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Anno edizione: 2022
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Con una scrittura di assoluto nitore, laconica e bruciante, a tratti intensamente lirica, Cagnati ci racconta una vicenda in cui, sullo sfondo di una terra aspra e inclemente, si intrecciano brutalità e tenerezza, strazio e rancore, lutto e incantamento, riuscendo a raggiungere un'essenzialità trasognata che sembra dissolvere la tragicità degli eventi.
«Ci sono vite disgraziate, in cui il poco e raro bene che arriva sembra, a posteriori, solo uno scherzo crudele. È la sorte che gioca a illudere e ingannare chi quelle vite se le ritrova. Ed è forse questo il senso di un epilogo che mi ha lasciato turbata e in silenzio come non mi capitava da tempo.» – Donatella Di Pietrantonio, Robinson – la Repubblica
Questo romanzo è la storia dell'amore, lancinante e assoluto, di una figlia, Marie, nata da uno stupro, per la madre, Eugénie detta Génie, che, ripudiata dalla famiglia e respinta dalla comunità dopo che ha generato una bastarda, si è murata nel silenzio e nella lontananza. Una madre che sa dirle soltanto: «Non starmi sempre tra i piedi», che raramente la abbraccia; una che tutti, in paese, bollano come matta e sfruttano facendola lavorare nei campi e nelle fattorie in cambio di un po' di frutta, di un pezzo di carne. Ma l'amore di Marie è impavido, indefettibile - va oltre il tempo.
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Dolorosamente agghiacciante, eppure soffuso di un tenerissimo amore. Una scrittura ossessivamente ripetitiva. Deprimente nell’ipotesi che non esista rimedio alla solitudine del disamore materno, alla condizione femminile subalterna, alla violenza permanente.
Premessa: Il libro mi è piaciuto, ma, è veramente troppo straziante. Un po’ come quei film che lo senti che vogliono farti piangere a tutti i costi. Perciò, sotto questo punto di vista perde un po’ di punti. Nonostante tutto, la scrittura asciutta, coincisa, quasi come se fosse una lunga poesia, hanno fatto breccia sul mio cuore, rendendola una delle letture più belle di questo inizio anno. Consigliato, ma non adatto a tutti. Se siete in un periodo particolarmente triste/pessimista, non ve lo consiglierei ecco.
Lettura straziante, ma non per la trama e per il dolore continuo di cui si parla, bensì per la scrittura dell’autrice: uno strazio senza fine che mi ha reso la lettura (e la storia) insopportabile. Se fosse stato scritto in altro modo penso che avrei apprezzato la storia.
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