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Ho letto un romanzo fantasy e ne sono sopravvissuta Le aspettative che avevo verso questo nuovo romanzo di Ishiguro erano pressoché pari a zero: in primo luogo, per via del genere. Non ho mai amato leggere storie di draghi, orchi e compagnia bella, però lui era uno dei miei scrittori preferiti e quindi non potevo certo ignorarlo. In secondo luogo, la trama: due vecchietti che, persa la memoria, vagano per lande desolate incontrando strani esseri e guerrieri senza paura? Naaa! Infine, la certezza che non sarebbe mai potuto essere un capolavoro, perchè quello Ishiguro l'ha già scritto nel 1989 e l'ha intitolato "Quel che resta del giorno". A dispetto di tutti i miei pregiudizi, invece, grande è stata la sorpresa nel ritrovarmi, a fine lettura, con la consapevolezza di aver terminato un bel libro, non certo un capolavoro di proporzioni epiche, ma un romanzo ben confezionato, senza punti morti, né noioso né pesante ( come avevo invece avuto modo di leggere in certe critiche ). La storia scorre via senza inciampi, la nebbia della storia sembra avvolgere anche te e fino all'ultima pagina ti chiedi che ne sarà dei poveri Axl e Beatrice, mentre attendi col cuore in gola l'esito dei duelli tra guerrieri, cavalieri di re Artù e malvagi demoni. Un romanzo impregnato di nostalgia, fatica, saggezza, segreti, odio, sangue, spade sguainate, legami fortissimi e immensi spazi aperti. Dieci anni d’attesa per un libro che, complessivamente, promuovo.
Ottimo, trama ben congegnata e scorrevole. Consigliato.
Ishiguro usa il genere fantasy per costruire un romanzo ambizioso. Il lettore trova tutte le figure canoniche: guerrieri e cavalieri, draghi e bestie feroci, orchi e folletti. Un primo elemento distintivo è la ricercatezza stilistica, il tono aulico che si avvale di scelte lessicali desuete. Il tema portante è il ruolo della memoria, affrontato in chiave insolita. Di norma, si attribuisce un valore positivo all'atto del ricordare, ma questo implica anche l'impossibilità di dimenticare e accantonare i torti, nonché di venire a patti coi sensi di colpa. L'oblio può essere un incantesimo benefico, ma gli esseri umani paiono non poterne reggere il peso. Il discorso vale sia per il privato sentimentale che per la Storia, narrazione fatta di stragi e tradimenti che chiamano altro sangue. Le pagine conclusive sono intense e commoventi, degno compimento di un romanzo che conferma l'abilità e l'originalità di Ishiguro.
Recensioni
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