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Non è facile trattare seriamente della materia del sesso, perché se si evita l’approccio scientifico, troppo serioso, e si adotta uno stile più divulgativo, si rischia di incappare nella censura e l’autore ritiene che quella che si richiama al buon gusto sia molto più insidiosa di quella del buon costume. L’approccio che Emanuele adotta in questo testo è tra il serio e il faceto, ma soprattutto egli intende sdoganare quella che è l’immagine idealizzata del filosofo quale pensatore collocato in una bolla al di fuori del mondo, che non può occuparsi delle beghe quotidiane, tra cui il sesso e la fecalità. La storia della filosofia ha spesso occultato alcuni dettagli biografici imbarazzanti dei filosofi, come anche gli spunti delle loro opere che rimandassero alla sessualità, ma Emanuele mette abilmente in fila le passioni onaniste di Diogene, quelle omosessuali di Socrate, l’undinismo di Epicuro, il sadismo del Marchese, il masochismo di Rousseau fino alle percosse di Nozick. La conclusione dell’opera di Emanuele è che la sessualità, per la sua connessione con la sfera dell’amore e dell’intimità, è e deve restare intima, privata, non nascosta nel senso di occultata, ma riservata perché solo in questo modo può scoprire l’ebbrezza della trasgressione, invece se diventa pubblica, analizzata nei minimi dettagli, come in un trattato scientifico e statistico alla Kinsley, diventa irrilevante al fine dell’eccitazione, nonostante l’indubbio valore che ne potremmo ricavare sotto il profilo culturale e sociale.
Il testo trasuda cultura, ma, nonostante i continui rimandi alle fonti e all'esegesi più recente, lo stile rimane gradevolissimo e l'autore non indulge mai al sensazionalismo che il titolo parrebbe invece preannunciare
È un libro molto godibile. Ho cominciato a leggerlo con riluttanza, e invece ho trovato una prosa scorrevole e assai piacevole. Il testo offre una prospettiva diversa a cui guardare la filosofia, soprattutto quella greca. Si parla degli eccessi dei grandi filosofi che hanno fatto il pensiero; si discute del loro lato umano. Ed è proprio questo il pregio del libro: far emergere chiaramente come, tutto sommato, anche l’animo più nobile si elevi, alla fin fine, da un impasto di carne e umori.
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