Direttore della fotografia francese. Allievo del danese E. Schüfftan, esprime negli anni '40 e '50 un'estetica del b/n ricercatissima e dall'estesa gamma tonale. In un testo fondamentale, Des lumières et des ombres (1987), A. racchiude una concezione della professione che consacra definitivamente l'opérateur quale protagonista della costruzione di senso del film, latore di un livello «espressivo» e di un «dinamismo» della luce che assolvono in senso cinetico la funzione già espressa dalla luce in pittura. La pittura resta il referente principale sia nel b/n de La Bella e la Bestia (1946) di J. Cocteau, sia nel colore, non amato ed elaboratissimo, di Napoleone a Austerlitz (1960) di A. Gance, ricco invece di trovate surreali e geometrie cromatiche in chiave astratta in Topkapi (1964) di J. Dassin. Sarà W. Wenders a dargli l'occasione di riattualizzare l'antica maestria nel b/n con l'inusitata levigatezza e secchezza della fotografia di Lo stato delle cose (1982).