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Anno edizione: 2014
Anno edizione: 2014
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Forse i contenuti non sono così profondi come in romanzi successivi ma la delicatezza della descrizione della natura sempre matrigna e delle miserie e debolezze umane raggiungono livelli di splendido lirismo. Da leggere anche da chi di mccormak ha un'idea recente
Ho apprezzato tantissimo ON THE ROAD (per me un capolavoro), SUTREE, LA TRILOGIA DELLA FRONTIERA. Questo veramente non mi è piaciuto. Molto confuso, a tratti non si capiva dove l'autore volesse arrivare. Per chi volesse iniziare a leggere qualcosa di questo autore lo sconsiglio vivamente. Non mi è rimasto niente e poi condivido chi mi ha preceduto per la violenza gratuita sugli animali. Fuori luogo completamente.
Non sono un estimatore dell'autore, ma avendo letto qualcosa di McCarthy in passato, mi sono fatto tentare dal suo primo libro. Devo dire che l'ho trovato abbastanza noioso, personaggi stereotipati, una pignola e sovrabbondante descrizione della natura, non poi così selvaggia e aspra come l'autore si sforza di presentarcela quasi ossessivamente. In fin dei conti si tratta di boschi e torrenti, mica è la savana. La venatura nostalgica pervade fortemente il racconto, come in altri dell'autore. McC. la rincorre incessantemente fino al dettaglio più minuto: nei paesaggi, nei gesti, nei suoni, nei colori dei boschi, nella vita degli animali, nell'attenzione interessata data dalle persone a cercare di interpretare qualsiasi segno che la natura trasmette. Poco più che 30enne il "vecchio" Cormac e già vecchio, con tutto quell'afflato che mette nel libro per ricordare un mondo che era già scomparso e che lui deve aver rivissuto in mille racconti di bar e ricostruito certosinamente. La trama abbastanza confusa, con dei corsivi a volte incomprensibili, appare infine secondaria. Probabilmente quello che interessa(va) all'autore era rievocare quel mondo e questo l'abbiamo capito. Anche troppo.
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