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Il funambolo - Jean Genet - copertina
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Descrizione


Un giorno in uno squallido scompartimento di terza classe, lo sguardo di Genet incontra quello di un ignoto viaggiatore dall'aspetto ripugnante. E' la rivelazione, prodigiosa e decisiva, dell'identità degli uomini, dell'identità che circola incessantemente fra gli uomini. Una rivelazione capace di accendere pensieri terribili, ma anche abbaglianti riflessioni sui dipinti di Rembrandt come sculture di Giacometti, che nella loro indistruttibile e innocente nudità concentrano ciò che vi è di più irriducibile nell'uomo: "la solitudine di un essere esattamente equivalente a qualsiasi altro"... La raccolta, che comprende testi apparsi fra il 1949 e il 1967 e consente di ripercorrere l'intera attività di Genet, include anche i "Frammenti".
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Dettagli

1997
25 giugno 1997
221 p.
9788845912771

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Herzog
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Il funambolo: un racconto di una bellezza sconcertante, di una perfezione inimmaginabile. Da un grande dannato, la salvezza. E' vero: solo lo stile ci salverà.Un miracolo.

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scheda di Bongiovanni, C., L'Indice 1998, n. 5

Dieci testi apparsi tra il 1949 e il 1967. Dieci testi molto diversi l'uno dall'altro, ma accomunati da un'angosciosa e angosciata ricerca stilistica. Rembrandt e Giacometti, i ragazzi criminali, un giovane funambolo algerino, gli attori dei suoi drammi e infine la morte sono i protagonisti di queste pagine. A ciascuno di loro Genet dedica il suo orgoglioso e solitario talento. Ciascuno di loro diviene il punto focale da cui parte e si irradia una scrittura scattante, nevrotica e raffinatissima. Spiace che il curatore dell'opera si sia limitato a fornire delle stringate note ai testi. Avrebbe forse potuto avventurarsi in un'introduzione che sottolineasse l'estrema ricchezza del reticolo di rimandi che fa di quest'insieme, apparentemente eterogeneo, un'unica opera, straordinaria, rinsaldata da un'estetica della rivelazione, dello sfolgorio, del bagliore, che Genet disvela nello sguardo degli autoritratti di Rembrandt e nelle misteriose figure femminili scolpite da Giacometti, nel "canto di gloria" del ragazzo criminale e nei lustrini d'oro che restano attaccati, dopo la rappresentazione, ai riccioli dell'acrobata.

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Conosci l'autore

Jean Genet

(Parigi 1910-86) scrittore e drammaturgo francese. Dopo un’adolescenza e una giovinezza irregolari (fu in casa di correzione, poi nella Legione straniera dalla quale disertò, vivendo poi di espedienti e venendo più volte incarcerato), pubblicò una serie di libri che rispecchiano crudamente le sue esperienze. Narrazioni autobiografiche come Nostra Signora dei Fiori (Notre-Dame-des-Fleurs, 1944), Miracolo della rosa (Le miracle de la rose, 1946), i versi di Il condannato a morte (Le condamné à mort, 1942) circolarono per anni in forma anonima e clandestina. Un successo, di scandalo e di prestigio insieme, raggiunse poi G. con il Diario del ladro (Journal du voleur, 1949) e con alcuni testi teatrali: Le serve (Les bonnes, 1948), Il balcone (Le balcon, 1956), I negri (Les nègres, 1958), I paraventi...

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