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La guerra contro i cliché. Saggi letterari
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La guerra contro i cliché. Saggi letterari - Martin Amis - copertina
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guerra contro i cliché. Saggi letterari

Descrizione


"La mia vita privata era alquanto bohémien, hippy ed edonistica. Diciamo pure tranquillamente debosciata. Ma in fatto di critica letteraria avevo principi morali ferrei. Non facevo che leggere libri di critica: mi portavo dietro i miei Edmund Wilson e William Empson praticamente ovunque: nella vasca da bagno, in metropolitana. Prendevo questa faccenda molto sul serio". I saggi, le recensioni, le letture di devastante arguzia e le scazzottate letterarie di Martin Amis sono dispacci provenienti da un'epoca in cui la critica era, si, una faccenda molto seria, ma anche maledettamente divertente. Lungi dall'essere l'estenuato rituale di un laboratorio (come a volte è oggi nelle università) o il proseguimento della pubblicità con altri mezzi (come a volte è sui giornali), la critica era il fronte in cui la letteratura incontrava la società, il campo di battaglia e la posta in gioco nella guerra dei significati. Un'epoca, ad esempio, dove la recensione - il più umile ma allo stesso tempo il più puro dei gesti critici - non era la mera ostensione di un gusto, ma l'occasione per misurare il talento individuale dell'autore sullo sfondo del canone, e l'intelligenza non rispondeva a nessuna legge se non a quelle della letteratura. Però Amis fa anche un'altra cosa in questo libro, forse la più preziosa. Ci ricorda che quell'epoca non è ancora finita. Nessuna passione, di certo non quella per la critica letteraria, è spenta per sempre.
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Dettagli

2014
25 novembre 2014
224 p., Brossura
9788806212056
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Indice



Prefazione

- La guerra contro i cliché. «Ulisse» di James Joyce
- In visita dalla signora Nabokov
- Lezioni. «Lezioni di letteratura» di Vladmir Nabokov
- Il grande slam di Nabokov. «Lolita» di Vladmir Nabokov
- Saul Bellow a Chicago
- L'aquila americana. «Le avventure di Augie March» di Saul Bellow
- Philip Larkin, 1922-1985
- Don Giovanni a Hull
- Mailer: il Vendicatore e la Troia
- «Crash» di J.G. Ballard
- J.G. Ballard
- Dallo spazio siderale allo spazio interiore
- John Updike
- «Odd Jobs: Essays and Criticism» di John Updike
- Truman Capote: conoscere tutti
- Anthony Burgess
- William Burroughs: i pezzi brutti
- Philip Roth: l'insoddisfazione
- «La controvita» di Philip Roth
- «Il teatro di Sabbath» di Philip Roth
- L'India di V.S. Naipaul
- I poteri di DeLillo. «Mao II» di Don DeLillo
- «Underworld» di Don DeLillo
- Salman Rushdie

Voce della critica

  Spesso avviene che gli scrittori che scelgono di raccogliere saggi scritti nel corso della loro carriera sentano quasi inconsciamente il bisogno di scrivere una prefazione in cui avvertire i lettori di ciò che stanno per leggere. La Guerra Contro i Cliché di Martin Amis non fa eccezione. L'autore arriva addirittura a consigliare al lettore di abbassare le sue aspettative nei confronti del libro.I saggi inclusi nella raccolta sono certamente datati, quasi obsoleti: un saggio del 1992 su Lolita difficilmente amplia l'orizzonte della critica nabokoviana e finisce per rivelarsi d'interesse, forse, solo per uno storico letterario che voglia ricomporre la storia della ricezione critica di quel romanzo. Tuttavia, Amis è consapevole di tutto ciò ed è soprattutto onesto: non prende mai le parti di uno scrittore se non ha una buona motivazione per farlo (come nel caso di Philip Larkin), così come non ha remore nello stroncare un autore che non lo convince da un punto di vista letterario o personale (come nel caso di Norman Mailer). Quello che colpisce di questo libro è il modo in cui i vari saggi vengono messi insieme nella struttura del testo. Essi sono rilevanti proprio perché rappresentano esercizi di pensiero critico e Amis ha il talento di rivelare come pochi altri la continuità tra la vita personale di uno scrittore e la sua scrittura narrativa. Nella Guerra Contro i Cliché troviamo, oltre a saggi pieni di buonsenso e scrupolosità letteraria, anche interviste a grandi scrittori inglesi e americani, discussioni e momenti carichi di umorismo (come l'episodio della signora ubriaca che si fece autografare l'ombelico da Truman Capote). Amis si diverte qui a sfatare molti dei cliché sulla letteratura: la convinzione che uno scrittore abbia capito tutto del mondo ancora prima di iniziare a scriverne, oppure il mito dello scrittore appartato che vive la sua esistenza lontano dalla realtà che lo circonda per meglio sintonizzarsi con il demone della creatività. Al contrario, gli scrittori che Amis presenta (oltre a quelli già citati, Saul Bellow, Philip Roth, John Updike) sono tutti molto umani e la loro umanità spesso contrasta con il loro corpus letterario. E lo stesso Amis presenta qui   Robert Moscaliuc  

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Conosci l'autore

Martin Amis

1949, Swansea

Martin Amis è stato uno scrittore britannico. Figlio del notissimo scrittore Kingsley Amis, prima di dedicarsi completamente alla scrittura narrativa il giovane Martin ha collaborato con il London Observer, il Times Literary Supplement e il New Statesman, di cui è diventato direttore all’età di 27 anni. La sua produzione letteraria comprende romanzi, racconti, saggi e sceneggiature, con cui si è guadagnato la fama di autore satirico tra i migliori del suo tempo. Il debutto come narratore è stato nel 1973 con The Rachel Papers, al quale hanno fatto seguito, tra gli altri, i racconti di Altra gente. Un racconto del mistero (1981) e di I mostri di Einstein (1987), e i romanzi Money (1984), Territori londinesi (1989) e La freccia del tempo (1991), opera...

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