La guerra di un soldato in Cecenia

Interessante e coinvolgente. Non pretende di essere una analisi di come la Russia sia arrivata a condurre una guerra feroce e assurda come quella cecena ne una valutazione delle ragioni delle rispettive parti, ma solo una testimonianza di quanto sia brutale e cieca la violenza militare e di come le sue vittime sia sempre i giovani piu' deboli ed emarginati dalla societa'. Chi si aspettava un romanzo pieno di azione alla Rambo ha decisamente sbagliato indirizzo o non ha ancora capito di quanto la vera guerra sia "banale e ripetitiva".

mamma mia che brutto! mi aspettavo un resoconto dettagliato della guerra cecena descritto da chi l'ha vissuta ed invece mi ritrovo con 400 e passa pagine di memorie sconclusionate buttate giù così alla rinfusa senza un nesso logico tra una pagina e l'altra, ho gettato la spugna dopo 200 pagine in cui ho capito solo che sto arkadij ha preso un sacco di botte rubato un po di cose e fumato milioni di sigarette tutto il resto è noia pura.

Un libro di guerra cruda che descrive senza fronzoli uno dei teatri d'operazione piu' "sporchi" degli ultimi anni, visto con gli occhi di una giovane recluta di un'Armata Rossa in pieno disfacimento, sia morale che operativo. Nella prima parte il nonnismo "legalizzato" tra i ranghi, della truppa e non solo, la corruzione, l'inefficienza in campo addestrativo e militare, vengono resi in maniera cruda e schietta. Nella seconda parte c'è una guerra spietata ma fatta di singoli episodi, con orrori da ambo le parti, spesso a danno dei civili. Non è un trattato di storia o tattica militare: se ricordate Sven Hassel l'atmosfera è quella, ma senza l'efficienza e l'efficacia della macchina bellica tedesca, mentre qui i combattenti russi sono un pugno di ragazzotti male addestrati e peggio comandati, non certo dei guerrieri. E'una lettura interessante ma difficile, anche se il volume è migliore (come prosa e traduzione, per non parlare poi dei termini tecnici e del gergo militare) di testi analoghi (Caduta libera)