politico" volgarizzano il sapere. Di fronte a questa "grossolanità" o "decadimento" della cultura, tentazione e poi obbligo diventano il disimpegno e il silenzio. "Sentendosi esiliato moralmente dal suo paese", Russo può a buon diritto paragonarsi all'amato Machiavelli: desideroso come lui di "voltolare un sasso", ma costretto dalle circostanze ad abbandonare la discussione. Non a caso, l'ultima rivista da lui fondata, tornando all'impegno civile nel 1946, si chiamerà come il diavolo machiavelliano: "Belfagor". Rinaldo Rinaldi

Leggi di più Leggi di meno
Chiudi
Aggiunto

L'articolo è stato aggiunto al carrello

Chiudi

Aggiungi l'articolo in

Chiudi
Aggiunto

L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri

Chiudi

Crea nuova lista

Chiudi

Chiudi

Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.

Chiudi

Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore