Il gioco del mondo (Rayuela)
- EAN: 9788806175924
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25/08/2014 10:22:27
Non un semplice romanzo, ma un'esperienza di vita.
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13/11/2013 20:29:47
Più che naturale che un libro di questa portata divida i lettori. La stessa sorte è toccata all'"Ulisse" di Joyce, ai "Detective Selvaggi" di Bolano, a "L'uomo senza qualità" di Musil e via dicendo. Libri che rappresentano quasi una esperienza di lettura più che un piacevole passatempo, che esigono la tua totale attenzione, che ti chiedono di lasciare fuori ogni preconcetto, ogni struttura preconfezionata. Chiedono che si danzi con essi al ritmo e alla melodia che impongono. Però, se lasciano il segno è un segno indelebile. Due consigli: Primo:lettura per chi è molto avvezzo all'esercizio della stessa.Secondo: leggerlo prima nella sua forma lineare e poi, dopo qualche tempo, leggerlo nella forma schizzoide suggerita da Cortazar. Indimenticabile
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27/03/2013 12:24:05
Collezionista di parole. Se questa è alta letteratura credo che ci si possa avvicinare chiunque sia dotato di dizionario e abbia dimestichezza nell'aprirlo a caso e copiare le prime parole che legge, oltre 600 pagine di puro nulla, solido nulla per dirla con qualcuno ancora più pessimista del nostro Julio (bella gara comunque). L'unica attenuante è che se l'autore voleva significare che la vita non ha senso (lampo di genio!) questo libro ne è lo specchio fedele. Cortazar si definiva lui stesso uno scrittore di racconti, invito chiunque abbia voglia di scoprirlo veramente a tralasciare questo libro, e i commenti trionfalistici che si trascina appresso, e leggere le sue raccolte di racconti, alcune davvero belle.
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03/03/2013 11:04:46
Preso in mano due volte, altrettante l'ho abbandonato, intorno a pagina 100. pesante ed illeggibile.
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20/12/2012 17:44:01
romanzo difficile che si muove tra passaggi faticosi e veri picchi letterari. fantastica e angosciante la lunga scena che ha come protagonista il piccolo rocamadour, splendido il capitolo 7 (si può scrivere d'amore meglio di così, con più poesia?). libro che ti resta addosso anche a distanza di anni. capolavoro? penso proprio di sì...
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17/07/2012 09:15:23
Noioso, noioso, noioso. Al limite dell'illeggibile: in ogni pagina sembra di vedere l'autore compiacersi per quanto è intelligente e colto, per quanto sia bravo a scrivere un romanzo così fuori dalle righe. In realtà dice ben poco, i personaggi sono finti come l'autore e come la finta struttura innovativa del libro.
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30/05/2012 16:42:42
Il libro si presenta in maniera del tutto diversa rispetto alla stesura degli altri romanzi. Come specificherà successivamente l'autore in una intervista, il romanzo parte senza uno scopo preciso e senza dare risposte al lettore. Il personaggio, Horacio Oliveira, si rispecchia in tutti noi, è un uomo alla costante ricerca di una via; la trova, non la trova, la perde o la confonde ma comunque non resta fermo nello stesso punto. La costante ricerca di qualcosa lo fa spostare da Parigi a Buenos Aires. Tale ricerca è finalizzata a trovare quello che lui definisce "Centro", ovvero, quella dimensione dove ogni essere umano può reinventare la realtà. Eliminando "il non necessario" e tutto ciò che si vuole liquidare si può raggiungere il "Centro" con la speranza di reinventare la realtà. Come voto do 3/5 in quanto alcuni passaggi sono davvero pesanti e difficili da collegare con il resto del libro, ma alcuni capitoli sembrano scritti da noi stessi. Libro che consiglio a tutti ma richiede una buona dose di concentrazione e attenzione.
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23/12/2009 09:54:46
Solo poche parole: il mio libro preferito.
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27/11/2008 15:25:36
uno dei libri della vita...complesso e poetico, ricchissimo. Una scrittura densa. L'ho appena finito: e l'ho letto in modo "convenzionale" senza l'aggiunta dei capitoli extra-...aspetteró un pó e poi lo riaffronteró... Horacio sono io, tu, e tutti noi...sempre in cerca della Maga...
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01/11/2008 00:07:40
Non si finisce di leggere dopo l'ultima pagina, potremmo ricominciare a farlo da un capitolo a caso. Ti lascia lì a pensare e a riflettere e quando un libro ti rimane appiccicato alla pelle significa che è bellissimo!
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31/07/2007 15:35:57
Rayuela è il romanzo più aperto che mi è mai capitato di leggere. Aperto perchè lo si può leggere praticamente come si vuole, essendo esso nient'altro che una tavolozza di colori straordinari che pone deliberatamente il lettore a scegliere da sè le combinazioni. Aperto perchè 'incompleto', non nel senso che gli manchi un degno finale o una solida struttura -li ha entrambi-, ma perchè pone molte domande alle quali deve essere il lettore a rispondere. Aperto perchè i silenzi di Cortàzar sono addirittura più belli degli stupendi dialoghi di Oliveira. Sono arrivato a conoscerlo leggendo per caso la riflessione di un argentino che scriveva che il romanzo che meglio di tutti ritraeva le inquietudini del Novecento sudamericano non fosse Cent'anni di solitudine ma Rayuela. Sinceramente io, entusiasta di entrambi, non me la sento affatto di mettere uno dei due su un piedistallo a scapito dell'altro, visto che sono entrambi maestosi ma per motivi diversissimi. Il capolavoro di Marquez è epica allo stato puro, nel senso che tutte le riflessioni, i caratteri dei personaggi, sono completamente esteriorizzati nelle loro azioni. C'è da dire che Rayuela è, al contrario, decisamente più metafisico, concede molto spazi ai dubbi esistenziali, alla spietata autoanalisi del protagonista e alla sua ricerca continua del 'centro', di una qualche verità che gli dia una chiave di lettura definitiva del mondo. La grandezza di Rayuela però sta in questo: un libro che voleva essere decisamente 'egocentrico' è riuscito a sviluppare la sua trama e le riflessioni del suo Oliveira in modo così approfondito, e allo stesso tempo così particolare, che non si può far finta di non essere con lui, nei suoi pensieri. Oliveira è un personaggio simbolico: in Oliveira c'è l'inquietudine intellettuale del Novecento, l'uomo visto da mille angolature diverse. Regalatevi il gioco del mondo, trasmette moltissimo, se ne trae un autentico arricchimento. grazie, marco
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11/06/2005 18:26:25
Non è un libro commerciale, anche perchè l'autore è pressoché sconosciuto ai più. Io l'ho letto su consiglio di una amica Argentina, dacché tra molti sudamericani questo romanzo ha segnato un punto di svolta, "un antes y un después" come dicono loro. Libro a tratti difficile da seguire in quanto intellettualoide per certi versi, ma di indubbio valore artistico e letterario. Il protagonista è un uomo perso, un universitario a vita, che ricerca in maniera molto particolare di capire la vita. Cortàzar non è un "cagasentenze", questo libro non vuole insegnare l'esistenza come fanno alcuni autori, solo racconta la ricerca astrusa di un argentino che potrà sembrare inconcludente e privo di concretezze. Bella la parte parigina, con il rituale tipico argentino-uruguayano del "mate" presente nei dialoghi con il gruppo di amici e particolare la chicca assoluta che pochi penso hanno colto nel capolavoro di Marquez, cent'anni di solitudine, in cui viene citato chiaramente un personaggio di questo romanzo. (Rocamadour)
