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Un giallo originale ambientato a Stoccolma tra i premi Nobel, con Einstein come investigatore. Ben scritto, si legge con grande piacere
Il compito di indagare in modo ufficioso, efficiente e discreto viene affidato ad Albert Einstein. Infatti, nessuno meglio di lui sa che “per risolvere un problema bisogna guardare da lontano, vedere l’insieme, guardarlo con occhi nuovi”. Il suo ritratto è aderente a quello cristallizzato dall’immaginario collettivo. Sornione e irriverente. Diretto e fulmineo. Un uomo frugale che non resiste ai piaceri della tavola. Uno degli effetti collaterali della sua investigazione è la messa a nudo dell’altra faccia del mondo accademico. Svilito da pregiudizi politici, invidie, rivalità. Sabotato da ottusità mentale, interessi economici e deliri di onnipotenza. Una di quelle letture scacciapensieri.
Con questo romanzo Massimiano Bucchi si unisce al gruppo di scrittori che affidano a un illustre personaggio storico il ruolo di detective. Senza dimenticare l’attualità. “Giocare a dadi col mondo” ci ricorda il legame tra etica e scienza, perché spesso alcune scoperte, per le svolte inaspettate della Storia, non vengono messe al servizio del bene comune.