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L' estate fredda
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L' estate fredda - Gianrico Carofiglio - copertina
L' estate fredda - Gianrico Carofiglio - 2
L' estate fredda - Gianrico Carofiglio - 3
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estate fredda

Descrizione



L'epopea sanguinosa di una mafia stracciona e letale. Una storia dal ritmo perfetto in cui Gianrico Carofiglio combina fatti realmente accaduti, personaggi memorabili, travolgente invenzione narrativa.

«Questo nuovo investigatore, malinconico e misericordioso al punto da ricordare Jules Maigret, rispecchia quelle che per l’autore sono le migliori caratteristiche di un detective: la capacità di dubitare e di non affezionarsi alla prima tesi; il senso dell’umorismo; il saper guardare le cose da un punto di vista diverso. Fenoglio incarna alla perfezione tutti questi aspetti, ma è anche uno che non dà giudizi morali sull’umanità ed è cosciente che siamo tutti fragili. Un personaggio a tutto tondo vero e indimenticabile di cui speriamo di sentir ancora parlare.» - Wuz.it

Siamo nel 1992, tra maggio e luglio. A Bari, come altrove, sono giorni di fuoco, fra agguati, uccisioni, casi di lupara bianca. Quando arriva la notizia che un bambino, figlio di un capo clan, è stato rapito, il maresciallo Pietro Fenoglio capisce che il punto di non ritorno è stato raggiunto. Adesso potrebbe accadere qualsiasi cosa. Poi, inaspettatamente, il giovane boss che ha scatenato la guerra, e che tutti sospettano del sequestro, decide di collaborare con la giustizia. Nella lunga confessione davanti al magistrato, l'uomo ripercorre la propria avventura criminale in un racconto ipnotico animato da una forza viva e diabolica; da quella potenza letteraria che Gadda attribuiva alla lingua dei verbali. Ma le dichiarazioni del pentito non basteranno a far luce sulla scomparsa del bambino. Per scoprire la verità Fenoglio sarà costretto a inoltrarsi in quel territorio ambiguo dove è più difficile distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. Ambientato al tempo delle stragi di Palermo, "L'estate fredda" offre uno sguardo pauroso sulla natura umana, ma ci regala anche un protagonista di straordinaria, commovente dignità. E, alla fine, un inatteso bagliore di speranza.
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Dettagli

2016
25 ottobre 2016
352 p., Brossura
9788806227746

Valutazioni e recensioni

3,53/5
Recensioni: 4/5
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Silvia
Recensioni: 4/5

Ascoltato come audiolibro ed è stato un piacere ritrovare il maresciallo Fenoglio e i suoi collaboratori! Letto da Carofiglio è ancora più coinvolgente, anche se la parte dell’interrogatorio di López è a mio avviso troppo lunga; tanti dettagli sulle attività illecite collegate solo in parte e in secondario modo con la vicenda del bimbo rapito.

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Attilio Alessandro Bollini
Recensioni: 3/5

Ho finito di leggere "L'estate fredda" e mi é piaciuto. Anche l'espediente della domanda e risposta non influisce sulla tensione del racconto, anzi lo enfatizza. Sono solitamente prevenuto verso Carofiglio ma questo libro mi ha soddisfatto.

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Baldovino
Recensioni: 3/5

Carofiglio è sempre perfetto nel portare il lettore all'interno della Giustizia. Storia avvincente e ben scritta, ma anche una bella ricognizione di come funziona davvero il sistema penale. Consigliato

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Voce della critica

«Fenoglio sapeva benissimo che quel caso lo avrebbe ossessionato fino a quando non fossero riusciti a risolverlo. Il problema era: non esisteva nessuna certezza che sarebbero riusciti a risolverlo. Non esiste mai».

