Fahrenheit 451

Sarà che quando gli scrittori provano ad immaginare il futuro finiscono col vedere i medesimi orizzonti; ma io in questo celebre romanzo di Bradbury non ho potuto fare a meno di scorgere la stessa architettura di mondo di 1984 di Orwell. Soprattutto, la stessa voglia di tutti gli uomini-schiavi, di non sapere, soffocando qualunque brandello di ricordo e affidando ad altri tutto di se' stessi, pur di tener lontana ogni preoccupazione. Vivere come se la morte non esistesse e il dolore nemmeno; cauterizzare in anticipo ogni ferita, prima ancora che si formi. Ora è più semplice scorgere questi sintomi attorno e dentro di noi, in questa luce di falsa eternità che crediamo di abitare; negli anni di Bradbury, e Orwell, occorreva più lucidità e preveggenza. I libri, quelli buoni perlomeno, conducono in luoghi dei quali nemmeno si sapeva l'esistenza e creano dubbio senza in cambio promesse di felicità. I libri, e le idee, sono nemici di questo mondo e infatti anche Bradbury immagina un flusso continuo di parole, pseudo notizie, chiacchiere anestetizzanti che è il rumore di fondo della modernità, dove ciascuno crede di esser parte e di avere opinioni. Libro eccellente: rappresenta bene il flusso di ottundimento che attraversa la storia che viviamo, non afferrandone nulla.

Un grande classico della fantascienza, una dichiarazione d'amore verso i libri, una critica attualissima verso chi non riesce a vivere lontano da uno schermo. Da leggere.

Storia bellissima