Fuorimondo

Libro interessante che si focalizza sulla salute e la malattia mentale ma anche sui rapporti familiari e sulle difficoltà di realizzare le aspettative imposte da altro ma, poi, assimilate come se fossero proprie. Non ho apprezzato il linguaggio troppo ricercato che, secondo me, poco si accorda con le caratteristiche dei personaggi. Probabilmente la motivazione di questa scelta stilistica è nell'intento metaforico in cui si inserisce la narrazione; quindi chi ama questo tipo di narrazione lo apprezzerà senz'altro più di me.

Libro dedicato alla follia. Argomento affrontato con delicatezza e quasi ironia. Originale e piacevole nonostante il tema impegnativo.

Ad integrazione di quanto detto in un commento precedente. Ornela Vorpsi è nata in Albania nel 1968, nel 1991 si è traferita in Italia dove è rimasta fino al 1997, anno in cui è ripartita alla volta di Parigi, città in cui tutt'ora risiede. Ornela Vorpsi è artista (ha studiato a Brera, prima di completare i suoi studi all'Universitè Paris VIII), è fotografa, pittrice, scrittrice. Ma ha fatto anche la modella e la cubista nelle discoteche milanesi, per sbarcare il lunario in gioventù. I suoi romanzi, nonostante non viva più in Italia da quasi vent'anni, continuano a essere scritti nella nostra lingua. Questa è una velocissima sintesi della vita - vita larga, vita estesa, complessa e varia - di Ornela Vorpsi, così come risulta da una ricerca su Wikipedia. Questo è ciò di cui ha esperienza, che conosce e di cui scrive. Pretendere dunque, come suggerisce Anna K., che continui a raccontare sempre e solo di un'Albania arcaica e premoderna, dove non esistono le operazioni di chirurgia estetica (ricordo en passant che uno dei paesi con il maggior numero di interventi di chirurgia estetica è l'Iran), è come pretendere che uno scrittore italiano scriva solamente di mandolini e pizze. In fondo non esiste solamente il kitsch estetico, ma anche il kitsch interpretativo, che si annida al fondo della pupilla di chi legge. Attribuire alla letteratura il compito di fotocopiare il minuscolo cortile delle nostre folcloristiche attese, diventa così uno dei test oculari più attendibili per snidare la presenza del Kitsch. E almeno questo vizio non possiamo metterlo in contro ai libri, bellissimi, di Ornela Vorpsi.