Qualunque investigatore, anche quello più indurito, ti direbbe che c’è una cosa a cui non si abitua mai: la morte violenta di un bambino. Questa frase ad effetto conclude uno dei capitoli più drammatici del romanzo, dove il protagonista si chiede quali siano i confini morali che pattuiscono la liceità dell’abitudine al male da parte delle forze ordine. Sarà questo il tema centrale del romanzo, ambientato nella Bari del 1992, appestata dagli scontri interni alla Sacra Corona Unita, un virus di cui nessuno conosce la cura.
Ci prova il maresciallo Fenoglio a porre un argine allo straripare del male, un cancro che ha irrimediabilmente infettato Bari tra il quartiere CEP ed Ezzelino, dove è in corso una lotta tra Vito Lopez detto “o’ vuccier” (il macellaio) e Don Grimaldi, boss cocainomane paranoico a cui è stato rapito il figlio. Possibile che Lopez abbia avuto l’ardire di un’azione tanto eclatante? A Fenoglio spetterà indagare.
Il carabiniere è il protagonista della serie poliziesca di Carofiglio, oggi giunta al secondo capitolo, una saga che scorre parallela a quella dell’avvocato Guerrieri, con cui l’autore pugliese è diventato celebre agli inizi del terzo millennio, dando vita a una delle prime forme di legal thriller all’italiana. Sia Fenoglio che Guerrieri sono due facce della stessa medaglia, degli alter ego dello scrittore pugliese, magistrato e procuratore anti-mafia che ha appeso la toga al chiodo per dedicarsi alla letteratura. Inevitabile quindi che in ogni libro di Carofiglio paia emergere una prospettiva auto-biografica, un’esperienza destrutturata e rielaborata attraverso due personaggi che, se sommati nelle loro vicende, restituiscono fedelmente ciò che è stato il mondo della malavita e il funzionamento della giustizia negli anni ‘90. La capacità di mischiare invenzione, cronaca ed esperienza personale è il segreto del successo di Carofiglio, di cui il pubblico italiano difficilmente si stancherà proprio per il modo in cui riesce a rivivere quegli anni terribili, di paura, dolore ma anche orgoglio, senza sacrificare il gusto innato per la narrazione.

È l’estate del 1992 ed è in corso la tristemente nota guerra di mafia che porterà all’uccisione di Falcone e Borsellino. Un’estate fredda, come viene ribattezzata da Fenoglio, carabiniere sabaudo trapiantato a Bari, amante delle letture colte e della musica classica, suggerendoci che le metafore meteorologiche sono sempre le più efficaci, citando, a sua insaputa, Gadda. Carofiglio caratterizza un personaggio che dialoga spesso con referenti letterari più o meno celati, in tal senso la parte più avvincente del libro, ma anche la più straniante, è quella dedicata ai verbali delle confessioni di un collaboratore di giustizia. Un’occasione per sciorinare un’affascinante digressione meta-testuale.
Fenoglio e il capitano Fornaro discutono dei verbali come forma letteraria, prendendo in prestito la definizione di “terrore semantico”, coniata da Calvino per descrivere l’alienante neutralità di quei resoconti ricchi di brutalità, elencati come fossero dati di per sé privi di significato. Un’antilingua che oltre a prendere le distanze dalla concretezza del mondo reale, rappresenta, attraverso una discorsività indifferente alle emozioni, l’assuefazione al male. Fenoglio può sopportare tutto, ma non la resa preventiva e si ribellerà al potere anestetizzante di quelle parole incapaci di restituire il dramma di una popolazione schiacciata dal sangue e dall’omertà.

Un’ottima prova per Carofiglio anche stavolta capace di conquistare i lettori con una semplice storia di mafia, a cui tuttavia non mancano colpi di scena, che è soprattutto un avvincente pretesto per una riflessione linguistica, omaggiando il maestro Gadda e la parola, quella che sembra mancare, quella che salva o che condanna per sempre.

Recensione di Matteo Rucco

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Conosci l'autore

Gianrico Carofiglio

1961, Bari

Gianrico Carofiglio è un autore, ex magistrato ed ex politico italiano. Magistrato dal 1986, ha lavorato come pretore a Prato, Pubblico Ministero a Foggia e come Sostituto procuratore alla Direzione distrettuale antimafia di Bari. È stato eletto senatore per il Partito Democratico nel 2008. Il suo primo romanzo è del 2002, Testimone inconsapevole, edito da Sellerio. Con quest'opera Carofiglio ha inaugurato il legal thriller italiano. Il romanzo, che introduce il personaggio dell'avvocato Guido Guerrieri, ottiene vari riconoscimenti riservati alle opere prime, tra cui il Premio del Giovedì "Marisa Rusconi", il premio Rhegium Iulii, il premio Città di Cuneo e il Premio Città di Chiavari. Sempre con protagonista Guerrieri, da Sellerio seguono nel...

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