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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2019
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Un bel racconto che è romanzo ed inchiesta operaia, che scorre nella narrazione sulle donne della fabbrica tessile ed il lavoro dei minatori: la protagonista, che prepara la tesi di laurea proprio tra i lavoratori che scavano per il TAV, ha la madre operaia da quando aveva 15 anni. Trapelano tra le righe le sensazioni ed i sentimenti vissuti nelle giornate trascorse alla catena: Simona riuscirà a realizzare il desiderio della madre che voleva per lei un' istruzione ed un lavoro che non fosse come il suo.
Sono anch'io figlio di una "vestaglia blu" (mamma per anni alle cantine). Nel libro di Simona Baldanzi c'è tutto il sapore della mia generazione (io sono classe '76), dei condomini di edilizia popolare (i famosi Peep) costruiti in Toscana a fine anni '70-inizio anni '80. Della vicinanza fisica: delle case, sui luoghi di lavoro, nel tempo libero. Ma c'è anche la nostra quotidianità, le tesi di laurea della prima generazione (la nostra) andata in massa all'università. Un grazie ad Alberto che mi ha passato il libro.
Folgorante! Se devo riassumere con un aggettivo soltanto com'è stato per me il primo romanzo di Simona Baldanzi, non ho dubbi: folgorante! Uno sguardo candido, ma riflessivo e attento a una realtà spesso scomoda che molti vogliono ignorare, quella degli operai delle grandi opere, sapientemente inframezzata dalla storia della madre operaia (la tuta blu al femminile diventa vestaglia). Questo romanzo colma un grande vuoto avvertibile solo dopo averlo letto, e quasi stupisce che una ragazza sulla trentina lo abbia non dico colmato, ma reso palese all'opinione pubblica. Se a questo aggiungiamo che il libro è scritto in maniera che riesci a staccartene soltanto quando, dopo un paio d'ore, arriva la parola fine, ..., allora ... che altro dire? Fate come me: compratelo e regalatelo a tutti!
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