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Tradotta in sessanta Paesi, oltre venti milioni di copie vendute, Camilla Läckberg è il crime svedese.
«Un racconto fulminante, una sorta di atto unico che porta i protagonisti a consumarsi in una tensione mista a disagio e dolore, istigandoli alla rabbia» - Jessica Chia, la Lettura
Quattro ragazzi, la notte di Capodanno. La festa, l'ebbrezza, un gioco in cui la posta diventa sempre più alta. Camilla Läckberg scandaglia magistralmente gli abissi dell'adolescenza e il luogo più oscuro e minaccioso che ci sia: la famiglia.
Mentre fuochi cadono come paracaduti colorati e girandole luminose esplodono in cielo, Max, Liv, Anton e Martina festeggiano tra di loro la fine dell'anno. Ragazzi ricchi, belli, viziati per il mondo indossano una maschera impeccabile, dietro cui però nascondono odio e dolore. Il catering serve aragoste, caviale, champagne e i quattro attingono anche alle bottiglie da collezione che sono in cantina. Amoreggiano, fumano, spiano i genitori nella casa vicina. E iniziano a giocare. Dapprima Monopoli, poi Obbligo o Verità. E ben presto un passatempo un po' malizioso deflagra nell'occasione per mettersi a nudo e liberarsi, finalmente, del peso della verità.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Libro che si legge in una mezz'ora.Per niente coinvolgente o diverso da tanti altri. Non lo ricomprerei.
Una storia veloce che si legge in una notte e che non potrete più dimenticare. Bellissimo
confesso di essere sorpresa dalla quantità di recensioni negative. a me questo libro è piaciuto molto, nonostante risulti essere sostanzialmente un racconto, quasi un aneddoto. ho adorato la crudezza del finale e il modo in cui i personaggi sono stati costruiti. lo consiglio.
Recensioni
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Svezia, Stoccolma, Skurusundet, il lussuoso magnifico quartiere sullo stretto. L’ultimo dell’anno. Nel tardo pomeriggio Liv Andréasson scende dal taxi, attesa alla villa di Max. Subito dopo arrivano Anton e Martina Liska. I quattro ragazzi sono grandi amici, Max e Martina stanno insieme. Max ha due fratelli minori, Truls e Sara, e un fratello maggiore, Johan che otto anni prima è divenuto bancario a Londra non sopportando più il padre manesco. Martina ha una sorellina, Adrienne, più piccola di quasi dieci anni. Anton e Liv vivono un po’ nella loro ombra, lei è stata violentata quattro anni prima, lui conosce il fallimento finanziario dei suoi. I rispettivi genitori partecipano alla sontuosa festa nella villa accanto, che appartiene alla famiglia di Anton. Gli altri compagni di classe sono tutti a una grande festa, i quattro hanno voluto stare da soli, si conoscono dalla materna, scuole sport vacanze, sempre tutto insieme, belli ricchi viziati. Il catering è previsto per le nove, si fanno portare una pizza, Anton strapazza e non paga il fattorino (poi si pentirà e rimedierà), mangiucchiano e sbevacchiano, poi Liv trova tabellone, segnalini, carte e dadi di un vecchio Monopoli, ben presto Max propone di adattare le regole del gioco: quando si finisce su una strada di qualcun altro si deve scegliere fra il dare veramente il mucchio di soldi della dinamica immobiliare oppure optare fra un Obbligo e la Verità, comportarsi come ordinato dall’altro o rispondere sinceri a una sua domanda intima. Scopriamo che Martina è andata già a letto con sette ragazzi (Max solo con tre ragazze). E altre confidenze. Inoltre, si fanno reciprocamente imporre comportamenti estremi. Intanto ognuno pensa ad altri propri segreti, storie affettive o aspirazioni inconfessate. Lentamente vien fuori il dolore: tutti i quattro adolescenti hanno un cattivo rapporto con i pessimi odiosi genitori; non si sono mai sentiti amati, non si sentono né liberi né felici; forse ci vuole una qualche svolta drammatica, un gioco più nero.
La brava scrittrice Jean Edith Camilla Lackberg Eriksson (Fjällbacka, 1974) in circa 15 anni ha scritto la serie di una decina di romanzi gialli noir ambientati nella sua città natale. Ha avuto grande successo di critica e di pubblico, tradotta ovunque, protagonista della vita culturale del suo paese (serie tv, cucina, testi musicali, danza), attiva in molte iniziative umanitarie (anche coi figli), dedicandosi così poi anche ad altre scritture, spesso a tema, qui ne Il gioco della notte (113 pagine, 14 euro), tradotto da Catia De Marco per Einaudi, a un racconto lungo su quattro adolescenti, minacciati e minacciosi, vissuti nella bambagia ma subendo violenze e inganni e finendo, comunque, per pensare che nulla debba essere precluso.La narrazione di Lackberg è in terza varia al presente. Il testo è secco, denso, implacabile; probabilmente potrebbe essere facilmente portato a teatro; si tratta di limpida drammaturgia, una rete di pensieri ed emozioni dei quattro protagonisti in squadra, con varie parti in commedia e pochi comprimari in alcune scene.
I ragazzi si sentono rovinati: perfetti e funzionanti all’esterno, ma tristi e danneggiati dentro. Condividono (come tanti) coppie genitoriali con infedeltà, violenza, alcolismo, ipocrisie, bugie. Il dirsi fra loro finalmente la verità scatena rabbia e aggressività a lungo covate. Prima e durante, gustano il catering: aragoste e caviale, champagne e costosissimo vino della cantina del padre di Max, da buttare oltre che da bere. Nel viaggio in taxi la radio trasmette Walk Like an Egyptian, uno dei pezzi preferiti di Liv; dopo gli attesi fuochi d’artificio, infine dalle finestre aperte della terrazza dell’altra festa esce musica a tutto volume, inevitabilmente The Final Countdown degli Europe.
Recensione di Valerio Calzolaio
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