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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2022
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Un saggio che, per la prima volta, mette in luce gli elementi geopolitici che si celano dietro si principali progetti europei di approvvigionamento energetico e, soprattutto, i possibili effetti internazionali che da essi potrebbero scaturire.
I gasdotti che uniscono, e che potrebbero unire, nel futuro prossimo, l’Unione Europea e la Federazione russa rappresentano la contraddizione esistente tra i rapporti politici e militari (Nato) tra i Paesi europei e gli Stati Uniti da una parte e gli interessi energetici e commerciali di Berlino, Parigi, Roma, Ankara con Mosca – porta verso l’Asia – dall’altra. Ogni pipeline definisce, infatti, una serie di relazioni industriali e geopolitiche. In Italia, nel corso degli ultimi quindici anni, i diversi governi che si sono susseguiti – pur con pregi e limiti differenti – sono stati incapaci di sostenere una linea di equilibrio tra Stati Uniti e Federazione Russa avente l’obiettivo di perseguire, in primo luogo, gli interessi nazionali all’interno di un contesto multipolare profondamente mutato. Le scelte strategiche che verranno adottate dal nostro Paese nel settore dell’energia – a partire dall’obiettivo dell’Unione Energetica Europea – non potranno prescindere dall’evoluzione poliica dell’Ue e dal futuro – tuttora nebuloso e non privo di rischi – della moneta unica. Dinanzi alla Germania, divenuta nel frattempo principale hub-energetico europeo, dovremmo forse rivedere il concetto di Sicurezza energetica nazionale? Se sì, come?L'articolo è stato aggiunto al carrello
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